La Nocerina è il prossimo avversario della Reggina in Coppa Italia: quante similitudini con la formazione amaranto!

Nata per contendere alla Scafatese la palma di “regina” del non irresistibile girone G, la Nocerina proprio non riesce a decollare: con il pareggio odierno maturato fra le mura amiche contro il Montespaccato, i “molossi” hanno raccolto fin qui 12 punti, in virtù di tre vittorie, tre pareggi e altrettante sconfitte.

La dirigenza rossonera, con a capo il Presidente Raffaele Stella ed il Vice Alfredo Comitino, non ha badato a spese ingaggiando elementi che parevano di assoluto valore per la categoria (quali, giusto per citare alcuni: Diop, Rosso, Vacca, Aliperta, Giannone e gli ex Reggina Bezzon e Tazza, oltre all’ultimo arrivato Simeri), affiancandoli a giovani di belle speranze del calibro di Russo, De Crescenzo e Maggiore e riconfermando il tecnico Salvatore Campilongo all’indomani della vittoria nella finale playoff del girone H (nel quale ha militato la Nocerina nello scorso campionato).

Le premesse per una stagione da protagonisti c’erano tutte, ma l’avvio stentato in campionato, culminato con la sconfitta casalinga con l’Albalonga ha indotto la dirigenza rossonera a procedere con l’avvicendamento in panchina: via Campilongo (che ha salutato dopo la vittoria di Anzio), al suo posto ecco Franco Fabiano.

Il tecnico napoletano, reduce da un’annata divisa fra Scafatese (esonero) e Savoia (anonimo finale di stagione) era partito bene, vincendo in campionato con Olbia (in rimonta) e Palmese ed eliminando la Gelbison dalla Coppa Italia con un rotondo 4-1. E poi? Patatrac in terra sarda: dallo 0 a 2 (in gol Opoola e Diop) al 3 a 2 per il Budoni è stato un attimo. Tre schiaffoni, uno dietro l’altro, che hanno il potere di riaprire ferite sanguinolente in una trasferta che poteva essere agevole. Per non parlare, come detto, dell’ultimo pareggino interno contro il Montespaccato (ultima in classifica con 3 punti) che ha beffato i molossi all’ultimo respiro (in gol Konate per la Nocerina e Coratella per gli ospiti).

Cosa sta accadendo nella capitale del pomodoro? Nulla di diverso rispetto al Sant’Agata di Reggio Calabria: della bella Nocerina della scorsa stagione sono rimasti quattro superstiti: Ciccio Felleca (calciatore di qualità indiscussa, ma che non riesce a garantire la continuità necessaria), Magnus Troest, Antoni Wodzicki e Filippo Fraraccio.

Insomma, il Direttore Sportivo Cosimo D’Eboli – con l’avvallo del Direttore Generale Giuseppe Prete – ha pensato bene di smembrare una squadra che ha vinto i playoff. “La disfatta della Nocerina ha un colpevole principale: la gestione sportiva”, scrivono da Nocera Inferiore. E rincarano la dose: “Una figura esperta e navigata come D’Eboli non può permettersi di pensare di vincere il proprio raggruppamento con una squadra composta da buoni giocatori. In serie D servono i top player che conoscano a menadito la categoria. E, soprattutto, non c’era alcun bisogno di smantellare un gruppo che funzionava”. Sotto accusa il reparto difensivo la cui (tenera) età di alcuni elementi incide in modo “catastrofico”. Infatti, sulle varie testate giornalistiche sottolineano i “limiti di mobilità e reattività che costano cari in campo”. In altri termini, il reparto Under risulta a dir poco, “scarso”. “È vero che trattasi di giovani alle prime esperienze nei dilettanti, ma una società che punta in alto deve scegliere gli Under migliori sul mercato, non semplicemente riempire la rosa”.

Leggendo quanto espresso dalla stampa campana sulla Nocerina, non si può non fare una sorta di comparazione con la Reggina. Il campionato scorso è terminato con un crescendo di gioco e di risultati e mai si sarebbe potuto immaginare che da lì a poco il “giocattolo” si potesse rompere. Non sapendo gestire i comportamenti assurdi di alcuni Procuratori che hanno fatto allontanare elementi come Barranco, Giuliodori, Cham, Remelus e Ndoye, il DS amaranto ha dovuto dirottare l’attenzione verso “ragazzini” per lo più sconosciuti, inesperti e senza alcuna esperienza pregressa. Per non parlare dei “senatori” che tutti (indistintamente) disegnavamo come veri e propri salvatori della patria. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la difesa è un colabrodo (sette gol beccati “vengono” da palle inattive quasi fossero fotocopie ingiallite ed una rete, quella di oggi, letteralmente regalata da uno stop sbagliato di Laaribi), la costruzione del gioco è demandata a “gente” che non l’ha mai fatta, chi dovrebbe pensare a sfondare per vie esterne è l’ombra di sé stesso e chi dovrebbe andare in gol non vede un pallone. E vieppiù, quei calciatori che l’anno scorso ci hanno fatto sussultare per la bontà delle loro giocate, quest’anno ci fanno mangiare il fegato.

Non v’è dubbio che quella tra Reggina e Nocerina sarà la sfida tra deluse, e se in casa amaranto l’allontanamento del tecnico potrebbe essere una questione di ore, anche in casa rossonera un nuovo stop sarebbe difficile da digerire e potrebbe portare a decisioni clamorose. Dopo la cocente sconfitta casalinga ad opera della Vigor Lamezia che ha fatto la partita della vita “anche quest’anno vinceremo l’anno prossimo” come dicono quelli del “Bar dello Sport”. E teniamo a precisare un ultimo concetto: siccome la compagine amaranto è (sulla carta) nata per vincere, l’ipotetica corsa salvezza della Reggina sarebbe difficile, micidiale e piena di insidie non essendo abituata a certi ritmi e a certe situazioni. Che il Dio del calcio ce la mandi buona…   

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