Basta un “gollasso” di Di Grazia per piegare meritatamente la squadra di Misiti
Due le novità nella formazione amaranto: rientra Lagonigro tra i pali mentre il giovane Macrì viene gettato nella mischia come esterno di centrocampo. E ce ne sono altre due forse le più importanti: Edera “falso nueve” – con Ferraro inspiegabilmente in panchina – e Barillá in cabina regia in un 4-2-3-1 a trazione anteriore. Dalla sponda avversa, Misiti – reggino doc – con la novità Aperi al posto di Tuccio in un modulo tattico abbastanza speculare rispetto a quello di Torrisi.
La cronaca del primo tempo: che bella questa Reggina!
Due occasionissime per la Reggina già nei primi minuti entrambe capitate a Barillá il quale non riesce a concretizzare quanto costruito da Ragusa da una parte e Di Grazia dall’altra.
Qualche minuto più tardi (8’) il portiere dei delfini nulla può sul calcio di punizione di Di Grazia, che insacca da posizione quasi impossibile. Uno a zero meritatissimo per ciò che ha prodotto nei primi minuti di gioco.
La formazione amaranto chiude bene ogni spazio precludendo le ripartenze degli avversari che devono – giocoforza – accontentarsi di manovrare lontano dalla porta di Lagonigro con tocchetti senza costrutto. E la Reggina? Barillá e compagni creano sistematiche aperture verso gli esterni i cui cross sono però imprecisi oppure preda della difesa avversaria anche perché al centro dell’area non c’è un ariete vero e proprio. Al minuto 38 Giacomarro centrava per la testa di Mbakogu chiamando al miracolo Lagonigro. E con l’intervento prodigioso del portiere amaranto si chiude la prima frazione di gioco con la squadra di Torrisi avanti nel punteggio. Un primo tempo che ha visto una buona Reggina sempre pronta, soprattutto, a creare superiorità sulle catene laterali e ad imbastire gioco con Barillá e Porcino il quale pochi attimi prima del duplice fischio ha dovuto abbandonare la gara per infortunio: al suo posto Distratto.
La cronaca della ripresa: amaranto ancora vicinissimi al raddoppio
Misiti sostituisce Gigante (abbastanza sotto tono) con Tuccio il quale, all’alba del secondo tempo, manda in Curva un comodo appoggio di Cangemi mentre al 6’ Edera sfiora il raddoppio su calcio di punizione con un sinistro liftato che fa la barba al palo. Tre minuti più tardi Aperi si beve mezza difesa e traversa per Tuccio che manda alle stelle da posizione ottimale. Il Gela sta crescendo per cui il tecnico amaranto manda a fare la doccia Adejo (non al meglio) spedendo in campo l’esordiente (in amaranto) Francesco Desiato che ha un passo ben diverso vista la differenza d’età. Fuori anche Barillá per Bevilacqua. Un minuto appresso Reggina ancora pericolosa con Edera che manda di poco a lato su imbeccata di Ragusa. Dall’altra parte, l’ingresso di Tuccio ha dato slancio alla squadra di Misiti. Lo stesso attaccante, all’ora di gioco, chiama alla parata il portiere di casa. Cinque minuti più tardi Edera conquista palla a centrocampo, si invola sulla destra, ubriaca due difensori e crossa per Ferraro (entrato al posto di Ragusa) il quale, però, manda alto d’un soffio. Peccato: bella e ficcante l’azione dell’esterno che lascia sistematicamente sul posto i terzini del Gela; meno buono il colpo di testa dell’attaccante in maglia bianca. A 10’ dal termine, nella Reggina lascia il campo Di Grazia: al suo posto Fofana che fa il suo esordio in amaranto. Con questo avvicendamento il tecnico della Reggina intende irrobustire la zona nevralgica del campo creando un vero e proprio muro contenitivo sebbene la formazione ospite abbia fatto davvero poco per tutta la ripresa. Gela che, a dirla tutta, può essere considerato team di discreta qualità ma nulla di più.
Il commento di fine gara. Lo stratagemma di Torrisi contro un Gela sopravvalutato
La Reggina ha battuto abbastanza agevolmente il Gela grazie ad una condotta di gara intelligente. In questo caso Torrisi ha avuto ragione nel mischiare le carte impiegando un “attaccante non attaccante” per non dare punti di riferimento all’avversario così come ingegnoso è stato il continuo scambio di ruolo tra Ragusa e Edera al centro dell’area che ha mandato in confusione la squadra di Misiti. E tra l’altro, francabollando Maltese che non ha quindi potuto destreggiarsi nello smistare palloni da par suo, ha bloccato ogni iniziativa avversaria. Il Gela, infatti, si è reso pericoloso solo in due circostanze in tutta la partita. Bravo, in questi due casi, Lagonigro che si è destreggiato in modo più che egregio. La compagine di Torrisi ha imposto il proprio gioco fatto di fraseggi strettissimi, di tocchi di prima e di improvvise intersezioni laterali che hanno messo in costante apprensione la retroguardia avversaria. Non si può ancora parlare di inversione di rotta ma, ad ogni buon conto, la Reggina odierna ha dato segni di miglioramenti sia sulla costruzione, sia sul creare azioni da rete, sia sul piano della corsa e sia su quello del gioco che ad onor del vero si è visto a sprazzi. Tre unti di platino conquistati contro un avversario che l’ha gettata in rissa e dalle qualità abbastanza sopravvalutate.






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