Il “debutto ufficiale” dei crediti fiscali e delle “criptovalute” nel sistema calcio. Se la Co.Vi.Soc. dovesse fare pienamente il proprio lavoro chissà quante società di Serie C si metteranno la coda in mezzo alle gambe

L’Espresso oggi in edicola pone l’accento su un’inchiesta che coinvolge Massimo Cellino, immarcescibile Patron del Brescia e Valerio Antonini, proprietario di Trapani Calcio e Trapani Shark (Basket). Ma soprattutto su Gianluca Alfieri “un venticinquenne irpino con la terza media e parecchie referenze fasulle a cominciare dalle attestazioni di settore Bankitalia e dalla presunta sede legale della sua società in Via Montenapoleone a Milano” scrivono Carlo Tecce e Gianfrancesco Turano autori dell’articolo-inchiesta. È di dominio pubblico che “Alfieri abbia venduto crediti d’imposta inesistenti incassando il bottino su un conto corrente di Finom, un’istituzione di moneta elettronica con sede a Cipro, autorizzata dalla banca centrale olandese – così continuano i due giornalisti –. Tra l’altro, il ragazzo irpino si è rivolto anche a Valerio Antonini, imprenditore romano vicino al senatore Claudio Lotito”. Questa vicenda segna il “debutto ufficiale” dei crediti fiscali e del mondo delle “criprovalute” nel sistema calcio e non è detto che Taranto e Turris (poi escluse dal torneo di Serie C) nonché quelle penalizzate come Foggia, Messina, Triestina, Lucchese, Novara e Rimini (queste ultime per irregolarità risalenti al 2023) non abbiano usato gli stessi metodi di Brescia e Trapani. Oltre a questi club, ecco spuntare Pescara, Ternana (sembrerebbe che anche le fere abbiano qualche “problemuccio” nonostante si stiano giocando la promozione in B) e poi Latina e Ascoli con la lista che potrebbe allungarsi. “In questo scenario – continuano i due giornalisti de L’Espresso – spadroneggiano i fondi americani sebbene nessuno sia in grado di stabilire da quali finanziatori prendano i soldi”. Ovviamente gli yankee sono i benvenuti perché si presentano con i soldoni in tasca anche (e soprattutto) in situazione definite disperate. Il Brescia, ad esempio, ha bisogno di 7 milioni, la Triestina di 6, la Lucchese di 4 e via dicendo. Il resto è accademia giornalistica e, tra una rava ed una fava, i due giornalisti lanciano un monito: “In questa fase di massima allerta quanti si rifugeranno nei crediti fiscali e quanti rischiano di essere incastrate dall’Alfieri di turno? Di certo il rapporto tra i club di calcio e le centrali delle frodi risulta a doppio senso. A volte – affermano Tecce e Turano – sono le società a cercare gli Alfieri. E solo a volte accade l’incontrario”.







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