Oramai se ne parla da tempo: da quest’estate ci sarà un effettivo e considerevole “giro di vite” in tema di rilascio delle licenze nazionali per ciò che attiene il calcio professionistico. A soffrire quest’inasprimento saranno tutte quelle società non in “regola” con l’indicatore di liquidità con base di riferimento al 31 marzo di quest’anno. Tutti i club in “sofferenza” o che non risultino nei “giusti” parametri saranno infatti costrette a versare una fideiussione di 700mila euro anziché di 350mila. Ma cos’è questo benedetto “indice di liquidità”? È un indicatore che dimostra quanto un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziariIn parole povere, non è altro che quello strumento che esprime la capacità dell’azienda di fare fronte agli impegni assunti e quindi utile a determinare l’eventuale carenza finanziaria. Questo indice – come rapporta Gianluca Dimarzio nel suo illuminante editoriale – è calcolato attraverso il rapporto tra le “Attività correnti” e le “Passività correnti”, all’interno di un periodo di 12 mesi. Semplificando, si tratta del rapporto tra la somma del denaro “in cassa” con quello dovuto dai propri creditori e i debiti e i pagamenti da estinguere. Chi non rispetterà i parametri stabiliti dall’indice di liquidità – scrive il noto giornalista – invece di vedersi bloccato il mercato in entrata – come succedeva fino a pochi giorni fa – non potrà iscriversi al campionato. Questa è una presa di posizione volta a un maggior impegno da parte di tutti i club di Serie A, B e C, i quali, se vogliono mantenere la categoria, dovranno categoricamente rispettare il parametro. Per la Serie A, l’indice di liquidità stabilito dalla FIGC per la stagione 2024/25 equivale a 0,6. Per la Serie B ela Lega Pro il valore dell’indice richiesto è invece di 0,8. In base a tale provvedimento saranno molti i clubs con l’acqua alla gola e tanti di questi pur di non essere bocciati ed estromessi dal campionato dovranno ripianare tutti i debiti in essere. Un esempio? Triestina in testa nuovamente deferita per omessi pagamenti federali. Seguita dall’Ascoli. Per non parlare di Messina, Foggia, Lucchese – anch’esse deferite per mancati pagamenti e poi Spal, Pergocrema, Gubbio, Rimini, Pro Vercelli, Casertana e tante altre che, entro il 6 giugno, devono improrogabilmente fare opera di ricapitalizzazione. Va da sé che entro il 26 maggio le societàsofferenti” saranno avvisati dalla Co.Vi.Soc. la quale concederà 10 giorni di tempo per estinguere i debiti e mettersi nei “giusti” parametri. Si prospetta insomma un’estate calda, caldissima, anzi rovente da questo punto di vista. E qui scatta il motivo per cui siamo sicuri che più di qualche club di Serie D potrà ambire al ripescaggio in Lega Pro a partire dalla Reggina che, pur arrivando al fotofinish con un ritardo di un punto rispetto al Siracusa, potrà comunque accedere al professionismo. Certo, la società amaranto avrà l’obbligo di investire tantissimo: oltre alle “canoniche” 100mila euro d’iscrizione, il Professor Ballarino dovrà sborsare 300mila euro a fondo perduto più una fideiussione di 350mila euro nonché una cifra importante relativa all’allestimento di un team qualitativamente forte per reggere il confronto in una categoria durissima. Lo farà? In una delle ultime interviste il patron amaranto ha dichiarato: “in un modo o nell’altro arriveremo in Serie C” che suona come un “noi siamo pronti”. Nel frattempo Mister Trocini deve pensare a vincere i playoff che, mai come quest’anno, serviranno ad un qualcosa di “veramente” significativo.

Qui di seguito, proponiamo la graduatoria speciale in tema di ripescaggi sottolineando che la squadra amaranto sarebbe prima in classifica se il Ravenna non avesse vinto la Coppa Italia di categoria con il conseguente bonus di 0.50 punti.  

1 Ravenna 2.17 punti (2.67 Coppa Italia)
2 Reggina 2.40 punti

3 Nocerina 2.05 punti

4 Novaromentin 1.97 punti

5 Treviso 1.94 punti

6 Gelbison 1.88 punti

7 Pro Palazzolo 1.84 punti

8 L’Aquila 1.82 punti

9 Foligno 1.76

Esponiamo la “graduatoria ripescaggi” girone per girone che tiene conto delle sole seconde classificate nei 9 gironi:

Girone A: NovaRomentin 1,972, Vado 1,806, Gozzano 1,806, Lavagnese 1,777

Girone B: Palazzolo 1,842, Desenzano 1,816, Casatese Merate 1,789, Folgore Caratese 1,789

Girone C: Treviso 1,947, Villa Almè 1,763, Adriese 1,737, Mestre 1,684

Girone D; Ravenna 2,676, Lentigione 1,939 (manca una gara), Pistoiese 1,848 (manca una gara), Tau Altopascio 1,818 (manca una gara). Queste squadre non potranno in alcun caso raggiungere la Reggina

Girone E: Fulgens Foligno 1,765, Seravezza Pozzi 1,735, Ghiviborgo 1,618, Orvietana 1,559

Girone F. L’Aquila 1,824, Teramo 1,765, Chieti 1,706, Fossombrone 1,471

Girone G: Gelbison 1,882, Sarnese 1,824, Cassino 1,706, Savoia 1,676

Girone H: Nocerina 2,059, Martina 1,824, Andria 1,676, Fasano 1,471

Girone I: Reggina 2,406, Scafatese 2,031, Sambiase 1,687, Vibonese 1,562

Caos Stadio per alcune squadre

Intanto arrivano le prime “magagne” che riguardano il campo sportivo del Dolomiti Bellunesi fresco di riconquista della Serie C. Benché i dirigenti della società veneta conoscevano il problema giocando in una sorta di catino con l’erbetta ma dotato di due tribunette coperte per un totale di 1750 posti, ora si devono mettere di “guzzo buono” per scovare uno stadio che sia adeguato e conforme alle norme vigenti. Purtroppo per loro, nella provincia bellunese non esiste un campo sportivo regolamentare per affrontare il campionato di Lega Pro per cui dovranno migrare chissà dove. C’è da specificare che i lavori di ampliamento e ristrutturazione dello Stadio polisportivo di Belluno (già iniziati, come sostiene “Trivenetogol“) avranno fine non prima della primavera del 2026. Questo, ovviamente, costringerà la squadra rosanero a giocare lontano da casa per quasi tutta la stagione. Stesso problema per il Bra che gioca in un campetto dotato di una tribunetta per un totale di 800 posti. In questo caso, però, Cuneo non è troppo lontano dal centro braidese. Ma non è tanto questo il problema. Che non è di poco conto. Avere una struttura adeguata e conforme ai regolamenti – tra cui una tribuna dedicata alle tifoserie ospiti per un totale di 500 posti – dovrebbe essere inderogabile e tassativo pena la non ammissione – in questo caso – al campionato di terza serie. L’esperienza di Lecco e Feralpisalò (addirittura in Serie B) e di Sorrento e Giugliano in C non è evidentemente servita a nulla. E si continua a perseverare negli errori fornendo in modo vergognoso alibi e scorciatoie a chicchessia.

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