Bruno Trocini manda in campo Ndoye al posto dell’infortunato Vesprini quale terzino di fascia destra nel consueto 4-3-3. Per il resto: squadra che gioca a memoria non si tocca, compreso Capitan Barillà che ha recuperato il fastidio al ginocchio. Pidatella risponde con un abbottonatissimo 3-4-1-2 con Montaperto che agisce da playmaker. Buona la presenza di tifosi amaranto nello stadio di San Cataldo che inneggiano a squarciagola mentre a Barcellona Pozzo di Gotto i tifosi di casa intonano canti di incoraggiamento a favore della Reggina. E fa specie che i cori partono dalla Tribuna Centrale. Completo bianco per la squadra di Mister Trocini, maglia verde-amaranto per i padroni di casa.

LA CRONACA – Inizio al piccolo trotto al Mazzola con Sancataldese e Reggina che si studiano a fondo prima di colpire. Intanto al D’Alcontres il risultato è sempre sullo zero a zero iniziale con l’Igea che ci ha provato in due occasioni senza però trovare lo specchio della porta. Sia la Reggina che il Siracusa nel corso dei primi 30 minuti sono apparse contratte e prive di idee con i rispettivi avversari ben più determinati e organizzati in ogni zona del campo. Malgrado ciò, al 21’ gli amaranto vanno vicini al gol con Ragusa che, innescato da Barillà, impegna il portiere avversario.

 Alla mezzora il Siracusa passa in vantaggio grazie al gol fortunoso di Convitto col pallone che prende una zolla e cambia direzione beffando l’intervento del portiere di casa vanamente proteso in tuffo. Al 45’ Maggio sfiora il raddoppio con un colpo di testa su cross di Convitto.

Risponde la squadra amaranto con Nino Barillà abile a controllare un cross dalla sinistra e a mettere alle spalle del portiere avversario: 0 a 1 a San Cataldo.

 All’intervallo quindi sia Siracusa che Reggina in vantaggio. A Barcellona Pozzo di Gotto la formazione di casa è stata punita da un tiro svirgolato di Convitto ma, tutto sommato, non è stato certamente di meno rispetto alla più quotata capolista ribattendo colpo su colpo un Siracusa che ha fatto davvero poco per meritare il vantaggio. Stesso discorso a San Cataldo dove la Reggina é riuscita a passare in vantaggio con una magia di Capitan Barillà con i padroni di casa che si sono limitati a contenere le folate degli amaranto. Avere sbloccato il risultato potrebbe significare giocare con minore pressione e anzi con maggiore scioltezza per la Reggina.

Pronti via e la ripresa vede Lagonigro parare un rigore per un fallo commesso da Adejo su un attaccante di casa. Una parata che vale un gol.

Intanto, la Nuova Igea rimane in dieci per chissà quale motivo a causa dell’espulsione di Currò mentre alla Reggina non viene concesso un vistoso rigore per un fallo in area su Barranco.

 Al 56’ l’arbitro dell’incontro non può non concedere un calcio di rigore per l’Igea a causa di un fallo di Baldan su Carullo. Dal dischetto Trombino beffa il portiere siracusano per il più equo uno a uno.

In dieci contro undici l’Igea non riesce a fermare il colpo di testa di Acquadro che gonfia la rete al 62’ della ripresa: Siracusa in vantaggio.

Sei minuti più tardi dobbiamo annotare anche il gol di testa di Puzone che porta a tre le marcature del Siracusa contro un’Igea che ha lottato su ogni pallone ma, evidentemente, invano. 

 I COMMENTI FINALI – A San Cataldo, invece, succede poco se non addirittura nulla. È innegabile che il gol del 3 a 1 degli aretusei a Barcellona Pozzo di Gotto abbia letteralmente tagliato le gambe agli amaranto che – ad ogni buon conto – hanno portando a casa l’undicesima vittoria consecutiva di questo campionato che resterà negli annali per l’impegno, la determinazione e l’attaccamento alla maglia di ragazzi sicuramente di grande valore umano e professionale avendo sempre lottato come leoni, sputando sangue e gettando il cuore oltre ogni ostacolo. È vero: non c’è stata l’apoteosi tanto attesa ma è pur vero che l’Igea – ridotta in dieci – ha fatto sognare per sei minuti i tifosi amaranto, scatenando l’entusiasmo di tutti. Per questo e per tantissimi altri motivi, quindi, questo campionato non può essere considerato un fallimento. Assolutamente: la Reggina ha dimostrato di essere una buonissima squadra, ha palesato una buona organizzazione, ha dato sfoggio di un ottimo calcio. Sebbene la società amaranto di patron Ballarino – che ci dicono in lacrime – abbia commesso più di qualche errore – non mandare via prima Pergolizzi, acquistare giocatori fin troppo vicini a quell’allenatore con le idee confuse – è totalmente inutile compiangersi così come non sarebbe giusto cedere a isterismi e stupide illazioni così come siamo stati costretti a leggere in questi ultimi due anni. No: non è stato un insuccesso e neppure una sconfitta. È il calcio. Purtroppo è così.

Nella giornata odierna è oltremodo doveroso riconoscere i meriti di Igea e Sancataldese che oggi non si sono “scansate” così come è sacrosanto dare i giusti meriti ai tifosi della Sancataldese che non hanno mai smesso di incitare i loro giocatori ed accogliendo bene quelli amaranto. Nel contempo, è doveroso tributare i giusti applausi ai tifosi della Reggina giunti a San Cataldo in gran numero e con tante fiammelle di speranza. Sì, perché non è detta l’ultima parola. Questa parola si chiama vittoria ai playoff ed è quella che può spalancare la porta che porta al professionismo tramite gli “eventuali” ripescaggi.

 

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