La squadra amaranto ha dimostrato di essere fragile contro una Nuova Igea che non ha mai sofferto. Adesso si pensi ad una salvezza quantomeno dignitosa

Mister Torrisi non si discosta dal solito 4-3-3 con Lagonigro – perfettamente ristabilito – tra i pali; Palumbo, Domenico Girasole, Adejo e Distratto in difesa; Laaribi metronomo di centrocampo con Mungo e Porcino esterni; in attacco Di Grazia e Grillo a supporto di Montalto. Sasà Marra, invece, fa disporre i suoi secondo un 3-5-2 con l’obiettivo di tamponare e ripartire con Calafiore, Cess, Squillace, Cicirello e Samake.

Il primo tempo: la Reggina c’è ma non porta pericoli alla porta avversaria
Nonostante la buona presenza dei sostenitori amaranto (4500 circa) assiepati soprattutto nella “mitica” Curva Sud, gli ultras chiedono un maggiore impegno da parte dei giocatori con la casacca amaranto con cori, canti e striscioni. Contro la prima classe, ovviamente, serve una prestazione gagliarda da giocare con grande determinazione e quella dose di cattiveria sportiva che non guasta mai per cui i ragazzi della Sud non chiedono certamente la luna. Reggina subito pericolosa con Montalto che chiama alla parata il portiere avversario seguito qualche attimo dopo da Grillo che conclude alto di poco. Si intravede fin da subito che la squadra in casacca amaranto verticalizza con una certa (e finora sconosciuta) velocità mettendo fin da subito alle strette la formazione di Marra. Poco dopo sono gli ospiti a rendersi pericolosi con Joao Pedro il quale, però, non si coordina e permette alla difesa di casa di sventare l’insidia. In base a quanto si è potuto vedere in questo scorcio iniziale di gara, la Nuova Igea merita ampiamente la posizione che occupa grazie ad una intelaiatura organizzata, un sistema di gioco ben congegnato e con la bravura di elementi di grande spessore per la categoria come Balzano, Squillace, Calafiore, Samake (oggi abbastanza nervoso e con un giallo dopo 12 minuti) e Joao Pedro anch’esso sanzionato con un giallo a metà primo tempo per l’eccessiva veemenza nei suoi interventi. Nonostante ciò, è ancora Montalto in acrobazia a scaldare i guantoni a De Falco in una gara tutto sommato equilibrata. Al 38’ ospiti vicini al vantaggio con un colpo di testa di Samake servito magistralmente da Joao Pedro col pallone che esce di poco a lato. Ancora Reggina ai titoli di coda del primo tempo: Laaribi vince un contrasto a metà campo e serve in corridoio Di Grazia il quale controlla e tira col portiere che si salva in qualche modo. In questi primi 48 minuti abbiamo visto una Reggina leggermente migliorata dal punto di vista dell’incisività, nonché maggiormente intraprendente e manovriera sebbene poco incisiva sotto porta. Gli ospiti, invece, dove non sono arrivati con le “buone” hanno usato mezzucci (e calcioni) al limite del regolamento.

La ripresa: cronaca di una disfatta. E Lagonigro ci ha messo del suo
Per vedere qualcosa di “accettabile” bisogna aspettare il 54’ allorquando Palumbo, innescato da Grillo, mira il primo palo impegnando in tuffo il portiere avversario, una sorta di telefonata. Al 56’ Rosario Girasole prende il posto di Palumbo vittima di crampi. All’ora di gioco, grazie al più classico degli strafalcioni, Lagonigro consegna la sfera a Cicirello che non ha alcuna difficoltà a depositare in rete un pallone che per la Reggina risulta sanguinolente. E pensare che il portiere avrebbe avuto tutto il tempo di controllare la palla e di rilanciarla comodamente in avanti. Dopo la rete avversaria, Torrisi manda in campo Salandria, Barillá Pellicanò e Edera cosicché gli amaranto si dispongono secondo un 4-2-4 per salvare il salvabile anche se, a dir la verità, anche il pareggio servirebbe davvero a poco. E, per giunta, nei minuti di recupero Samake non è riuscito a mettere dentro la palla due a zero per dare il senso dell’umiliazione ad una partita che ha nella ripresa ha visto soltanto la Nuovi Igea.

Pensierino finale… Adesso si punti alla salvezza sebbene non sia facile
A questo punto crediamo che proprio questa sera, a seguito della terza sconfitta stagionale (su cinque gare disputate al Granillo) gli obiettivi della Reggina debbano essere considerati letteralmente (e mestamente) cambiati. Dalle ore 17:00 di oggi, infatti, la formazione di Patron Ballarino dovrà pensare a non farsi risucchiare nella strenua lotta per la salvezza. Non era quindi colpa di Bruno Trocini se la Reggina era ed è sfilacciata, leziosa, disunita e disorganizzata così come non ha colpe specifiche Alfio Torrisi se i reparti sono troppo lontani tra loro, se non c’è gioco, se alcuni elementi non sanno più saltare l’uomo, se il portiere compie i danni (quelli veri) e se non si tira verso la porta avversaria






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