
Angelo Mammì nasce a Reggio Calabria il 17 marzo del 1942, al quartiere di S. Caterina.
Si affaccia nel calcio che conta nel 1962 quando va a giocare a Locri in Serie D, dove disputa 31 incontri. Per questo suo primo importante campionato non si conosce il numero delle reti da lui realizzate, ma già “Angelo dimostra non comuni qualità realizzatrici. Usa indifferentemente il destro e il sinistro, ma paradossalmente, pur non arrivando al metro e 68, è imbattibile nei colpi di testa, grazie al suo tempismo e alla straordinaria elevazione che gli consente di librarsi in volo.” https://www.catanzaroinforma.it/wp-content/uploads/2020/03/MAMMI-da-La-leggenda-del-Catanzaro@MediaBooks.pdf
L’anno seguente Mammì si trasferisce alla Nocerina, sempre in Serie D: a Nocera Inferiore rimane due stagioni, con 63 presenze complessive e 18 reti in totale.
Il campionato 1965 – 66 lo vede, sempre in Serie D, indossare la maglia dell’Internapoli, una gloriosa società sportiva che, negli anni sessanta, era la seconda squadra calcistica di Napoli, e che nel 1969 sfiorò la promozione in Serie B con in panchina un certo Gianni Seghedoni, mentre in campo aveva nientemeno che Giorgio Chinaglia e Pino Wilson.
Nell’estate del 1966 Mammì viene acquistato dal Lecce, in Serie C. In Salento disputerà ben quattro campionati, 102 incontri e 25 reti solamente in campionato, senza contare la Coppa Italia. Ormai è un calciatore affermato, ma il meglio deve ancora venire.
E il meglio si chiama Catanzaro.
Nell’estate del 1970 viene acquistato dal Catanzaro del presidente Ceravolo.
Disputa il campionato di Serie B che porterà i giallorossi a conseguire la prima, storica, promozione in Serie A. Mammì sarà l’autore del gol decisivo nello spareggio contro il Bari disputatosi allo stadio “San Paolo” di Napoli il 27 giugno del 1971.

“Il destino ha in serbo per lui altri grandi sorprese, traguardi ancora più alti. Non si aspetta, ad esempio, di trovarsi davanti al grande Pelè, il più grande calciatore di tutti i tempi. Si, perché il Catanzaro appena promosso viene invitato negli Stati Uniti per alcune amichevoli a beneficio della sterminata colonia di italiani. Una di queste vede contrapposti i giallorossi nientemeno che al mitico Santos. Mammì inizialmente è in panchina e quando Pelè mette a segno una rete, Angelo entra addirittura in campo per abbracciarlo. La foto ricordo con O Rey è un trofeo che porterà con sé tutta la vita.”

E non è finita.
Una curiosità: nel corso del campionato di Serie B 1970 – 71, i due incontri tra Catanzaro e Reggina verranno disputati a Firenze, in campo neutro, dal momento che in quei mesi a Reggio Calabria divampava la Rivolta per il capoluogo, e quindi al fine di evitare ogni occasione di scontro tra le tifoserie, la Lega aveva optato per questa scelta. Sarà così che Mammì vedrà svanire l’occasione di giocare al “Comunale”, nello stadio della sua città, davanti ai suoi concittadini.

L’anno successivo, in Serie A, il 30 gennaio del 1972, si disputa al “Militare” di Catanzaro l’incontro Catanzaro – Juventus. È una classica giornata di pioggia e il terreno è molto pesante. Il Catanzaro riesce a tenere testa alla più blasonata squadra bianconera, anche in virtù di quell’orgoglio tutto calabrese che riesce a tirare fuori in occasioni del genere, che ricordano tanto l’epica sfida tra Davide e Golia.
All’84’ Mammì realizza il gol della vittoria delle aquile giallorosse contro le zebre torinesi. Un gol che rimane scolpito nella storia del calcio catanzarese, ma direi anche di tutta la Calabria: appare quasi come un segno di riscatto di una regione.

Da qui in poi la sua carriera calcistica comincia a declinare. Sembra quasi che debba pagare al destino il “peccato” di avere segnato una rete, decisiva per la sconfitta, contro una grande del calcio italiano.
Un breve passaggio ad Alessandria, poi un anno a Messina, e infine quattro campionati con la Paganese, con una novantina di presenze ed una quarantina di gol.
A Pagani Mammi ha lasciato comunque un ottimo ricordo, e lo striscione esposto dalla Curva il 17 settembre scorso, in occasione della ricorrenza dei venticinque anni dalla scomparsa nel nostro concittadino, è da brividi.






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