C’è da coronare un sogno. Ma per farlo bisogna vincere contro una squadra che a sua volta sogna i playoff. Difesa amaranto da reiventare

Usuale conferenza stampa del venerdì per la Reggina. Sintetizzando fino all’estremo, Bruno Trocini, allenatore della Reggina, ha chiamato a raccolta il popolo amaranto il quale, a distanza di due giorni dall’importante scontro con la Nissa, sembra fin troppo timido e svogliato. Pensate: fino al momento sono stati staccati circa 600 tagliandi d’ingresso al Granillo dei quali la metà dedicati alla tifoseria ospite. È un dato sconvolgente che fotografa il lassismo e quella sorta di pessimismo che aleggia tra la “tifoseria” amaranto la quale segue la Reggina solo per farsi una gita fuori porta come successo ad esempio a Vibo Valentia. C’è quindi da sottolineare che i veri tifosi sono quelli accorsi addirittura dal Veneto, Roma e Milano in occasione della vittoria di Pompei. Quelli sì che ci credono. Quelli sì che spingono la squadra del cuore verso il miracolo. Coloro i quali, invece, preferiscono assistere alla gara comodamente seduti sul divano oppure scelgono di andare al Centro Commerciale per far contente le proprie mogli, no, non lo sono assolutamente. Eppure domenica la Reggina deve assolutamente vincere per cullare un sogno. Punto. E, per realizzarlo, ha bisogno del proprio popolo. Punto. È così ed è sempre stato così: con gli spalti pieni i giocatori si galvanizzano dando il meglio di loro stessi accrescendo (se del caso) gli sforzi e raschiando il fondo dalle riserve di energie. Questo è il calcio, da che mondo è mondo. E siamo sicuri che la legittima richiesta del tecnico amaranto non possa essere considerato un semplicistico “ordine di scuderia” per far cassa. Trocini, invero, riconosce che la squadra potrebbe aver dei contraccolpi viste le perduranti assenze di Giuliodori e Adejo nonché la squalifica di Cham che porta al solito sconvolgimento dell’assetto difensivo. Così come Salandria – che probabilmente ha chiuso il proprio campionato – non potrà dare il proprio apporto ad un centrocampo spremuto oramai come un limone. E riconosce, per altro, che dover vincere a tutti i costi contro una squadra lanciatissima come l’ambiziosa Nissa che sogna la partecipazione ai playoff, potrebbe avere le sue motivate e comprensibili problematiche. È vero che la squadra amaranto è abituata alle emergenze ma è pur vero che finora ha fatto tutto ciò che era nelle proprie possibilità fin dalla prima giornata e così sarà fino al 95mo minuto dell’ultima giornata. E domenica – lo vorremmo ricordare ad alcune “amebe” – gli amaranto hanno un’opportunità da non gettare dalla finestra: in caso di vittoria, infatti, andrebbero ad un solo punto di distanza dal Siracusa. Poi se la giocheranno ad armi pari.







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