Esclusiva albamaranto.org – Chiacchierata a tutto campo con il tecnico calabrese: “Addio al Sambiase scelta mia, giusto rifondare anche la rosa. Trocini a rischio? Non mi ha cercato nessuno…“
Le interviste di Rocco Genovese
Mister Morelli, iniziamo dalla stretta attualità: ieri è giunta la notizia dell’esonero di Campilongo alla Nocerina, da pochissimo è stato annunciato l’arrivo di Fabiano al suo posto. “Mi dispiace molto per Campilongo, è un tecnico che stimo ed ha fatto molto bene in questa categoria. Sono convinto che avrà modo di ripartire presto“.
La sua posizione era sotto osservazione da giorni, anche se dopo la sconfitta casalinga con la Gelbison tra i tecnici in bilico metterei anche lo stesso Trocini alla Reggina. In tutta onestà: in questi giorni non l’ha cercata nessuno? “No, assolutamente. Ho avuto qualche ammiccamento quest’estate con alcune società, non se n’è fatto nulla ma non è un problema“.
Però è singolare che un allenatore come lei, che lo scorso anno ha fatto due vittorie su due con il Siracusa e praticato per larghi tratti della stagione un calcio spettacolare, sia ancora a spasso. Non c’è stato modo di ricomporre la coppia con il ds Mazzei anche a Torre Annunziata, ad esempio? “Mi sarebbe piaciuto molto, purtroppo non siamo riusciti a concretizzare la cosa; tuttavia, il lavoro di Catalano in queste settimane è stato ottimo e si vede che il Savoia è in una grande condizione. Mercoledì ha vinto agevolmente in casa dell’Enna, una squadra che avevo visto dal vivo la partita precedente con la Vigor e non mi era piaciuta, ma penso che in questo momento sia difficile per chiunque affrontare il Savoia“.
Era la prima volta che tornava al “D’Ippolito”? “No, avevo visto Vigor-Sambiase nel primo turno di Coppa Italia e poi domenica ho visto Sambiase-Vibonese e con ogni probabilità sarò nuovamente allo stadio domenica per il derby di campionato“.

Vogliamo parlare del “suo” Sambiase? “Non mi permetto di giudicare il lavoro del mio successore, tanto meno che qualcuno fraintenda le mie parole, ma sono rimasto in ottimi rapporti con il presidente e sono contento che il Sambiase sia partito bene. La decisione di lasciare questa estate è partita da me, molto ha inciso il fatto che ritenevo di non poter fare di più con quel gruppo e che quest’anno le pressioni e le aspettative sarebbero state molto alte e magari qualche passo falso in campionato, soprattutto all’inizio, non sarebbe stato accolto bene. Vero è che anche io, fossi stato nei panni del presidente, avrei cambiato lo staff tecnico e rifondato la rosa, per creare un nuovo gruppo e trovare nuovi stimoli“.
Che impressione le ha fatto la Vibonese? “Non buona, al di là delle proporzioni del risultato, ma è chiaro che il mio giudizio resta sulla singola partita. Ho visto una squadra lenta, con movimenti facilmente leggibili e che non aggrediva in maniera efficace l’avversario, soprattutto per riprendere la palla una volta persa“.
Mi ricollego al suo discorso su ambizioni e aspettative. Così come due anni fa con il Siracusa e, per certi versi, lo scorso anno proprio con il Sambiase, anche in queste prime battute c’è una squadra proveniente dall’Eccellenza che è partita alla grande ed ora è addirittura da sola in vetta alla classifica. Il primo posto del Gela è solo figlio dell’entusiasmo post-promozione? “Non solo, ma è anche il segnale che il girone I, che non è mai stato di qualità eccelsa, quest’anno si è ulteriormente livellato verso il basso, penso che il girone G e l’H siano di tutt’altra caratura. La classifica adesso è un po’ falsata per via di tutti questi scontri diretti ravvicinati tra squadre candidate al successo finale che inevitabilmente si sono rubate punti a vicenda, ma il primo posto del Gela è sorprendente fino ad un certo punto: sicuramente la componente “entusiasmo” conta, ma la società ha preso calciatori esperti per la categoria e fatto degli innesti mirati in ogni settore del campo, e non penso solo a Sarao o a Mbakogu, che hanno annunciato da poco; ad esempio, a me piacciono molto Maltese ed Aperi, che proprio contro la Vigor nell’ultimo turno ha fatto una doppietta“.
