Sono stati giorni davvero particolari, unici: nella settimana Santa abbiamo vissuto la scomparsa del Santo Padre, l’amato Papa Francesco, e nei giorni di Pasqua è stato assai singolare pensare alla rinascita, alla risurrezione di Nostro Signore, guardare quindi con il cuore alla speranza – come il periodo pasquale invita – mentre un velo di tristezza misto a ricordi ci ha accompagnato nel saluto al nostro Papa. Con questo mix di sentimenti i tifosi amaranto si sono riversati ieri pomeriggio al Granillo.

La domanda che mi sono fatto mentre guardavo il pubblico sugli spalti sostenere i loro beniamini, mentre guardavo i giocatori correre verso la loro ennesima vittoria, è questa: è stata una Pasqua amaranto? Mi sono risposto di sì.

E la risposta me l’hanno data i tanti, tantissimi bambini e giovani, ragazzi e ragazze, che sono il nostro futuro, la nostra “rinascita”, e che ieri hanno tifato, sorriso, gridato, cantato e gioito per i colori che i padri hanno trasmesso loro nel cuore. I colori amaranto. È un grande successo per chi ama la Reggio Calabria calcistica poter continuare, domenica dopo domenica, a sostenere i colori della propria squadra del cuore.

Non dobbiamo dimenticarlo. È facile farsi prendere dallo sconforto a pensare che, ed è la triste verità, siamo in Serie D. È facile farsi prendere dalla voglia di criticare, perché ci sta costando grandissima fatica “sognare” la Serie C. È facile farsi prendere dalla rabbia a pensare che 2 anni fa eravamo a giocarci la Serie A con Pippo Inzaghi in panchina.

Ma cosa abbiamo tratto di insegnamento dai giovanissimi (tanti presenti ieri allo Stadio, plauso ai genitori, davvero…) tifosi della Reggina ieri? Abbiamo tratto la stessa lezione che ci ha dato Papa Francesco: coltivare la gioia, coltivare la speranza. Essere contenti, per ciò che il presente ci permette di avere. Ieri uno splendido sole primaverile ha scaldato la nostra pelle ed il nostro cuore, mentre tifavamo la squadra che amiamo: la Reggina. La vittoria, la decima di fila, è arrivata. Non sono arrivate da Siracusa le notizie sperate. Vero. Confidavamo nella Vibonese, ma il Siracusa, squadra molto forte ed al momento ancora prima non per caso, si è imposto nuovamente sul proprio campo.

E quindi cosa resta? Innanzitutto: un’altra partita da giocare, l’ultima del calendario regolamentare.  E sarà un’altra occasione per tifare, per gioire, per cantare, per sostenere i giocatori che tanto, tantissimo stanno dando per la maglia amaranto quest’anno. Il lungo applauso della Curva al Capitano Nino Barillà al momento della sostituzione lo testimonia.

E poi resta la lezione dei giovani tifosi amaranto di ieri. Essere contenti, apprezzare il gioco del calcio, essere felici per la possibilità che questo sport concede, alla città tutta, di stringersi attorno al proprio senso di appartenenza.

Noi Siamo Reggio Calabria! Non sappiamo ancora cosa ci riserverà questo finale di campionato. Saranno Play Off? Sarà un miracoloso primo posto all’ultima giornata? Non importa. Tifiamo amaranto, oggi e sempre.

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