La Reggina ha debuttato in campionato perdendo 2-1 in trasferta contro il Castrumfavara. La partita al “Giovanni Bruccoleri” è stata decisa da una doppietta di Ignacio Varela per il Castrumfavara (al 9’ e su rigore al 78’) e dal gol del difensore Girasole per gli amaranto. Il tabellino conferma che la Reggina di mister Trocini è scesa in campo con il classico 4-3-3 iniziale. Del resto, già nelle amichevoli precampionato Trocini aveva ribadito l’identità tattica della squadra basata sul 4-3-3 con una costruzione dell’azione dal basso che privilegia passaggi più in verticale possibile e cambi di gioco rapidi anziché scambi orizzontali al centro. In questa partita, tuttavia, la Reggina ha faticato a sviluppare il gioco con la fluidità richiesta: il possesso palla non ha trovato supporti laterali né verticalizzazioni incisive.
Pressing e contropiede del Castrumfavara
Il Castrumfavara, allenato da Infantino, si è schierato in un 3-4-3 piuttosto aggressivo. Questo modulo, con tre difensori centrali e ali avanzate, ha favorito un pressing alto fin dai primi minuti. Le punte e gli esterni del Castrumfavara hanno subito aggredito i difensori amaranto, forzando i passaggi negli spazi laterali. Questo stile ha permesso ai padroni di casa di recuperare palla in zone avanzate. Dopo aver attuato questo pressing offensivo, il Castrumfavara si è ricompattato nelle proprie trequarti, stringendo le linee di passaggio al centro e abbassando la squadra dietro la linea della palla. In questi frangenti gli avversari non hanno trovato varchi centrali: l’impostazione “a guscio” difensivo e l’attenzione ai duelli individuali hanno chiuso molte opzioni di passaggio verso i trequartisti e l’attaccante amaranto. Da queste situazioni di recupero palla sono nate le ripartenze decisive: in contropiede il Castrumfavara ha lanciato rapidamente gli esterni e le punte verso la porta avversaria. In effetti, i due gol di Varela sono arrivati proprio da rapidi passaggi filtranti in area dopo il recupero alto, confermando l’efficacia del contropiede come strategia.
Criticità nella manovra della Reggina
La Reggina ha pagato una serie di problemi tattici e tecnici nella propria manovra. In primo luogo, va detto, c’è una condizione fisica ed atletica non ottimale, non potrebbe essere diversamente in questa fase della stagione, e la manovra offensiva è apparsa eccessivamente lenta e orizzontale: la squadra ha tenuto il possesso palla al limite dell’area senza rapide verticalizzazioni, il che ha consentito al Castrumfavara di organizzare la difesa centrale. I giocatori amaranto hanno spesso girato palla sul perimetro dell’area avversaria, non trovando il regista libero o lanci in profondità.
Un secondo limite è stato il poco sfruttamento delle fasce, in particolare quella destra. Nel 4-3-3 l’ala destra (assistita dal terzino destro) dovrebbe cercare scambi rapidi e cross in area. In questa partita il gioco sugli esterni non si è mai sviluppato: i terzini, sia Distratto che Palumbo, e gli attaccanti posti sulle fasce hanno ricevuto pochi palloni giocabili, di conseguenza il Castrumfavara non è stato costretto ad allargare la difesa come sarebbe stato necessario per creare spazio centrale.
C’è tanto lavoro da fare …..
La sconfitta subita (nonostante due pali colpiti dalla Reggina) è figlia di queste criticità tattiche. Il Castrumfavara ha meritato grazie a un’efficace organizzazione difensiva con pressing alto e rapide ripartenze, mentre la Reggina dovrà lavorare per accelerare il giro palla, migliorare il gioco sulle fasce e incrementare le verticalizzazioni in verticale, conformemente ai principi di un 4-3-3 ben riuscito.






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