Ha avuto modo di seguire la Reggina? “Ero al Granillo per vedere la partita con la Nissa, ne ho approfittato per riabbracciare Ferraro dopo averlo avuto lo scorso anno. Diciamo che se la Nissa avesse trovato il pareggio non sarebbe stato uno scandalo“.
Ferraro domenica non ci sarà perchè è stato squalificato, ma con ogni probabilità saranno della partita altri elementi che ha avuto lo scorso anno, ossia Frasson, Muñoz e Umbaca. Soprattutto quest’ultimo è partito alla grande, come si può fermare un calciatore così? “Ciccio (Ferraro, ndr) è un fenomeno, sa che stravedo per lui. Lo ritengo un calciatore fortissimo, in attacco non dà punti di riferimento agli avversari e poi è anche un ottimo colpitore di testa. Non vorrei essere nei panni di chi dovrà marcarlo (ride, ndr)”.
Prendiamo appunti e poi li gireremo a chi di dovere, non fosse altro perché la difesa della Reggina ha lasciato molto a desiderare nell’ultima uscita; in particolare, in parecchi hanno evidenziato l’inopportunità di marcare a zona sulle palle inattive. Lei ha dei consigli non richiesti da dare al suo collega Trocini? “Non mi permetterei mai, non scherziamo. Brunello è un tecnico navigato, che stimo e rispetto, e gli auguro di cuore di trovare le soluzioni per venire fuori da questo periodo non semplice. Quanto al discorso squisitamente tecnico, mi limito a dire che sulle palle inattive con le mie squadre ho sempre marcato a uomo, perché quando si marca a zona c’è sempre il rischio che il calciatore non copra a dovere la propria e si sovrapponga a quella dei compagni. La marcatura a uomo è chiaramente più semplice da applicare“.
Anche alla luce di quella dritta su Umbaca, mi viene da pensare che sarebbe il caso di raddoppiare la marcatura su di lui, magari passando ad un 4-4-2 o ad un 4-4-1-1, così gli esterni alti possono anche coprire le incursioni sulla fascia dei terzini e consentire loro di arrivare più facilmente al cross… “Che analisi! Ripeto che non dico a Bruno (Trocini, ndr) cosa fare, però tu sappi che stai parlando con me, che amo giocare con il 4-4-2 perché lo ritengo un modulo che garantisce sicuramente equilibrio e copertura, ma può anche prestarsi a tante interpretazioni e varianti. Anche sull’utilità del ricorso ai cross mi trovi d’accordo: dico sempre ai miei calciatori di buttare spesso palloni in area, perché può sempre succedere qualcosa una volta che la palla è nell’area avversaria“.
La lotta per la promozione per gli amaranto è già compromessa? “No, però storicamente chi ha vinto il campionato non ha mai raccolto più di 3 o 4 sconfitte in tutta la stagione, con la Gelbison è stato sprecato un bonus importante. Nella prima parte di stagione è fondamentale raccogliere più punti possibile, perché inseguire e recuperare terreno non è mai semplice, ma i veri valori si vedranno dopo la sessione di mercato di dicembre e prima di allora ogni giudizio è prematuro. Di sicuro non ridurrei il discorso per il successo finale ad un duello tra Reggina e Nissa: il Savoia è veramente forte, la stessa Gelbison non va sottovalutata e vediamo se il Gela ha la forza di reggere questo ritmo fino in fondo“.
Ho cercato in tutti i modi lo scoop ma non ci sono riuscito, quindi è garantito che sulla panchina della Reggina non aleggia il fantasma di Claudio Morelli. “Esatto” (ride, ndr).
Però lei è pronto a ripartire, e non solo le auguro che accada a breve ma credo proprio che andrà così. Lei non ha mai allenato fuori dalla Calabria, sarebbe pronto ad una esperienza fuori regione? “Assolutamente sì, andrei tranquillamente anche in una squadra di un altro girone“.






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