Con una rete di Barillà la squadra amaranto centra la settima vittoria fuori casa: Trocini azzecca i cambi e per il Casalnuovo è notte fonda
Raffaele Esposito è un allenatore di ben altre categorie e se la sua squadra ha saputo limitare i danni contro quella amaranto, avvalora quanto sosteniamo. Partiamo con lo specificare che abbiamo potuto assistere a due partite ben distinte. Nel primo tempo la compagine di Bruno Trocini si è resa pericolosa con un colpo di testa di Nino Barillà che il portiere avversario deviava in angolo. Per il resto gioco latitante anche perché l’allenatore napoletano ha disposto i suoi secondo un 5-3-2 abbastanza abbottonato contro il quale Mungo e compagni andavano sistematicamente a cozzare. Le migliori occasioni sono di marca casalinga: alla mezzora era Carnevale a chiamare Martinez alla parata mentre, dieci minuti più tardi, Reginaldo lanciava Sarno ma il suo pallonetto risultava impreciso. Ad un minuto dal duplice fischio, Provazza ben servito da Bolzicco, non faceva di meglio che mandare a lato da buonissima posizione. Brutti gli amaranto, lenti i granata avversari.
La ripresa si apriva con il centro di Martiner e la conseguente zuccata di Provazza finito incredibilmente a lato. All’ora di gioco ancora Reggina con Barillà che si divorava il vantaggio su assist di Perri, a conclusione di un’azione finalmente rapida e, finalmente, corale.
Dopo le sostituzioni di Renelus per Porcino e Lika per Provazza (né l’uno né l’altro hanno vissuto una gran giornata per la verità) è la compagine amaranto a prendere il comando delle operazioni portandosi in vantaggio con Barillà – bravo ad anticipare compagni e avversari – mandando di testa in fondo al sacco quando mancavano soltanto 15 minuti al triplice fischio finale.
C’è ancora il tempo di annotare una bella combinazione tra Sarno e Croce con quest’ultimo che mandava alle stelle un pallone comodo comodo quando le lancette segnavano il 95’.
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Questo successo, se vogliamo, è frutto dell’esperienza e della sofferenza misto a quel cinismo che non guasta mai nonché alla bontà del lavoro certosino di Bruno Trocini che ha vinto la gara togliendo dal campo i due esterni d’attacco – sistematicamente triplicati dall’avversario – e immettendo due elementi col preciso compito di non dare punti di riferimento alla retroguardia di casa. Se poi è il caso ed il fato a metterci lo zampino, ben vengano. Sappiamo soltanto che Nino Barillà, da vero condottiero, si è trovato per la nona volta stagionale nel punto giusto al momento giusto così come è risaputo che in questa categoria – il più delle volte – è la giocata del singolo a determinare il risultato. Per quanto possa valere, La Fenice Amaranto, grazie alla settima vittoria stagionale lontano dal Granillo, è ad un passo dal centrare l’obiettivo minimo dei playoff anche in considerazione dei risultati maturati.
Una “nota di colore”: è vergognoso sistemare i tifosi di una squadra che hanno riempito stadi del calibro di San Siro, San Paolo, Olimpico, San Nicola, Arechi, Ferraris e chi più ne ha più ne metta, in un settore senza scaloni e senza un minimo di servizi. Il “problema” non può essere risolto dalla società granata bensì dall’amministrazione comunale dal quale dipende lo stadio (si fa per dire) Domenico Iorio di Casalnuovo. Così si è espressa la Società del Presidente Stompanato mentre il problema rimarrà irrisolto per le colpe di tutti.
Per il contributo audio-video nonché per quello fotografico, si ringrazia il “nostro” Rocco Genovese presente allo Stadio Iorio di Casalnuovo di Napoli insieme a Salvatore Condemi
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