Entrambe le società, seppur abbiano passato indenni il test della Co.Vi.Soc., sono a rischio default

Anche se a denti stretti, lo diciamo perché lo dobbiamo riferire: Ternana e Foggia sono “sul ciglio del burrone”. Ma andiamo per gradi. La società rossoverde si è giocata la possibilità di essere promossa in B tramite i playoff dove ha “trionfato” il Pescara. E s’è vero che al peggio non c’è mai fine, il peggio doveva ancora venire. E questo “peggio” è arrivato da una dichiarazione di Stefano Bandecchi il quale, senza peli sulla lingua, ha rivelato che la Ternana nonostante abbia superato il “test” Co.Vi.Soc. “sarebbe” a rischio fallimento. Il succo del discorso è questo: se Stefano D’Alessandro non riuscisse a reperire entro il primo luglio la cifra relativa alle spettanze dei dipendenti (calciatori compresi), nonché contributi e incentivo all’esodo e se queste non dovessero essere onorate neppure il primo di agosto, la Ternana sparirebbe. E il Foggia? La società rossonera pur avendo passato indenne i controlli della Commissione di Vigilanza e nonostante non avesse problemi di insolvenza immediata, il presidente Nicola Canonico non riesce a trovare soci che immettano danaro fresco e abbonante per far fronte alle prossime scadenze federali. La Building Company S.r.l., nei giorni scorsi aveva tra l’altro presentato una manifestazione d’interesse volta all’acquisizione del club pugliese senza però trovare una risposta valida dallo stesso presidente Canonico. Non vorremmo che Ternana e Foggia possano avere i problemi accusati da Turris e Taranto durante la scorsa stagione. Almeno questo






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