Ripartire senza se e senza ma per non perdere di vista le battistrada

Andata in archivio l’inaspettata sconfitta in quel di Favara, non senza polemiche e mugugni vari, la Reggina si prepara ad ospitare la Nissa in quello che sarà il match clou della seconda giornata. Se gli amaranto sono costretti a leccarsi le ferite, benché abbiano una maledetta voglia di risollevarsi, i biancoscudati non si possono permettere di sbagliare ancora una volta. Infatti, dopo l’uscita dalla Coppa Italia ad opera della Sancataldese, la compagine biancoscudata non è riuscita ad andare oltre il pari con la matricola Milazzo ridotta in dieci a causa dell’espulsione diretta di Dama. Le cronache parlano di una Nissa arrembante, molto tecnica, organizzata e ben disposta in campo ma che ha dovuto fare i conti con la giornata di grazia del portiere avversario bravo e reattivo nel chiudere a più mandate la “saracinesca”. Il calcio – se vogliamo – è anche questo.
E la Reggina? L’abbiamo scritto in tutte le salse possibili: la squadra allestita da Bonanno (secondo le indicazioni di Mister Trocini), ha bisogno di un rodaggio prolungato visto che attori nient’affatto comprimari sono ancora lontani dalla condizione ottimale. Stiamo parlando – ad esempio – di Di Grazia che in queste prime uscite stagionali è risultato incapace di puntare e saltare l’uomo. O di Ragusa che si è limitato a passeggiare sia a Palmi che a Favara oppure di Barillà che stenta a trovare la posizione in campo. Anche Laaribi è la brutta copia dello scorso campionato così come Mungo, che dovrebbe “tagliare e cucire”, in questo frangente, risulta pressoché irriconoscibile. Per non parlare della difesa: in occasione del primo gol avversario, Ignacio Varela ha avuto tutto il tempo di controllare la sfera e tirare in porta con i centrali (Girasole da una parte e Adejo dall’altra) che si sono limitati a guardare quando avrebbero dovuto aggredirlo facendogli “assaggiare” i loro tacchetti. Vogliamo dirla tutta? Il giovane Distratto pare non sia ancora entrato nei meccanismi difensivi richiesti da Trocini e – soprattutto – non ha ancora compreso la sostanziale differenza che c’è tra un settore giovanile e la Serie D. La stessa cosa vale per Lanzillotta e Palumbo (quest’ultimo rimane pur sempre un esterno alto anche se il tecnico lo vede meglio da terzino) nonché Fomete che ha un bel fisico e tanta volontà ma pochissima cattiveria. Voci di corridoio, però, indicano il ritorno di Cham che non ha trovato spazio alla Carrarese. Difficile, invece, vedere in amaranto Giuliodori che il Cerignola ha messo fuori rosa dopo averlo prelevato dalla Reggina. Resta davvero complicato rivederlo in amaranto anche perché l’argentino ha perso lo status di under. I bene informati, tra l’altro, danno Cham già in città e già in contatto con Trocini. Notizia che non è stata verificata – per il momento – ma sappiamo che vox populi…
E non possiamo esimerci dal parlare di Bruno Trocini, rimasto abbastanza perplesso – e imbarazzato – dalla performance dei suoi ragazzi tanto da proferire “credevamo di essere una super squadra e invece dobbiamo lavorare tantissimo per non vanificare tutto”. “Certo, non è un undici straordinario perché, se lo fosse stato, non avrebbe perso contro il Favara” potrebbe dire qualcuno… Nel contempo non possiamo supporre che i calciatori siano diventati tutto ad un tratto brocchi, inetti e sprovveduti per cui, muovendo da questa consapevolezza e a parte il tanto lavoro che Trocini dovrà fare per migliorare alcuni aspetti tecnico-tattici, siamo sicuri che la preparazione estiva darà presto i suoi frutti e che la birra in corpo durerà fino all’ultima giornata. Nel frattempo, però, la cosa più importante è che non si perdano di vista le battistrada Gelbison (impegnata a Paternò) e Vibonese (a Enna), nonché il Gela (che domenica ha fermato il Savoia, ospita il Ragusa) ed il Savoia stesso che andrà a far visita all’Acireale. Quindi: urge la vittoria della Reggina senza se e senza ma. Però c’è un però (come in tutte le cose): questa squadra resta comunque forte e i giudizi (quelli veri e non sommari come siamo costretti a leggere sui social in questi giorni) si potranno “fare” dalla decima giornata in poi quando, cioè, ci saranno più elementi da esaminare sia in negativo che (speriamo) in positivo. Se inoltre vogliamo essere onesti intellettualmente (chiamateci ingenui, non ci interessa) dovremmo sottolineare i pali colti da Mungo e Montalto in altrettante azioni che hanno evidentemente messo in serissime difficoltà la formazione gialloblù. Nell’ipotetico 1 a 3 per la compagine amaranto, il Favara sarebbe infatti sparita dal terreno di gioco. Per non mentovare il rigore magnanimamente concesso all’arbitro per il presunto fallo di Lanzillotta su Piazza, costato davvero caro alla Reggina. Resta pur sempre il rammarico e la delusione della prima e inaspettata sconfitta dopo i proclami della vigilia. Ma questo è il calcio…






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