Consueta conferenza stampa del venerdì del trainer della Reggina: “Abbiamo tanto da lavorare. Non basta chiamarsi Reggina per vincere le partite”

Bruno Trocini è stranamente stanco e abbattuto: è infatti tutto meno che il solito guerriero pronto ad usare sia la spada che il fioretto, ad “affrontare” la platea di giornalisti che si aspettano “delucidazioni” sul big match tra la sua squadra e la Nissa di Mister Di Napoli. La prima domanda è incentrata sulle voci che indicano il ritorno di Giuliodori, Cham e Ndoye. La sua risposta è stringata, quasi telegrafica: “Non dovete parlare con me, io non mi occupo di mercato”.
A proposito della prestazione di Vibo Valentia e Favara, Mister Trocini ha ammesso: “La squadra ha sentito la pressione ed il peso della conquista della vittoria a tutti i costi e la prestazione non è stata quella che tutti ci aspettavamo. Abbiamo tanto da lavorare – ammette il tecnico amaranto – anche perché quando in una squadra subentrano 15/16 elementi nuovi il gruppo viene per forza di cose rivoluzionato. Bisogna necessariamente ripartire da zero benché ci sia una base importante e benché alcuni ragazzi si stiano ancora conoscendo tra loro”.
E ancora: “L’anticipata uscita di Toti Porcino a Favara ha scombussolato i nostri piani e la prestazione non è stata delle migliori. Forse eravamo troppo sicuri di noi, io per primo. D’altra parte, il passato, nel calcio, vale zero”.
Pungolato dai giornalisti, l’allenatore cosentino si deve ripetere: “Nel calcio si parte sempre da zero e noi abbiamo l’obbligo di calarci nella realtà di questo campionato: non basta chiamarsi Reggina per vincere le partite. Mi sento di dire di aver lavorato tanto in settimana perché riconosco che dobbiamo migliorare talune cose che prima ci riuscivano con semplicità quindi non è un problema tecnico-tattico ma di testa…”






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