La Reggina deve stravincere il prossimo campionato senza se e senza ma

Alla fine sono tutti virtuosi, onesti, retti e corretti. La Federazione Italiana Gioco Calcio aveva previsto un “giro di vite” talmente serrato che neppure lo “Svitol” sarebbe riuscito a sbloccare. A detta di Marani, Abodi, Gravina e compagnia cantante, la Covisoc avrebbe dovuto passare più e più volte sotto i raggi X tutto ciò che concerneva gli incartamenti relativi alla concessione della Licenza Nazionale volta a poter disputare il campionato nazionale di Serie C nonché le eventuali scadenze federali, i debiti pregressi eccetera eccetera eccetera. Si pensava ad un’epocale “moria delle vacche“, una ecatombe senza precedenti, un “qualcosa” di mostruosamente grande e irripetibile. E invece? Invece niente: la Co.Vi.Soc. – nel breve giro di tre giorni – non ha fatto altre che confermare tutte le iscrizioni delle squadre di Serie B e di Serie C. Nella terza serie nazionale restano “vacanti” tre posti per l’esclusione di Brescia che non ha presentato alcun documento (lo potrà comunque inoltrare in data 24 giugno), Spal (che ha presentato un foglio in bianco senza il corredo di fideiussione e di pagamento delle spettanze federali) e Lucchese (già dichiarata fallita nei giorni scorsi). La carenza sarà colmata con “riammissione” di Inter Under 23, Pro Patria e Caldiero senza colpo ferire e senza (quindi) versare i famosi 300mila euro a fondo perduto.

Ora, noi non ci vogliamo mettere al posto dei funzionari delle varie Commissioni di Vigilanza che avranno svolto il loro lavoro nel migliore dei modi e col giusto spirito di abnegazione. Però la domanda sorge spontanea: su 60 richieste di iscrizione non ce n’è stata una scritta male o (magari) senza fideiussione (come avevano gridato al mondo i dirigenti di Rimini e Triestina), oppure fagliante di qualcosa d’importante (leggi Ascoli per i crediti d’imposta)? No. Evidentemente tutte le società sono risultate virtuose e corrette per buona pace di Ravenna, Milan Futuro e (perché no?) Reggina anche in considerazione che il Sorrento dovrà giocare le partite interne addirittura a Potenza o il Bra (solo quale sporadica apparizione in Serie C che si perde nella notte dei tempi) dovrà emigrare fino a Sestri Levante visto che il suo campo ha una “capacità” di soli 800 posti e non dotato di settore ospiti. Ridicolo: i braidesi non potrebbero giocare neppure in Promozione, ce ne vogliamo rendere conto? Ridicolo! Stiamo rivolgendoci ovviamente a chi ha voluto queste “deroghe” che non avrebbero motivo d’esistere perché una squadra dovrebbe giocare sempre davanti al proprio pubblico. Se non c’è questa possibilità il Bra ed il Sorrento non hanno né motivo né diritto di giocare in Serie C. Stop. E invece…

Tutto quello che è successo in questi ultimi tempi mina maggiormente l’attendibilità di un sistema che si è rivelato inadatto e compromette la credibilità di una Federazione che fa acqua da tutte le parti. E, vieppiù, mette a nudo tutta la pochezza di idee di questo “pastrocchio” targato Gabriele Gravina. Vedremo nel corso del prossimo campionato di Serie C quante e quali “faranno da Turris e Taranto” e, ad esser sinceri, non vediamo l’ora di spiaccicare quel “l’avevo detto io!” a chi di competenza…

E la Reggina? Crediamo che da questa vicenda la società amaranto esca con le ossa rotte, forse più del Ravenna. I tifosi, quelli che non hanno dormito prima della gara playoff con la Scafatese (che poi non è servita a nulla), che hanno fatto castelli in aria, che hanno sognato il raggiungimento della B nel breve volgere di pochi anni, ci sono rimasti male. Tanto male. Troppo male. Adesso che si sono perse tutte le speranze di Serie C, sta nella dirigenza amaranto formare una compagine costruita intorno i dettami tecnici dell’allenatore, quel Bruno Trocini che vuole testardamente vincere con la Reggina. Il campionato appena terminato dice che il club di Ballarino ha perso la corsa alla Serie C per un solo punticino ma non è tanto il punto di ritardo che ha fatto la differenza bensì la mancanza di un vero bomber da affiancare a Bruno Barranco, quello che avrebbe dovuto fungere da alter ego, quello che lo avrebbe dovuto far rifiatare, quello di subentrare e spaccare il mondo. Che poi la Reggina non sia riuscita fare almeno un punto col Siracusa è un altro discorso che potremmo intraprendere in separata sede anche perché qualcuno non vuole ricordare un rigore non concesso agli amaranto contro il Siracusa quando sulla panca ancora c’era Rosario Pergolizzi (che non si è rivelato quel valore aggiunto che tutti pensavamo fosse) ed un gol annullato al ritorno quando Pergolizzi era stato finalmente sollevato dall’incarico. In serie D le gare si vincono “anche” grazie agli episodi ma troppi sono stati quelli contrari (gol annullati a gogò, rigori non concessi, espulsioni, cartellini gialli a sfavore e biscotti d’ogni genere) che hanno fatto storcere il naso (e pure parecchio). Comunque è inutile, a questo punto, piangere sul latte versato; semmai serve che i dirigenti amaranto siano risoluti, determinati e tanto cattivi. Ma cattivi davvero senza se e senza ma.






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