C’è voluto tempo, pazienza e anche un po’ di sofferenza, ma alla fine Adriano Montalto ha ripreso a fare ciò che gli riesce meglio: segnare.
Il suo primo gol stagionale, arrivato sul campo della Sancataldese, ha riportato la Reggina al successo e, almeno per una notte, ha riacceso la speranza in un attacco che finora aveva prodotto più dubbi che reti.

Un colpo secco, da attaccante vero, accompagnato dal gesto che i tifosi conoscono bene: la mano alla gola, il “tagliagole”. Un’esultanza diventata il suo marchio di fabbrica, simbolo di rabbia, determinazione e appartenenza. E forse anche un messaggio: “sono tornato”.


Un inizio complicato

Il ritorno al gol di Adriano Montalto, dopo un avvio di stagione difficile, rappresenta una boccata d’ossigeno per la Reggina e per un reparto offensivo che, finora, ha faticato enormemente.
Gli amaranto hanno realizzato appena otto reti nelle prime nove giornate, subendone altrettante: numeri che raccontano un equilibrio precario, più frutto di sofferenza che di solidità.

A pesare è stata soprattutto la situazione d’emergenza in attacco.
L’infortunio di Ferraro, costretto a un lungo stop, quello di Ragusa, ancora ai box, e il recente problema muscolare di Edera, hanno privato la squadra di quasi tutte le sue alternative nel reparto avanzato.
Una serie di assenze che ha costretto la Reggina a inventarsi soluzioni di fortuna, adattando di volta in volta altri giocatori nel ruolo di falso nove, con risultati altalenanti e una pericolosità offensiva ridotta ai minimi termini.

Inoltre, il gioco prodotto nelle ultime settimane ha mostrato pochi spunti e una scarsa capacità di creare occasioni pulite. Le manovre offensive si sono spesso arenate tra errori tecnici e scarsa incisività, con un possesso palla sterile e poche verticalizzazioni realmente pericolose.

Per questo, il gol di Montalto non è solo una rete: è un segnale di vita. Il “Tagliagole” è tornato a fare il suo mestiere, e in un momento di difficoltà collettiva la sua esperienza e il suo istinto possono diventare il punto di svolta di una stagione che fin qui ha promesso più di quanto abbia mantenuto.

Mister Torrisi a fine partita incita i ragazzi amaranto
Torrisi incita i ragazzi amaranto dopo la vittoria a San Cataldo (Foto Pagina Facebook Reggina 1914)

Il gol che vale una scossa

A San Cataldo, in una partita sporca, nervosa e sofferta, Montalto è tornato ed ha ritrovato la via del gol.
Un lampo nel buio di una gara complicata, decisa da un suo tocco di rapina al 36’, che ha piegato la resistenza dei siciliani e riportato il sorriso a Torrisi, all’esordio in campionato sulla panchina amaranto.

Più che un gol, una scossa. Perché la Reggina, ancora oggi, dà l’impressione di una squadra in cerca d’identità: costruzione lenta, manovra prevedibile e poca concretezza sotto porta. Ma con un Montalto in condizione, il peso offensivo può cambiare radicalmente.
Il “tagliagole” non è soltanto un bomber: è un simbolo di grinta e orgoglio, qualità che questa Reggina deve ancora ritrovare.


La strada è lunga, ma la direzione è chiara

Con la vittoria sulla Sancataldese, la Reggina torna a respirare, ma non può certo dirsi guarita.
Il gol di Montalto è una luce nel tunnel, un segnale che qualcosa può sbloccarsi. Torrisi, nel suo primo commento post gara, ha chiesto “ferocia e fame”. E chi meglio di Montalto può incarnare questi concetti?

La stagione è ancora lunga, e i numeri restano impietosi: 8 gol fatti, 8 subiti, un attacco da costruire e un’identità tattica tutta da definire.
Ma, per adesso, basta quel gesto — la mano alla gola, la rabbia che diventa esultanza — per ricordare a tutti che il bomber c’è, e la Reggina può ancora rialzarsi. E domenica al Granillo arriva la capolista Igea Virtus ……

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