Ve la ricordate quella serie di striscioni comparsi in mezza città, La Reggina ai reggini? Uno slogan nato per contestare la proprietà, diventato rapidamente un tormentone urbano. Per qualcuno era pura retorica da tifo. E invece, almeno per un giorno, Alfio Torrisi l’ha “interpretato”… ma a modo suo. Non per rivendicazioni territoriali, ma perché — semplicemente — due ragazzi di Reggio “sono apparsi più pronti degli altri”.

Nel successo contro il Gela, infatti, hanno trovato spazio e minuti due calciatori cresciuti in città: Agostino Manuel Macrì e Leonardo Bevilacqua, entrambi al debutto in maglia amaranto. Una scelta maturata in allenamento, come spiegato dallo stesso Torrisi nel post-gara:
«Quando faccio le scelte non posso guardare la carta d’identità. Macrì ha dato segnali importanti in settimana», ha dichiarato.

Macrì: personalità da veterano

Schierato titolare a centrocampo davanti alla difesa, Macrì ha mostrato personalità, ritmo e capacità di lettura nonostante i suoi 17 anni. Ha interrotto diverse linee di passaggio, ha accettato la pressione avversaria e ha dato continuità alla manovra. Una presenza che ha sorpreso lo stesso tecnico, che ha parlato di un ragazzo “clamoroso per disinvoltura”.

Bevilacqua: ingresso pulito e utile

Nella ripresa è toccato a Leonardo Bevilacqua reggino anche lui. Inserito per dare freschezza e ordine nella zona centrale, ha portato equilibrio nei minuti più delicati del match, contribuendo a gestire la fase finale della gara.

Una Reggina con un’anima territoriale

L’impiego dei due giovani non è un caso isolato. L’attuale rosa amaranto presenta già una componente locale significativa: Lagonigro, Rosario e Domenico Girasole, Toti Porcino, Nino Barillà — tutti giocatori cresciuti tra Reggio e provincia. Una struttura che, volente o nolente, rende la Reggina una delle squadre con più calciatori del territorio nel Girone I.

Il messaggio è semplice: non si tratta di rispondere alle contestazioni né di trasformare uno slogan in un programma tecnico. L’obiettivo è costruire una squadra vera, un gruppo, e la strada scelta per farlo è quella di valorizzare chi dimostra di meritare il campo. E, al momento, alcuni dei profili più affidabili arrivano proprio da Reggio Calabria.

Torrisi: idee chiare, zero simbolismi

Prima della gara il tecnico aveva anticipato che “la settimana ha dato indicazioni chiare” e che avrebbe scelto chi aveva mostrato “mentalità e disponibilità”. Dopo il match, ha ribadito che non esistono gerarchie immutabili: “Chi dà segnali, gioca“.

Nessun messaggio politico, nessun riferimento alla contestazione.
Solo campo, prestazioni e meritocrazia.
E ieri, guarda caso, a rispondere presente sono stati due reggini.

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