La Reggina mette in fila la terza vittoria consecutiva e torna da Paternò con un successo pesante, costruito soprattutto nel primo tempo e difeso con ordine nella ripresa. Al “Falcone e Borsellino” finisce 0-2, al termine di una gara non bella, frammentata, segnata da tanti falli e da un terreno di gioco in condizioni precarie che ha penalizzato entrambe le squadre.
Gli amaranto hanno avuto il merito di saper leggere meglio la partita, sfruttando le palle inattive e mostrando una solidità mentale che nelle scorse settimane spesso era mancata.
Primo tempo: cinismo amaranto, Ragusa e Girasole indirizzano il match
La gara inizia con qualche minuto di ritardo per sistemare una delle reti. Dopo un avvio spezzettato, la Reggina trova il vantaggio: all’11’ Marchetti stende Edera in area e il direttore di gara assegna il rigore. Dal dischetto Ragusa spiazza Branduani e porta avanti gli amaranto.
Il raddoppio arriva al 24’: punizione di Ragusa, sponda di Mungo e deviazione vincente di Rosario Girasole, tra i migliori in campo. La squadra di Torrisi sembra in pieno controllo, ma dopo il 2-0 abbassa troppo il baricentro, concedendo qualche ripartenza a un Paternò che vive soprattutto di lanci lunghi e seconde palle.
Secondo tempo: gestione senza brillare, ma conta portarla a casa
La ripresa è meno vivace, con la Reggina più attenta a non sbilanciarsi che a chiudere la partita. Le occasioni migliori capitano comunque agli amaranto: Pellicanò ne spreca due, Fofana impegna Branduani, mentre il Paternò si rende pericoloso con qualche mischia e una conclusione respinta da Lagonigro.
Nel finale l’unica nota stonata arriva dall’espulsione di Sartore, ancora una volta una ingenuità evitabile che costringe la squadra a giocare gli ultimi minuti in dieci. Nonostante ciò, il risultato non cambia e gli amaranto portano a casa tre punti che pesano tantissimo.
Analisi tattica
Torrisi conferma il 4-2-3-1, con i fratelli Girasole al centro della difesa e Distratto e Lanzillotta sugli esterni. In mezzo al campo Laaribi e Mungo agiscono davanti alla difesa: proprio Mungo è tra i più continui nel rompere il gioco avversario e dare equilibrio alla squadra.
Ragusa opera da trequartista, creando densità tra le linee e accompagnando l’azione offensiva, mentre Edera e Bevilacqua presidiano le corsie esterne, con quest’ultimo schierato in un ruolo non completamente naturale ma comunque diligente.
Il Paternò parte con un blocco molto basso, rinunciando quasi completamente a pressare. L’idea è sfruttare le seconde palle e i lanci lunghi per sorprendere la difesa amaranto, ma la coppia Girasole–Girasole si dimostra attenta per buona parte dell’incontro.
Dopo il 2-0 la Reggina si abbassa troppo, concedendo metri e qualche iniziativa pericolosa ai padroni di casa. Nella ripresa l’atteggiamento diventa più attendista: gli amaranto controllano, contenendo le iniziative del Paternò, senza però riuscire a gestire con la stessa lucidità le ripartenze.
Non è stata una prova scintillante, ma una prestazione solida, pragmatica, che conferma una crescita soprattutto dal punto di vista mentale e fisico.
La Reggina vince ancora e, soprattutto, dà continuità ai risultati. Il gioco è ancora lontano dall’essere fluido, ma l’identità cresce e i meccanismi iniziano a funzionare. La classifica ora si muove e le tre vittorie consecutive restituiscono fiducia all’ambiente.
La squadra è sulla strada giusta. Servirà ora migliorare la gestione dei momenti difficili e ridurre le ingenuità (come l’espulsione di Sartore), ma il segnale è chiaro: la Reggina è viva e vuole risalire.






Rispondi