Negli ultimi anni la Reggio Calabria calcistica ha toccato il fondo come non mai, finendo nelle mani di giochi politici e personaggi inadeguati al mondo del calcio. Mai nella sua storia ultracentenaria, la Reggina si è trovata per il terzo anno consecutivo a dover disputare un campionato di Serie D, per altro nella maniera più imbarazzante. La Reggina dovrebbe essere un patrimonio da salvaguardare, un bene prezioso per tutti i reggini, per i quali ha rappresentato una sorta di riscatto sociale e orgoglio. Il club amaranto, dopo essere finito nelle mani di gente poco limpida si è trovata nell’estate 2023 ad essere oggetto di campagna elettorale e “giocattolo” di un’Amministrazione comunale che avrebbe dovuto occuparsi di ben altro, senza “abusare” di un bene collettivo chiamato Reggina.
Una serie di scenari che hanno portato gli allora i sindaci facenti funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Paolo Brunetti e Carmelo Versace, ad affidare la rinascita del calcio a Reggio ad un gruppo di siciliani, preferiti ad altri profili che avrebbero probabilmente garantito un futuro roseo al club di via delle Industrie. Questi signori arrivati da Catania, senza alcun dubbio bravissime persone, fin qui hanno prodotto il nulla, mostrando in più occasioni di non essere all’altezza di una piazza storica ed esigente come quella di Reggio Calabria. Questa stagione doveva essere quella della vittoria, quella che avrebbe dovuto vedere la squadra amaranto dominare il girone, invece dopo otto giornate ci troviamo a dover commentare una Reggina disastrosa, sprofondata in piena zona play out.
Una società confusa su tutto, una squadra senza carattere e rispetto sia per la maglia che indossa che nei confronti di quella tifoseria encomiabile rappresentata dai ragazzi della Curva Sud. Dirigenza non all’altezza, giocatori senza attributi, un allenatore abbandonato a se stesso che paga per tutti, questo è il quadro di una situazione a dir poco desolante. La sconfitta casalinga di ieri ad opera della Vigor Lamezia è frutto di totale incompetenza sia dal punto di vista gestionale che tecnico. Una proprietà che si è presentata due estati fa con saccenza ed arroganza verso un ambiente che ha visto e vissuto calcio vero. Isteriche conferenze stampa per giustificare i loro innumerevoli errori, attaccando tutto e tutti, ma soprattutto abili nel dividere una tifoseria già di per sè delusa e arrabbiata per essere piombata nel modo più traumatico tra i Dilettanti. Paga mister Bruno Trocini, probabilmente anche il diesse Bonanno, insomma sta per essere attuata una vera e propria rivoluzione, con la speranza che la confusione non cotinui a regnare sovrana all’interno di questa società di dilettanti allo sbaraglio, dalla quale non sappiamo più cosa altro aspettarci. Legittima la contestazione del tifo organizzato al termine della gara con la Vigor, proprio loro che non hanno mai smesso di sostenere la squadra in casa e fuori, facendo valere come sempre fede e passione per i colori amaranto. La gara di mercoledì sera di Coppa Italia contro la Nocerina, sembra passare in secondo piano, considerato le difficoltà che rischiano di compromettere la stagione e non solo.
Il momento negativo del calcio a Reggio Calabria rappresenta uno dei tanti volti cupi di una città già in ginocchio per i suoi noti problemi, oltre che prigioniera di un degrado socio-politico e culturale senza precedenti. Il calcio è di tutti ma non per tutti, lo stesso discorso vale per chi pensa di poter fare calcio a Reggio Calabria, rischiando d’imbattersi in una causa troppo grande e dalla quale è difficile uscirne. Alla fine il campo ti presenta sempre il conto, in questo caso anche piuttosto salato. Non basta chiedere scusa alla città, ma avere l’umiltà e l’intelligenza di farsi da parte, ammettendo di aver sposato una sfida impossibile per chi come loro non possiedono quei requisiti necessari per rilanciare il calcio a Reggio Calabria. Come detto in precedenza, paga per tutti Bruno Trocini, grande lavoratore e bravo professionista, tradito da chi avrebbe dovuto metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio. Da ieri sera impazza il “toto allenatore”, tanti nomi accostati alla panchina amaranto come anche per il ruolo di diesse, ma il punto su cui focalizzarsi è di cosa ne sarà di questa martoriata Reggina, ormai condannata a soffrire. Solo il tempo potrà dirci cosa succederà da qui in avanti, resta però il fatto che entusiasmo e fiducia stanno ormai scemando nell’ambiente. Servono interventi drastici e immediati se si vuole tentare di porre rimedio a tutto ciò. Ad oggi abbiamo fallito tutti, semplicemente perché eravamo impegnati a litigare l’uno con l’altro, per difendere o andare contro a quel presidente o dirigente che sia, perdendo di vista cosa rappresenti davvero la Reggina, vale a dire entità e amore sconfinato, sentimento quest’ultimo che oggi da parte di alcuni viene purtroppo manifestato soltanto per un proprio tornaconto. Ridateci la Reggina, ridateci quell’identità di cui andavamo fieri e orgogliosi. Noi siamo Reggio Calabria, la Reggina non è per tutti, perciò liberatela da quel “marciume” chiamato politica e da chi si è permesso di prendersi gioco di un bene prezioso che dovrebbe essere semplicemente amato e protetto come un figlio.






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