I «Diffidati Liberi» e la protesta «La Reggina ai reggini»
La tifoseria organizzata della Reggina – in particolare il gruppo ultras dei Diffidati Liberi RC – ha rilanciato in questi giorni la propria contestazione verso la proprietà. Dopo il ko interno contro la Nuova Igea Virtus (2 novembre 2025), i supporter della Curva Sud hanno infatti affisso in città diversi striscioni con la scritta «La Reggina ai reggini», posizionati davanti ad aziende locali di rilievo. Con questo messaggio gli ultras invitano gli imprenditori reggini a interessarsi del club e chiedono al presidente Nino Ballarino (imprenditore catanese finora contestato dai tifosi) di cedere la squadra a imprenditori locali. L’iniziativa è stata accompagnata da slogan come “Dalla gente per la gente: la Reggina deve tornare ai reggini!”, che sottolinea la spinta verso una gestione locale del club.

Davanti ad alcune sedi aziendali reggine (ad esempio l’Azienda Capua di Campo Calabro) sono comparsi striscioni con la scritta “La Reggina ai reggini”. Gli ultras hanno anche fatto un elenco delle aziende “gradite” per rilevare il club, citando nomi come Capua, Caffè Mauro, Camera di Commercio, Soseteg, Agrumaria Reggina, Bencivenni, Canale-Oasi e Cilione. In fondo agli striscioni campeggiava il motto “Dalla gente per la gente: la Reggina deve tornare ai reggini!!”, a ribadire il carattere popolare della protesta.
 
Fra le aziende indicate c’è ad esempio la Bencivenni, a cui è stato appeso un banner amaranto. Analoga iniziativa è stata segnalata presso altri esercizi, come la Cilione di Arangea. I tifosi ricordano inoltre che già oggi “il 40% della AS Reggina 1914 è detenuta da imprenditori reggini” (il riferimento è a Minniti, socio locale del club), ma chiedono comunque un impegno concreto per riportare la società nel tessuto produttivo della città.

Ma facciamo un passo indietro all’inizio della gestione Ballarino, i tifosi dissero che:

In quel comunicato i diffidati liberi avevano manifestato il disappunto contro il garante Tonuci. Poi parlarono della manifestazione di interesse di Bandecchi con il 50% di quote con le restanti dividise fra tanti imprenditori.
Dicendo che la Reggina non è un giocattolo e né una multiproprietà e che non avrebbero più permesso a nessuno di sfruttare il nome Reggina, in effetti  quando la società ha dato il nome “La Fenice Amaranto (LFA)” le proteste non sono state flebili, pur sapendo che sarebbe cambiato con l’acquisizione del marchio.

Reggina – Real Casalnuovo

Dopo la sconfitta al Granillo contro il Real Casalnuovo, i tifosi ebbero un confronto la società (Ballarino assente, come spesso succede) in cui dicevano: “Andate a prendere quello che è nostro, domani giocherete da soli”.
Pochi giorni dopo Ballarino annunciò che dava 5 giorni per far sì che qualche interessato, proponesse un’offerta per vendere.

I vari cori nel girone di ritorno 23/24

  • La Curva Sud anche allo stadio ha contestato la società, tra i vari cori:
  • “Se vuoi stare qui, basta alibi!”
  • “Vogliamo il marchio… Senza quella” R” è sofferenza”.

Oltre anche allo striscione esposto nella semifinale playoff contro la Vibonese.

Cambio di parere all’avvicinamento a Bandecchi

Dopo la proposta di Bandecchi per aiutare la squadra di 100 mila euro (se Ballarino glielo avesse permesso). Gli ultras cambiarono un pò la loro idea, la cosa che saltò all’occhio fu vedere i capi ultras e Bandecchi con tanto di maglietta della Reggina con scritto “Bandecchi 1”.
In pratica i nostri ultras erano passati a favore (del bistrattato da loro) Bandecchi, chissà forse pensavano che Bandecchi poteva avere un ruolo in società.
Questa alleanza durò fino a maggio, periodo in cui era stabilita l’asta per l’assegnazione del marchio. E li finì.

“MARCHIO , STORIA, IDENTITA’ E APPARTENENZA. REGGIO CALABRIA PRETENDE RISPETTO!

Con questo comunicato la Curva Sud esponeva la sua opinione sul marchio e che non contava solo per il nome, ma era importante nella sua interezza.
Precisando che loro ci sarebbero stati per garantire che le cosa fossero state fatte bene all’assegnazione del marchio.

Questo però portò ad ritrovarli a festeggiare con Ballarino dopo l’acquisizione del marchio, sullo stesso parco con consegna di una targhetta.

I Capi Ultras amaranto con i dirigenti della Reggina

Andando avanti possiamo trovare altre contestazioni, come:

In coppa Italia nel 2024 contro la Vibonese, giorni prima ci fu una riunione al centro sportivo.
La protesta dopo la sconfitta a Siracusa
Le contestazioni giorni prima della partita di San Cataldo, e Ballarino minacciò di non portare la squadra.
Durante pre-campionato varie contestazioni dovute ad un calciomercato mediocre,  con queste dichiarazioni fatte a una manifestazione in Piazza Orange:
“O si pensa in grande fin da ora, oppure io sarò il primo a restarmene a casa”.
“Siamo stanchi, lo squadrone o la cessione”.
“I campionati di Serie D si vincono già a luglio”.
Queste dichiarazioni sono state poi seguite da un incontro con il sindaco, e in seguito sono state condivise altre loro proteste sui social.
Come i vari post riportati qui sotto.

Video messaggio di Carminello, in cui diceva di bloccare le partite.

Post di Lubrano in cui invoca Gallo per il suo ritorno

Tutto rimangiato per “i nomi”

Appena la società per rimediare al mercato, prese i “nomi” voluti da molti tifosi, i Diffidati Liberi cambieranno idea all’istante e si riappacificarono con la società.

Ma purtroppo i nomi non sono sufficienti per vincere e quindi eccoci squadra in difficoltà e ultras che tepezzano la città con striscioni.

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