Mister, cosa ne pensa del momento attuale della Reggina?

Cominciamo col dire che la Reggina ha cambiato più di qualcosa, ma non è questo il motivo per cui ha avuto un inizio stentato, con più di qualche difficoltà.
Dal mio punto di vista è cambiato soprattutto l’ambiente.
Credo che nello scorso campionato ci fosse un clima diverso, più sereno, perché non c’erano le stesse aspettative di quest’anno, quando la Reggina è partita con l’etichetta di squadra da battere, quella che avrebbe dovuto vincere sempre e contro chiunque.
Se vogliamo essere sinceri, anche se sembra un’altra squadra, alla fine non è cambiato molto.

Si aspettava questo momento difficile?

Sì, me lo aspettavo. Quando vivi una stagione bellissima come quella dello scorso anno, tutto ti sembra facile. Ma non sempre è così.
Bisogna riprogrammare tutto, soprattutto l’aspetto mentale: serve la stessa umiltà e la stessa rabbia della scorsa stagione.
Sono comunque sicuro che la Reggina si riprenderà.

Pensa che la Reggina possa rilanciarsi?

Sì, perché possiede tutte le qualità — e soprattutto una componente unica non solo in Serie D: il pubblico.
Reggio Calabria vive di e per la Reggina.
I ragazzi devono capire che la maglia amaranto non è una semplice maglia: è un valore, un orgoglio che ti entra dentro e ti resta addosso come una seconda pelle.
Non è una frase fatta, credetemi: è qualcosa che ti rimane per sempre.
Tornando al campo: se la Reggina dello scorso anno ha condotto un campionato sopra le righe con un gruppo importante, anche quella di quest’anno — fatta di giocatori esperti che possono spostare gli equilibri e di giovani desiderosi di crescere — ha tutto per rialzarsi.
Devono solo ritrovare la vera grinta e la fame.

Cosa ne pensa del Girone I ?

Il girone meridionale è sempre stato difficile.
Non è facile giocare su certi campi, dove gli avversari si chiudono a riccio e non lasciano spazi.
È naturale che, contro una squadra blasonata e importante come la Reggina, tutti diano sempre il 300% in più.

Mister, si aspettava di vedere un suo ex giocatore, Fallou Cham, dalla Scafatese alla Serie A con l’Hellas Verona?

A essere assolutamente sincero, no. E credo che nessuno se lo aspettasse, perché il ragazzo aveva ancora più di qualche lacuna da colmare.
L’imponderabile, però, ha voluto che arrivando a Verona diventasse utile e quasi indispensabile per quella squadra.
Vuol dire che il mister lì ha saputo lavorare bene, colmando subito le sue carenze tecniche.
Mi complimento sia con l’allenatore che con Cham, che ha saputo imparare in fretta.

Cosa bolle in pentola per il suo futuro? Ha ricevuto offerte recentemente?

Qualcosina si sta muovendo.
In questi giorni è arrivata una proposta che al momento non si è ancora concretizzata, ma mi auguro che la trattativa vada in porto, perché ho una voglia matta di tornare ad allenare.

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In primo piano

Scopri di più da Albamaranto

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere