All’indomani della sconfitta rimediata dagli amaranto nel derby dello Stretto, in casa del Messina, l’amarezza e la delusione regnano sovrane tra i tifosi reggini. La Reggina, ieri al San Filippo, è stata protagonista di una prestazione a dir poco imbarazzante, priva di idee e carattere, consegnandosi ad un giovane Messina che con la giusta fame e un’ottima organizzazione tattica si è aggiudicata una vittoria preziosissima, utile ad azzerare quasi il -14 in classifica. Agli amaranto non è bastata alla vigilia del derby la carica degli ultrà al Centro Sportivo Sant’Agata, purtroppo la squadra di Trocini si conferma una squadra apatica e senza identità. La classifica attuale lascia ancora speranze di risalita a Barillà e compagni, ma dopo sette giornate disputate il campo non ci fa essere per nulla fiduciosi. Ad oggi questa squadra non è nelle condizioni di poter far pensare ad una risalita al vertice. La società dopo un lungo silenzio stampa è tornata a parlare attraverso il suo patron, Antonino Ballarino, il quale mette i giocatori sul banco degli imputati, assolvendo (almeno per il momento) il tecnico Bruno Trocini: “Squadra ridicola e senza cuore. Chiedano la rescissione del contratto”. E’ così che il massimo dirigente catanese si è rivolto ai giocatori durante l’intervallo della gara. Solitamente quel che si dice negli spogliatoi, non dovrebbe mai essere svelato all’esterno. Sorvolando su questo particolare che poi tanto particolare non è, restano comunque forti le parole del patron all’indirizzo della squadra .
Giocatori sotto accusa, responsabili di questa disfatta, vien però da chiedere chi li abbia scelti? Non di certo i tifosi, ormai esasperati e stanchi di questa situazione che non vede via d’uscita da questa infernale Serie D. E’ sotto gli occhi di tutti che la squadra abbia perso qualcosa a livello qualitativo rispetto alla passata stagione, purtroppo non bastano i nomi altisonanti per vincere i campionati. Il nome altisonante se non si cala con la giusta mentalità in una categoria come la Serie D fa un’enorme fatica e può impattare a delle figure barbine. Quello che vediamo in campo è il frutto di chi opera dietro la scrivania, vale a dire una società che continua a navigare a vista, orfana inoltre di una figura fondamentale come quella del direttore sportivo. Nel calcio non si improvvisa nulla, per ottenere risultati servono programmi e competenze che in casa Reggina sembrano fortemente latitare. L’obiettivo di quest’anno era quello di vincere, invece società e squadra stanno deludendo le attese della vigilia.
Zero alibi o “isteriche” conferenze stampa come abbiamo assistito nel recente passato, in cui si cercavano colpevoli o cause inesistente per giustificare l’operato di una società che probabilmente si è avventurata in un qualcosa di troppo grande. Ogni settimana ci auguriamo che possa esserci un cambio di rotta, ma per fare in modo che ciò accada serve prima essere provvisti di attributi e poi di qualità tecnica, considerato che al momento questi signori che scendono in campo hanno il privileggio di indossare questa gloriosa maglia stanno dimostrando di non avere nè l’uno e nemmeno l’altra. Tornando al discorso rescissioni, sarebbe cosa buona e giusta capire se qualcuno all’interno della rosa si ritiene o meno da Reggina, in modo da pensare seriamente alla possibilità di cambiare aria. Guardando la classifica, la sfida di domenica prossima con la Vigor Lamezia , rappresenterebbe un vero e proprio scontro salvezza. Uno scenario a dir poco deprimente per le ambizioni di questa Reggina, capace di far spegnere entusiasmo e fiducia anche ai più ottimisti. E’ dura esprimersi in questi toni anche per un umile operatore dell’informazione come il sottoscritto, ma la situazione è davvero insostenibile e all’orizzonte non sembra esserci nulla di buono. L’augurio più grande è quello di essere smentiti con i fatti sin da subito. Le soluzioni al problema possono trovarle soltanto società e squadra, guardandosi negli occhi e rendersi conto una volta per tutte che la Reggina è una cosa seria. Molto seria, un patrimonio da salvaguardare non una semplice squadra di calcio o ancor meno il giocattolo di chi vuol farne i propri interessi. Ribadiamo, la Reggina è una cosa seria






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