È innegabile che il Paternò sia andato al De Simone con le giuste motivazioni e per giocare a viso aperto contro la corazzata azzurra nonostante abbia raggiunto la permanenza in categoria già da tempo. La cronaca parla di una squadra patornese all’altezza tanto da mettere in difficoltà Maggio e compagni. E non solo.

Eh sì, perché il Signor Mirri di Savona ne ha combinato di “ogni” a cominciare (al minuto 6) dalla mancata espulsione di Baldan che, da tergo, fermava Guida lanciato a rete con un fallo da ultimo uomo. Sanzionabile a termini di regolamento con un “rosso”. La giacchetta nera, invece, che fa? Estrae un semplice “giallo” tra l’incredulità generale. Anche e soprattutto dei sostenitori di casa. E non è finita qui: sugli sviluppi del susseguente calcio di punizione, Greco incoccia di testa la sfera e manda alle spalle del portiere di casa portando in vantaggio il Paternò per l’apoteosi di giocatori e tifosi rossazzurri. E la giacchetta nera cosa fa? Annulla la rete per un presunto fallo di mano di Marco Greco. Per dovizia di particolari, è vero che il pallone sia finito sul braccio di “qualcuno” ma non certamente Greco bensì di un difensore in maglia bianca. Insomma è successo un qualcosa di veramente inqualificabile e quel che fa più specie (e rabbia) è l’intransigenza dell’arbitro che non ha voluto consultare l’assistente di linea. Insomma un comportamento indegno, vergognoso e spregevole di Mirri che, con la sua condotta mette alla berlina tutto il sistema arbitrale di quarta seria e getta un velo di sospetto sull’atteggiamento fin troppo benevolo degli arbitri nei confronti della società aretusea. A parte il clamoroso abbaglio del gol non concesso e la mancata espulsione di Baldan quando Siracusa e Paternò erano sullo zero a zero, il Signor Mirri ha spudoratamente fischiato a senso unico favorendo palesemente i padroni di casa. La settimana prima – è bene ricordarlo – al Siracusa è stato assegnato un rigore per un fallo commesso fuori area da un difensore della Scafatese ma sono tanti altri gli abbagli per favorire in modo vergognoso e disonesto i giocatori del Presidente Alessandro Ricci. Cultura del Sospetto? Forse. Ma se ritorniamo con la mente a Reggina-Siracusa, non possiamo non menzionare il Signor Dasso di Genova che ha deliberatamente annullato un gol regolarissimo a Barranco. Cultura del sospetto? Certo. Davanti a certe scempiaggini il dubbio non può essere un “sempliceerrore (che può succedere, per carità) ma una serie di indizi indiscussi e indubitabili. E, come dicono quelli bravi: tre (o più) indizi fanno una prova come – ad esempio – la mancata concessione del gol a De Felice sul campo del Pompei oppure la mancata assegnazione a Ragusa di un rigore grosso come una casa sul campo del Siracusa. Dobbiamo continuare?

Foto Strettoweb

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