Oramai siamo abituati a queste notizie e più si va “avanti” e peggio risulta la situazione di alcune società di Serie C. Come risaputo, Turris e Taranto sono state escluse sotto i colpi di una situazione economica disastrosa che si conosceva già dalla scorsa estate. Pur tuttavia, entrambe hanno avuto il lasciapassare per l’iscrizione in un campionato dove le uscite prevalgono sulle entrate.

L’ormai ex Presidente del Foggia, Nicola Canonico

Negli ultimi tempi anche il Presidente Nicola Canonico del Foggia aveva annunciato l’intenzione di volersi defilare definitivamente. Su questo fronte, però, ci sarebbe già l’interesse di un misterioso imprenditore foggiano pronto a presentare l’offerta tesa a rilevare il 100% del pacchetto societario rossonero. A sentire i colleghi di “FoggiaTv”, la persona in questione sarebbe seria, credibile (e soprattutto solvibile) anche se si guardano bene dal fare il nome del possibile acquirente in un momento così delicato della trattativa dove – a quanto pare – la forbice tra domanda e offerta sembrerebbe essere fin troppo ampia. Nel frattempo, calciatori rossoneri, dirigenti accompagnatori e staff tecnico, pur di salvare il salvabile, pagheranno di tasca propria l’albergo in vista della prossima trasferta di Crotone in programma lunedì 14 aprile alle 20.30. L’autorevole “Corriere dello Sport” scrive che in un primo momento quel che rimane della società dauna aveva deciso di affrontare il viaggio sia di andata che di ritorno nella stessa giornata. Il diniego, però, è stato assoluto anche perché ultimamente il gruppo aveva viaggiato fino a Biella per giocare contro la Juventus Next Gen in un viaggio lunghissimo e sfiancante. Situazione allucinante.  

Giorgio Gorgone allenatore della Lucchese

Lucchese in alto mare. Giorgio Gorgone, allenatore rossonero, nel corso di una conferenza stampa ha dichiarato che a Lucca non c’è una società di calcio se non una sorta di autogestione. “I ragazzi non hanno visto un becco d’un quattrino da dicembre. Tutti i personaggi che si sono succeduti al momento non si sono mai fatti vedere in questo senso. Ciò significa che io ho dovuto stringere i denti lavorando con gli elementi a disposizione perché nessun calciatore vuol venire a Lucca. La situazione è difficile in tutti i sensi anche se noi andremo avanti. Non avendo una società alle spalle dobbiamo affrontare le trasferte con le nostre autovetture. Chi è arrivato come salvatore della patria ha fatto solo chiacchiere”. Gorgone non fa nomi ma il riferimento a Benedetto Mancini è pressoché esplicito. L’imprenditore romano, infatti, fino al momento ha proferito tante belle parole ma non si è degnato di mettere mano al portafoglio.

Antonio Terracciano, Presidente del Latina

Maretta anche a Latina. Fabio Fanelli che scrive sulle pagine FattoLatina, riporta un’intervista a Natan Altomare, Direttore Generale della FCG, il quale ha annunciato con estremo rammarico la fine di un’opportunità che avrebbe potuto dare un nuovo slancio al Latina Calcio: “Abbiamo partecipato ad una manifestazione d’interesse ma nessuno ci ha mai fatto mettere seduti per una trattativa seria e definitiva per il Latina Calcio. Avevamo un obiettivo importante per Latina, solo ed esclusivamente per la Città e per la passione per il calcio che accumunava gli imprenditori. Sarebbe stato un progetto senza vincoli e senza niente in cambio. Fatto con imprenditori che amano Latina e uno Staff il più possibile di Latina. Purtroppo ci preme annunciare che tale proposito è sfumato. Gli imprenditori che si erano rivolti alla nostra Società di Consulenza, oggi ci hanno comunicato di non voler più aspettare in quanto hanno dirottato i loro investimenti in un altro Club. Siamo rammaricati per l’epilogo di questa vicenda ma essendo comunque di Latina, auguriamo al Latina Calcio, ai giocatori e tutti i suoi collaboratori un futuro più roseo e fatto di successi.” La società – a detta di tanti amici che ho lasciato nella città della bonifica – non naviga assolutamente nell’oro dal punto di vista economico (altrimenti non avrebbe lanciato una ipotetica manifestazione d’interesse) e palesa una situazione di classifica talmente deficitaria da far tremare i polsi alla tifoseria ormai disamorata. Il popolo nerazzurro, sfiduciato e pessimista, avrebbe accolto con entusiasmo una nuova proprietà per lasciare alle spalle anni e anni di sofferenze, di precarietà, di disorganizzazione, di scelte sbagliate e di manifesta approssimazione. “Così non va, non può andare” ci dicono da Latina. Allora la domanda sorge spontanea: riuscirà l’attuale proprietà a iscriversi al prossimo campionato di Serie C? O c’è l’intenzione di ripartire dalla Serie D molto più “tranquilla” e meno dispendiosa? Anche in questo caso, però, c’è da fare i conti con la “limitatezza” di Casertana e Messina visibilmente più deboli del Latina. Anche in questo l’esito è incerto e frutto di mancanza di progettualità e pressapochismo.

Foto Genova24

Della Sampdoria abbiamo già ampiamente trattato in altro articolo (leggi qui) ma ci sarebbero delle novità importanti. C’è infatti da evidenziare che Patron Matteo Manfredi – seppur in ritardo – ha radicalmente cambiato fisionomia ai blucerchiati, almeno sulla carta. Gli arrivi di Mancini, Evani e Lombardo (che cureranno la parte tecnica) nonché Gregucci e Bertelli (per quella fisico-atletica) potrebbero dare una svolta significativa al campionato dei blucerchiati. D’altronde, la matematica non li condanna certamente visto che si trovano tuttora 18mi con 32 punti e quindi a sole 3 lunghezze da Cittadella e SudTirol che oggi sarebbero salve. Mancando sei giornate e diciotto punti a disposizione, i blucerchiati potrebbero (ancora) centrare quel miracolo sportivo che gli ex campioni della Samp (che fu) agognano anche perché la classifica è davvero corta. Se anche il fanalino di coda Cosenza, a quota 26, potrebbe sperarci ancora, per Salernitana (30 punti), Samp e Reggiana a 32 e Brescia a 34, la lotta risulta a maggior ragione aperta. Per la Sampdoria la permanenza è insomma lì, ad un tiro di schioppo, perché allora non lottare? Resta inteso, però, che se questi ex campioni dovessero miseramente fallire, la Sampdoria potrebbe dire addio al professionismo come scritto nell’articolo di qualche giorno fa. E nessuno potrebbe certamente recriminare: Reggina e Chievo Verona hanno pagato “dazio” per molto meno, o no? Augurare il fallimento non è né etico né morale ma tutte – e sottolineiamo tutte – le società di Serie B si sono costituite “ad opponendum” contro la Reggina a fine campionato 2022/2023 allorquando per soli 747.000 euro dovette ripartire dal dilettantismo. L’anno dopo la Samp fu ammessa (come se nulla fosse) al campionato cadetto nonostante un passivo di esercizio di 40 milioni e debiti per 200 milioni ripianato in parte grazie al concordato con l’Agenzia delle Entrate che ne ha permesso la “ristrutturazione”. Questo strumento non sarebbe valido in caso di “capitombolo” in Serie C. Quindi: o si salvano sul campo oppure i blucerchiati possono veramente gettare la spugna

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