Foggia, Messina, Triestina e Lucchese non hanno (ancora) ottemperato al pagamento delle scadenze federali
Entro la mezzanotte di oggi Foggia, Messina, Triestina e Lucchese sono chiamate a pagare gli stipendi e gli eventuali arretrati ai tesserati. A tal uopo pubblichiamo uno stralcio del regolamento a riguardo: «Il mancato pagamento entro il 16 aprile 2025 degli emolumenti dovuti per il mese di febbraio 2025 comporta l’applicazione della sanzione pari ad almeno 2 punti di penalizzazione in classifica. Inoltre, per il persistente eventuale mancato pagamento degli emolumenti relativi al I° e II° trimestre andranno aggiunti almeno 2 punti di penalizzazione per trimestre».
Qualora le quattro succitate società non dovessero ottemperare al pagamento, andrebbero incontro ad una penalizzazione da scontare nella prossima stagione incontrando conseguentemente maggiori difficoltà per l’iscrizione al nuovo campionato, in virtù della previsione secondo cui servirà dimostrare di aver saldato tutte (ma proprio tutte) le pendenze arretrate per poter procedere con l’iscrizione stessa.

La Lucchese, ad ora, non ci risulta abbia pagato alcunché. Ricordiamo che in sella al sodalizio rossonero vi è Benedetto Mancini il quale, da quando è arrivato a Lucca, non ha sborsato un euro. Anzi, quello che dobbiamo chiamare “gruppo squadra” si sta comportando in modo “eroico” perché, pur non vedendo un becco di un quattrino, continua a indossare quella maglia facendo pienamente il proprio dovere in campo. Da applausi quindi l’atteggiamento dei calciatori che senza i 6 punti di penalizzazione sarebbero in zona playoff sebbene abbiano firmato l’istanza di fallimento (com’è giusto che sia). Purtroppo all’orizzonte se ne vede un’altra molto più “corposa” da scontare nel prossimo campionato di riferimento.

Il Messina ha già avuto una penalizzazione di 4 punti che, in caso di mancata “regolarizzazione”, ne beccherebbe altri e sicuramente più pesanti da “scontare” nel prossimo campionato. Non è un mistero quello che riguarda l’abbandono del Presidente Stefano Alaimo così come non è un mistero il fatto che un gruppo di imprenditori messinesi (sollecitati dal Sindaco Basile) abbiano racimolato solo 200mila euro a fronte di 312. Situazione drammatica aldilà dello Stretto dove l’oramai ex patron giallorosso pretende di incassare almeno 6 milioni dalla vendita del Messina benché qualche addetto ai lavori abbia riferito che Alaimo sarebbe “disposto” a passare la mano ad un solo euro così: “Desidero informare tutti gli sportivi messinesi – scriveva Alaimo – che ho appena consegnato ad un emissario del sindaco di Messina, l’originale cartaceo della procura a vendere rilasciata da ‘Aad Invest Group’. Già da domani mattina – prometteva l’ex patron giallorosso – sono disponibile a stipulare, al prezzo simbolico di 1 euro, l’atto di vendita delle quote dell’Acr Messina al soggetto o ai soggetti che il primo cittadino mi indicherà. Contestualmente, nelle more, resto operativamente a disposizione per le operazioni bancarie necessarie al saldo di stipendi ed oneri fiscali e previdenziali in scadenza il 16 aprile attraverso eventuali supporti esterni che l’amministrazione comunale avrà individuato. Per tale ragione per tutto il tempo necessario mi tratterrò in città”. Finora nulla di tutto ciò anche se per i pagamenti, come riferito, ci sarebbe tempo fino alle 23.59 di oggi.

La Triestina ha una proprietà statunitense che risulta assolutamente irreperibile: ad ora dal paese a stelle e strisce non è infatti giunto alcun bonifico. Abbiamo saputo che i documenti relativi alla regolarizzazione sono partiti dalla società di Benjamin Lee Rosenzweig ma – come detto – dei sei milioni (tra esposizione debitoria e scadenze federali) nella città giuliana non è arrivato un solo dollaro per cui si prospetta una consistente penalizzazione per gli alabardati anche in questo caso da estinguersi durante il prossimo torneo.

Stessa situazione a Foggia, dove il Presidente Nicola Canonico si è definitivamente defilato lasciando nei guai il blasonato club rossonero. Il problema più spinoso è quello relativo ai debiti che in questi ultimi mesi è lievitato in modo esponenziale: si tratterebbe di una circa vicina ai 4 milioni di euro da sommarsi alle richieste per l’acquisto del sodalizio (l’ex Presidente pretende circa 1,8 milioni). Penalizzazione in vista anche per i dauni.






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