di Giuseppe “Fossa” Criaco

Foto tratta da Reggio Today
Caro Direttore e cari amici lettori.
Tornare ad occuparmi di Reggina, in serie D, nel sessantennale della storica promozione in Serie B (sotto in foto) mi procura una sorta di nostalgica malinconia, un autunno dell’anima che offusca le mie sensazioni come le prime nebbie celano il paesaggio al sorgere del sole.

Foto tratta da Gli Eroi del calcio
Ma tornare ad occuparmi di Reggina, ancora oggi, testardamente, vuole essere una sfida per ritrovare una energia tutta nuova, che francamente credevo di avere lasciato per sempre su quegli scogli dove il naviglio targato Pippo Inzaghi & C. aveva fatto naufragio e non certamente per colpe tecniche.
Ma oggi, o meglio, già da un anno, la nuova società ha voltato pagina. E lo ha fatto tra lo scetticismo generale e creando divisioni profonde anche in città. Con un campionato iniziato in ritardo, con veleni e polemiche che trovano ancora eco in talune “conventicole cittadine”, con la disillusione di chi gremiva il Granillo sognando la serie A e poi vedeva la Fenice Amaranto soccombere con il Real Casalnuovo; e con una squadra costruita “cammin facendo”, ma che alla fine ha saputo trovare un insperato terzo posto.
Confortante viatico per il torneo che si appresta a iniziare il prossimo 8 settembre.
E siamo così all’oggi. Ed oggi, il presente, ci racconta di un anno, quello che verrà, in cui la città (e le sue istituzioni) e la stessa Reggina sono chiamati ad affrontare due imprese: la città protesa per preparare la candidatura alla selezione di Città Capitale della Cultura (italiana) 2027 gli amaranto affrontare il prossimo campionato di serie D con un solo obiettivo, quello che più conta: Vincere!

Foto Reggio Today
Per la città una candidatura che non può e non deve rimanere confinata alla sola presenza delle istituzioni e delle realtà associative o culturali. Ma deve coinvolgere ogni singolo cittadino che deve sentirsi pezzo, ingranaggio fondamentale (seppur piccolo) di un più grande, vasto e totalizzante meccanismo che porterà alla preparazione ed alla redazione del dossier per la candidatura. Perché se sarà, deve essere la vittoria di tutta la città e di ciascuno di noi e di voi. Una sorta di afflato civico e universale dovrà coinvolgere tutte le donne e tutti gli uomini di Reggio che davvero ancora sentono e credono in questa terra. Ma ci torneremo.
Analogamente gli amaranto hanno un solo obiettivo, meglio sarebbe dire una sola missione: il ritorno nel calcio professionistico.
La città ancora non ha ancora metabolizzato completamente il “grande inganno” della gestione Saladini e le diverse fazioni che si sono scontrate per tutta la stagione appena passata ne sono evidente dimostrazione.
Ma il vento che spira oggi in “riva alle Stretto” sembra essere cambiato e la colorita e rumorosa manifestazione di ieri al Sant’Agata ne è una plastica prova. Uno “stringersi a coorte” attorno alla squadra come non succedeva dai tempi della Serie B. Un segnale di fiducia e di rinnovato amore da parte della tifoseria che sicuramente innesta quella sinergia ambiente, squadra e società indispensabile per pensare in grande. E, non ultimo, anche il ritorno a pieno titolo al Sant’Agata ha una sua valenza seppur simbolica. Spesso le grandi o piccole rivoluzioni partono e si innescano da piccoli gesti, da piccoli segnali. Il ritorno a casa della “nuova Reggina 1914” è uno di quelli.

Foto Gazzetta del Sud
Gesti, segnali, sensazioni che possono creare quel collante cittadino e sportivo che potrà portarci lontano, che potrà far decollare la città e la squadra. Un rinnovato orgoglio sportivo con la nuova Reggina 1914 un rinnovato orgoglio civico con Reggio Capitale (della Cultura). Perché è bello ricordarlo, e fa bene all’anima di noi tutti, quel tempo in cui è vero “c’è stato un giorno in cui Pirlo e Ginobili ridevano assieme sul lungomare di Reggio”. (Giusva Branca – Sport Heroes).

Dalla pagina Facebook Sport Heroes di Giusva Branca





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