
Oggi è andata in scena la seconda seduta settimanale di allenamento volta a preparare la delicata sfida contro la capolista Igea Virtus, ovviamente agli ordini del tecnico amaranto Alfio Torrisi
Come abbiamo già scritto nella giornata di ieri, questa è per forza di cose una settimana “tosta” (ma tosta nel vero senso della parola), non solo perché gli amaranto dovranno affrontare la prima della classe ma (soprattutto) perché dalla gara che si giocherà domenica prossima al “Granillo” (il cui fischio d’inizio è fissato alle ore 15:00 e non alle 14:30) dipenderà gran parte del futuro del club in questo campionato. L’obiettivo è quello di dare continuità alla vittoria di San Cataldo ed uscire, quindi, da questo momento negativo sia dal punto di vista delle prestazioni che, di rimando, da quello dei risultati.
L’arrivo di Torrisi è coinciso con la conquista dei tre punti conseguiti contro una squadra rognosa, organizzata e mai doma che in certi frangenti ha messo in difficoltà Porcino e compagni nonostante l’inferiorità numerica. Tre punti importanti che fanno morale. E basta. D’altronde l’ex trainer del Trapani ha ereditato una squadra spompata, senza fiato e senza forze sia fisiche che mentali. Non avendo la bacchetta magica, Torrisi ha dovuto fare di necessità virtù, facendo scendere in campo quelli che pare stessero meglio o, se volete, i meno peggio. Torrisi non ha la bacchetta magica e questo è assodato. Proprio per questo motivo sarebbe molto opportuno esser chiari: i giocatori arrancano sul terreno di gioco dopo venti minuti dal fischio d’inizio e arrivano a fine partita praticamente spompati. Come può intervenire il nuovo allenatore per ovviare a questa scabrosa situazione? Non lo sappiamo. Anche perché non si può, nello stesso tempo, “cu n’occhio vardari a jatta e cull’autru frijri u’ pisci”: o si prepara la partita in base alle caratteristiche dell’avversario o si dà spazio ad una “sommaria” preparazione fisica dei calciatori. Oggi abbiamo avuto modo di constatare che il tecnico stia alacremente lavorando sia dal punto di vista della preparazione tecnico tattica (pressing alto, giro palla, marcamento a uomo nelle palle inattive, riempimento delle fasce e dell’area) che da quella fisica. Un lavoraccio che si spera dia i frutti sperati anche perché abbiamo visto un Torrisi grintoso, determinato, determinato e, a volte, arrabbiato ma anche prodigo di consigli e di suggerimenti anche (e soprattutto) al termine della dura sessione di allenamento.







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