La città sta conoscendo un lento ma inesorabile declino. Queste le strade da seguire
di Giuseppe Criaco per albamaranto.org
Un’amministrazione illuminata è una forma di governo che sa stare al passo dei tempi. Ma senza lasciarsi travolgere. È una amministrazione, se possibile, migliore dei tempi che le tocca di attraversare. E lo fa alzando lo sguardo per puntare verso nuovi orizzonti dove oggi molti alzano muri e confini. Lo fa sfruttando al meglio le risorse umane e culturali presenti sul territorio; incoraggiando le innovazioni e le potenzialità che la città sa esprimere. Tutto questo fu il Rinascimento italiano.
Oggi Reggio, un tempo prima città della Calabria, con il tempo sta conoscendo un lento ma inesorabile declino. Un ripiegarsi su stessa che non fa onore alla sua storia. Oggi infatti questo territorio, come gran parte del Paese, è in grosso affanno, e chiudersi a riccio, o peggio, invocare “profeti” e immaginari scenari futuri, frutto di immaginifiche speranze, non servirà a nulla se non ci sarà una forte presa di coscienza di quello che si vuole diventare “da grandi”. La città non si espande, il commercio “domestico” – quello cittadino per intenderci – sta collassando sotto i colpi degli asettici “Centri commerciali”. L’età media continua a salire, termometro inequivocabile della fuga delle risorse migliori: i giovani. La “nostra Reggio” sembra volgere verso un declino inarrestabile. Una Fata Morgana che si spegne sulle acque dello Stretto.
È questa la sfida che l’Amministrazione deve avere il coraggio di affrontare. E vincere. Comprendendo anche le difficoltà dei tempi: un mondo dove le economie di scala, le reti tecnologiche ed i flussi umani sono sempre più interdipendenti e globali. Per fare questo Reggio Calabria , quindi, deve alzare il proprio sguardo oltre l’angusto limite provinciale; e guardare lontano, e realizzare davvero quel progetto metropolitano grazie a quell’opera che mai come oggi sembra davvero realizzabile. Ed ancora oltre, da un lato verso quel Mediterraneo che può diventare serbatoio di risorse e sviluppo e coraggio imprenditoriale. Oppure grazie ai sempre maggiori collegamenti verso quello spazio commerciale europeo e del nord Italia che non ha avuto paura di aprirsi al nuovo e quindi di attrarre risorse e capitali stranieri come ha fatto per esempio Milano, che da città grigia e violenta è diventata la città italiana più “globale”.

Questa la strada da seguire
Aprire la città al nuovo ed al diverso. Avere il coraggio di fare diventate Reggio un un polo di attrazione per un turismo paesaggistico, culturale e perché no enogastronomico dalle acque di Scilla alle cime dell’Aspromonte. Risorse, cervelli e idee da innestare nel tessuto cittadino. Linfa nuova, visioni nuove, risorse “altre”. Per una nuova rinascita. Faro e simbolo di questo cambiamento di questa visione del futuro potrebbe essere questo Ponte che sembra davvero oggi finalmente realizzabile inserendola come opera per la difesa nazionale. Un’opera del futuro per una città del futuro, simbolo della Reggio che verrà. Rimodulare lo sguardo verso gli innumerevoli fondi europei che sono solo da cogliere, come certe città italiane hanno saputo fare: fino a 24 milioni di euro in un solo anno. Avere il coraggio, insomma, di riconoscersi moltitudine di riscoprirsi comunità capace di accogliere. Per crescere per tornare a quell’orgoglio civico e cittadino di un tempo.
Insomma queste potrebbero essere “parole urlate controvento”. Oppure semi da far germogliare, per una rinascita che sappia trasformare Reggio Calabria e la provincia reggina in qualcosa di più di un semplice concetto localistico. In qualcosa di vero e di vivo capace con coraggio e responsabilità di trasformare le sfide in opportunità di crescita. Milano lo ha fatto ed ha vinto (con Expo ieri, con le Olimpiadi oggi). Reggio con questa nuova è immanente prospettiva ha il dovere di provarci. E vincere.







Rispondi