E magari scopriremmo delle risorse inaspettate.

La vera o presunta vicenda della cessione della Reggina sta creando in città un clima da “resa dei conti”. Con due fazioni che si contrappongono con giudizi al vetriolo da entrambi le parti. Ormai è un tutti contro tutti che non fa onore a nessuno. E chi non si allinea e’ contro, e’ un soggetto da attaccare a prescindere . Insomma un clima infame con il famoso “o come me o contro di me”.
Ormai Reggio è diventato improvvisamente un campo di battaglia anche ideologico, e la posta in palio non è più a mio avviso “il bene della Reggina” ma l’affermazione di una fazione o dell’altra per l’esercizio di un potere e la conquista di visibilità e rendite di posizione.
Tutto questo mi riporta ad un articolo che leggevo tempo fa sul Corriere della sera, un contributo di Daniel Lumerà che affermava “Viviamo in un tempo in cui la violenza fisica, verbale, psicologica, economica ed ecologica viene non solo tollerata, ma anche sdoganata, sostenuta e strumentalizzata dai potenti della terra, dai loro team e da molti mezzi di comunicazione” .
Una forma di violenza quasi non solo imputabile ai social dico io ma che si rispecchia ormai “nella follia dell’ego”.
Questa vicenda “domestica” mi dà lo spunto per fare un’analisi non solo sociale di quanto sta accadendo a Reggio Calabria, ma anche risalire alle radici di questo male antico: la totale mancanza di una borghesia economica e sociale illuminata. Una classe sociale che detti i tempi morali alla città. Uno zoccolo duro che sappia indirizzare anche le nuove leve, i giovani professionisti ed i nuovi imprenditori, in un solco di tradizioni e buon vivere.
Perché come ho detto, e continuo a dire a Reggio non possiamo avere una grande squadra se non si possiede il respiro di una grande città ed una coscienza civica adeguata.
E riprendendo ancora le parole di Daniel Lumera sembra che “L’essere umano sembra avere un rapporto unico e prediletto con l’istinto distruttivo” e vedo che a Reggio di questo siamo ormai maestri.
E non può esistere nessuna giustificazione a questo odio che le persone covano al loro interno. Perché giorno dopo giorno queste goccie di risentimento non aiutano certo la città a risollevarsi, ma anzi la fanno sprofondare sempre di più in quella discesa agli inferi che tabelle e statistiche ormai certificano impietosamente con immancabile regolarità nelle loro analisi sulla “qualità della vita”.
Reggio prima di una grande squadra avrebbe bisogno di una grande classe dirigente. Politici e professionisti che abbiano una visione chiara e condivisa con i cittadini su quello che la città deve. e sopratutto vuole diventare.
Ognuno di noi, nessuno escluso, ha una responsabilità personale in tutta la violenza verbale che questa vicenda oggi sta assumendo.
Perche il modo per disinnescare questo oceano verbale e verboso esiste: basta fare solo riferimento e parlare alle centinaie di persone che possono diventare migliaia, a Reggio, che, nonostante le enormi difficoltà, continuano a credere nella bellezza della città e delle sue infinite risorse culturali e paesaggistiche.
Ecco e’ da questo “Capitale umano” che bisogna ripartire, e’ intercettando i loro desideri e le loro visioni che potremo far ripartire quella coscienza universale che farebbe decollare questa città.
Oggi questa vicenda della Reggina opportunamente veicolata sui media e sui mezzi di comunicazione può diventare il volano di una presa di coscienza di tutti coloro che intimamente e silenziosamente nutrono, nonostante tutto, amore verso la nostra Reggio.
Una priorità che non possiamo più rimandare.
Come ? Ad esempio ripartire dal settore vacanziero paesaggistico e gastronomico.
Oggi per esempio, secondo un’indagine riportata dal “Sole24Ore” il mercato delle vacanze per la “goldenage”, quel segmento di popolazione over 65 ma ancora in buona salute e con la voglia di spendere, in Europa vale circa 20 miliardi di dollari che possono diventare 36 nel 2029.
Avremmo tutte le caratteristiche, in Calabria e sul nostro territorio, per offrire il nostro paesaggio, il nostro buon vivere e le nostre specialità culiniarie per questo segmento di turismo che vuole vivere bene e con lentezza le sue vacanze.
Ed è solo un esempio delle mille e mille possibilità che potremmo sfruttare per decollare.
E sono convinto che anche se non si vedono, sono migliaia i cuori che nel silenzio sarebbero pronti a cooperare per ripulire questa città e fermare la sua apparente inarrestabile caduta e iniziare un nuovo ciclo. Una nuova vita.
“Da dove possiamo iniziare? Ognuno inizi da se stesso…”.
Giuseppe “Fossa” CRIACO






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