La Reggina ha acceso definitivamente i motori del mercato invernale, ma non si tratta di semplici aggiustamenti: ciò che sta avvenendo in queste settimane ha i tratti inequivocabili di una rifondazione.
Il club ha deciso di intervenire in modo profondo sulla rosa, ridisegnandola quasi da zero dopo una prima parte di stagione che ha messo in luce tutte le lacune strutturali dell’organico costruito in estate.

Una rivoluzione che, al netto delle intenzioni, costituisce la conferma più evidente di ciò che si era già intuito: la progettazione tecnica della squadra è fallita e ora si tenta di correre ai ripari.


Uscite eccellenti e alleggerimento della rosa

La prima fase della manovra riguarda le uscite.
Dopo l’addio di Montalto e Druetto, la lista dei partenti continua ad allungarsi: Correnti, Zenuni e Grillo, tutti assenti all’allenamento di ieri, sono ormai prossimi ai saluti.
Una situazione che conferma come la società stia agendo con decisione per snellire un gruppo sovradimensionato e, soprattutto, poco funzionale.

Resta poi aperto il caso Blondett, situazione resa complessa da questioni contrattuali ancora irrisolte. Anche per lui potrebbe profilarsi un’uscita, ma i tempi non saranno brevi.


Ritorni e nuovi innesti: si prova a ricostruire

Parallelamente alle uscite, la Reggina si sta muovendo in entrata con l’obiettivo di inserire profili mirati, più affini alle esigenze tattiche e caratteriali della squadra.

Tra i nomi più caldi ci sono quelli di alcuni ex amaranto:

  • Paura (classe 2005), difensore cresciuto nel vivaio, profilo giovane ma monitorato con grande interesse;
  • Giuliodori, obiettivo concreto ma rallentato da una situazione contrattuale non semplice da risolvere.

Per la difesa è quasi definito l’arrivo di Francesco Desiato (2005), un innesto che dovrebbe ampliare la rotazione nel reparto arretrato.

A centrocampo il nome in cima alla lista è quello di Lamine Fofana, giocatore esperto, muscolare, con anni importanti in Serie C: un elemento che manca a questa squadra e che potrebbe rappresentare un tassello chiave per dare equilibrio e sostanza.


Attacco: poche certezze e molti interrogativi

Nel reparto offensivo la Reggina continua a vivere in un limbo tecnico e fisico che impedisce qualsiasi forma di continuità. Ferraro è appena rientrato dopo un lungo infortunio e deve ancora ritrovare condizione e minutaggio; Ragusa, sulla carta il valore aggiunto del reparto, è ancora ai box e il suo rientro è previsto tra la gara con l’Enna e quella successiva con il Gela; Di Grazia resta un caso aperto, tecnicamente e disciplinarmente, mentre Pellicanò sta portando sulle spalle un peso che non sarebbe dovuto toccare a un ragazzo del 2004. Proprio nel reparto avanzato è stato acquistato Sartore che dovrà andare a coprire la posizione di esterno di fascia.

L’uscita di Montalto ha privato il gruppo dell’unico centravanti esperto e strutturato, lasciando un reparto che oggi manca sia di leadership sia di profondità tecnica. Nonostante la presenza numerica di Ferraro e Pellicanò, la società è infatti ancora alla ricerca di una vera punta di ruolo, segno evidente che le scelte estive sono state insufficienti e che l’intero pacchetto offensivo necessita di un restyling profondo.


Una rivoluzione che parla chiaro: il progetto estivo non ha funzionato

La profondità di questi interventi non può essere letta come una semplice operazione di mercato: è la conferma di un dato ormai evidente.
La squadra costruita in estate non era adeguata per gli obiettivi, le ambizioni e il contesto tecnico della Reggina.

Il ripetersi di acquisti, svincoli, rescissioni e sostituzioni — molti dei quali già dopo pochi mesi — certifica un problema strutturale:
l’area tecnica ha sbagliato valutazioni, scelte e priorità, costruendo una rosa non funzionale, sbilanciata e priva di identità.

Questa rivoluzione è dunque, inevitabilmente, il risultato diretto di quelle scelte.


Il mercato come ultima occasione

Il mercato invernale diventa così il momento decisivo per provare a raddrizzare una stagione complicata, ridisegnando una squadra più coerente e competitiva rispetto alla versione vista fin qui.
Una squadra che finora non ha mai trovato continuità, né equilibrio, né un’identità tattica stabile.

La speranza dell’ambiente è che questa volta le scelte siano più lucide, mirate e mature.
Perché di occasioni da sprecare, ormai, ne restano poche.

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