Per amore della città di Reggio Calabria e della gloriosa storia della Reggina, sarebbe meglio una volta per tutte mettere fine a questo scempio. Basta alibi e solite frasi fatte, non si può più difendere l’indifendibile, specie se si amano veramente questi colori. Nella giornata di ieri si è commemorata la giornata dedicata ai defunti, qui dalle nostre latitudini parecchie cose sono ormai defunte, tra queste il calcio. La Reggina, da sempre ha rappresentato per la sua gente una sorte di riscatto sociale, finchè non sono subentrate le scelte scellerate di una classe politica “incosciente” , responsaible di aver consegnato la squadra rappresentativa della città in mani di figure totalmente inadeguate.
Non ci va di essere ripetitivi, ma ci domandiamo che senso abbia “fare calcio” in questo modo? Umiliazioni su umiliazoni non fanno altro che deprimere sempre più un’intera tifoseria, avvilita da una situazione che non sembra vedere all’orizzonte vie d’uscita. In questa città, il calcio è in piena agonia come un pò tutto il resto, tanto da convincerci che la Serie D è la dimensione ideale per una piazza che si è vista catapultata in poco tempo dal sogno della Serie A all’inferno dei Dilettanti. Ridurre la massima espressione del calcio reggino ai minimi termini , tanto da essere così umiliata e bistrattata era davvero un’impresa ardua da compiere, eppure questi signori ci sono riusciti , dimostrando di non essere minimanete all’altezza.
Vedere oggi il Granillo, essere diventato terra di conquista da parte di squadre che fino a qualche anno fa guardavano la Reggina in televisione, è davvero straziante. Gelbison, Vigor, Nocerina, Igea Virtus , queste le formazioni che in ordine cronologico possono vantarsi da qui ai prossimi anni di aver sbancato Reggio Calabria, per altro senza il minimo sforzo. In questa Reggina è davvero difficile capire chi è più scadente tra dirigenti e la squadra, quel che è certo entrambe stanno contribuendo a scrivere le pagine più nere in 111 anni gloriosi di storia amaranto. Una dirigenza confusa , una squadra composta da giocatori finiti e con la pancia piena, sono il ritratto peggiore di una Reggina irriconoscibile . I “senatori” reggini, quelli che sono cresciuti con i colori amaranto e che devono tutto alla Reggina, sono i primi responsabili di questa stagione disastrosa. Incapaci di prendersi le proprie responsabilità e di non trasmettere al resto della squadra quel senso di appartenenza. Una stagione che doveva vedere gli amaranto lottare ai vertici, ma che invece dopo appena dieci giornate disputate di campionato possono dire già addio ai sogni di gloria.
L’arrivo di Torrisi in panchina non ha sortito alcun effetto, a dimostrazione che i problemi di questa Reggina vanno ben oltre la guida tecnica. Nel post gara di ieri, il tecnico amaranto, ha manifestato un certo ottimismo, a cui probabilmente non crede nemmeno lui. Nel calcio non si improvvisa nulla, nel calcio tutti vogliono entrare ma pochi possono riuscirci. L’eccezione la troviamo in Italia, dove i tutti operano nel calcio a discapito di quei profili competenti che restano fermi ai box. La Reggina di oggi ne è la prova lampante. Ancora questi signori non si sono resi conto che la Reggina è una cosa seria, un patrimonio da salvaguardare ad ogni costo, invece per i propri interessi è diventata il “giochino” di tutti, mancandole di rispetto e togliendogli la dignità. Questo disastro porta la firma di tutte le componenti: istituzioni locali, stampa, tifosi creduloni, colpevoli uno quanto l’altro di aver dato credito a soggetti venuti dalla Sicilia a sposare una sfida molto più grande di loro. Non sono esenti da colpe nemmeno i “so tutto io”, perché alla fine hanno sperato dall’inizio in questa catastrofe. Ci dispiace se questa penna possa far male come un proiettile, ma chi scrive lo fa con le lacrime agli occhi e la rabbia nel non accettare tutto ciò. Impossibile accettare di vedere la squadra della propria città sprofondare sempre più in basso, senza che qualcuno metta fine a questa sofferenza che ci saremmo potuti risparmiare se la politica non avesse messo becco.
Qui non c’è in ballo solo questa stagione, bensì il futuro di una Reggina che non si sa che fine potrà fare. Ad oggi è tutto indecifrabile e preoccupante. I presupposti non sono dei migliori, anzi tutt’altro, chi può deve intervenire il prima possibile e mettere fine una volta per tutte a questo spettacolo indecoroso. Ribadiamo, la Reggina è una cosa seria, voi no, non siete all’altezza. La Reggina non è una questione d’interessi, bensì d’amore e passione che in pochi dimostrano di provare realmente per i colori amaranto






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