Alla vigilia della delicata trasferta di Acireale, il tecnico amaranto Alfio Torrisi ha incontrato la stampa per fare il punto su una settimana complicata, segnata dalla rescissione di Montalto, dalle tensioni interne e dal silenzio della società, ormai tema fisso nel dibattito cittadino.

Una conferenza lunga, tesa, a tratti difensiva, nella quale l’allenatore ha provato a spiegare il proprio punto di vista e, soprattutto, a rivendicare il tempo necessario per incidere su una squadra che — come lui stesso ha ammesso — “non è ancora squadra”.

“Montalto? Non è un capro espiatorio”

Il primo argomento, inevitabilmente, è stato quello legato all’addio di Adriano Montalto, che secondo Torrisi non può essere ridotto a un semplice caso tecnico.

“Il ragazzo si è sempre allenato bene, ha fatto il suo dovere. La decisione è nata da un confronto con la società, non è stata una scelta prettamente tecnica. Io ringrazio Adriano per l’impegno e per il contributo che ha dato. Qualsiasi decisione viene sempre condivisa tra me, la direzione sportiva e la società”.

Il tecnico ha poi respinto con fermezza l’idea che la partenza dell’attaccante possa rappresentare un punto di svolta morale.

“Non esiste nessun capro espiatorio. Montalto non è il male della Reggina. Se siamo in questa situazione non è per colpa di un singolo. Io sono il primo responsabile dei risultati, ma serve equilibrio. Non abbiamo la bacchetta magica: ho fatto appena 14 allenamenti, sembra che sia qui da un anno, ma non è così”.

“Ad Acireale servirà spirito di sacrificio”

Sul piano tecnico, Torrisi ha riconosciuto la difficoltà del momento, ma ha chiesto una prova di carattere sul campo dell’Acireale, in grande crescita dopo l’arrivo di Pagana.

“Loro sono in un magic moment: tre vittorie, un pareggio e una sola sconfitta nelle ultime cinque. È una squadra che in casa costruisce la propria stagione, con un ambiente caldo e tanta foga agonistica. Serviranno sacrificio, rispetto e lucidità. Non possiamo parlare di scontri playout: la Reggina deve guardare in alto”.

“Non sono un integralista del 4-3-3”

Il tecnico ha anche aperto alla possibilità di un cambio tattico, ammettendo implicitamente che il sistema adottato finora non ha funzionato.

“Non sono un integralista. Questa squadra è stata costruita per giocare col 4-3-3, ma i risultati dicono che qualcosa non ha funzionato. Ora l’obiettivo è mettere i giocatori nella loro zona di comfort. Ho sempre creduto nel 4-2-3-1, e stiamo iniziando a lavorarci. Il sistema conta fino a un certo punto: è l’interpretazione che fa la differenza”.

“La società è presente, non assente”

A chi gli ha chiesto del silenzio societario e delle voci su un patron Ballarino lontano, Torrisi ha risposto con una difesa netta della dirigenza.

“Io con la società lavoro a stretta sinergia h24. Il direttore generale è sempre presente, il patron ci ha fatto visita mercoledì. Non capisco questo allarmismo: qui c’è una società forte, solida, che non ci fa mancare nulla. Le scelte comunicative non spettano a me, ma per quanto mi riguarda la società è qui, accanto a noi”.

Un passaggio che stride con la percezione esterna di un club chiuso in se stesso, lontano dalla piazza e sempre più silenzioso anche di fronte a episodi delicati.

“Questa squadra non è ancora squadra”

L’analisi più lucida di Torrisi arriva quando ammette che la Reggina, oggi, non ha ancora un’identità.

“Questa non è una squadra, deve diventarlo. E può farlo solo attraverso il lavoro e la quotidianità. Quando vedi una squadra che gioca in 80 metri, ti fai delle domande. In quattro partite abbiamo fatto un gol: è evidente che bisogna cambiare. Prima dovevo capire, ora ho la certezza che serve una svolta, e la vedrete presto”.

“Voglio giocatori funzionali, non nomi”

Il tecnico ha poi parlato di mercato, dopo l’uscita di Montalto e le voci sull’arrivo di Sartore, già suo giocatore a Trapani.

“Con Sartore ci sono contatti, spero si chiuda presto. Ma non prenderemo giocatori solo perché hanno un nome. Servono profili funzionali al progetto tecnico-tattico, gente che regga le pressioni di Reggio Calabria e che abbia fame. Meglio aspettare che sbagliare”.

“Vedrete una Reggina diversa”

Infine, Torrisi ha promesso segnali concreti già dalla gara di Acireale.

“Vedrete una Reggina diversa, soprattutto nell’intensità e nella gestione della gara. L’atteggiamento di San Cataldo deve diventare la base di ogni partita. Non abbiamo la bacchetta magica, ma la squadra sta crescendo: fisicamente, tatticamente e mentalmente”.


Analisi: è tempo di guardare in faccia la realtà

La nostra impressione, sentita la conferenza stampa di mister Torrisi e che al di là delle dichiarazioni, il quadro è chiaro: quella di domani è una sfida salvezza a tutti gli effetti.
Reggina e Acireale condividono la stessa quota in classifica e lo stesso obiettivo immediato: allontanarsi dai bassifondi.
Sognare è legittimo, ma oggi non ci sono le basi per parlare di obiettivi diversi dalla permanenza.

La Reggina è una squadra in fortissima difficoltà, dentro e fuori dal campo.
I numeri raccontano di un gruppo che fatica a segnare, si disunisce facilmente e non ha ancora trovato una propria identità tattica.
Torrisi parla di lavoro, intensità e fiducia, ma la verità è che servono risposte immediate, non promesse.

Domani al “Aci e Galatea” non si gioca solo una partita: si gioca un pezzo di stagione, e forse anche un po’ di credibilità.

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