Esclusiva albamaranto.org – Intervista al bomber della Nissa: <<Playoff nostro obiettivo dal primo giorno, Giovannone è stato chiaro. Voglio il titolo di capocannoniere, dopo Lamezia e Barletta avevo desiderio di riscatto>>
di Rocco Genovese

Augusto, il pareggio di domenica con l’Acireale, più ancora della sconfitta di Ragusa, ha il sapore della grande occasione persa, soprattutto alla luce delle sconfitte di Sambiase e Vibonese. Sei d’accordo? “Purtroppo sì, vincere sarebbe stato importante per mettere ancora più pressione a Sambiase e Vibonese. Abbiamo tenuto anche in 10 e potevamo pure chiuderla, prendere il goal del pari quasi alla fine è stato brutto”.

Così come a Ragusa, dove avete addirittura perso, anche domenica siete passati in vantaggio ma non avete portato a casa il successo. Sembra un po’ il film della vostra stagione, tutte le volte nelle quali avete avuto modo di fare il salto di qualità vi siete fermati. “È vero, però c’è da dire che non è affatto semplice incontrare nelle ultime giornate le squadre che lottano per la salvezza, per certi versi è meglio incontrare quelle di alta classifica. Abbiamo sprecato troppo e pagato caro un attimo di disattenzione, ma penso che in 11 contro 11 sarebbe andata diversamente”.
Perdonami la battuta: ma ai playoff volete andarci oppure no? “Vogliamo andarci, eccome! È il nostro obiettivo fin dal primo giorno, anche il presidente Giovannone è stato chiaro. Cercheremo di fare quanti più punti possibile, abbiamo solo 3 partite a disposizione e vogliamo tornare da Reggio con un risultato positivo”.

In occasione della partita di andata abbiamo avuto modo di sentire il vostro presidente e sappiamo che ha grandi progetti per la vostra squadra. “Lui è molto ambizioso, ma noi vogliamo sempre vincere: non solo per lui, che non ci ha mai fatto mancare niente e ci tiene, o per i ragazzi che ci seguono, ma anche per noi stessi, perché siamo professionisti ma anche un bel gruppo”.
Nella tua carriera hai giocato molto in questa categoria, ed hai pure vinto il campionato a Cuneo ed a Taranto. “Vero, Cuneo è stata la mia prima esperienza in Italia, ma ero molto giovane ed ho giocato pochissimo, mentre a Taranto, pur arrivando a gennaio, ho dato il mio contributo”.

Recentemente, Vittorio Galigani è stato molto duro nei confronti del presidente Giove (Leggi qui) indicandolo come unico responsabile della sparizione del Taranto ed affermando che i problemi finanziari ci fossero stati già a partire dal 2021. Tu, che hai fatto parte della squadra rossoblù, cosa ricordi di quel periodo? “Per me la sparizione del Taranto è stata un dispiacere, sono rimasto solo pochi mesi ma ho avuto modo di provare l’affetto della gente, Taranto è una grande piazza e non meritava questa fine. Almeno fino a quando ci sono stato io, non ci sono stati grossi problemi: abbiamo preso alcuni stipendi in ritardo, ma alla fine ho ricevuto tutto quello che mi spettava, immagino anche gli altri. Se Galigani ha detto questo, avrà i suoi motivi, ma io ricordavo che all’epoca era il braccio destro del presidente Giove e spesso veniva a vederci e parlava a nome suo”.
Tu hai fatto parte anche della Fc Lamezia Terme, una squadra composta di tanti giocatori di qualità ma che si è ritirata nello scorso campionato dopo pochi mesi. Cosa è successo? “È stata una situazione molto strana, ad inizio stagione in società si parlava persino di playoff ma abbiamo perso un paio di partite quasi subito ed abbiamo capito presto che c’era la volontà di ridimensionare il progetto, ma i tempi ed i modi della decisione ci hanno spiazzato”.

Spiegati meglio. “Abbiamo giocato proprio a Reggio in infrasettimanale e la domenica in casa, abbiamo pure vinto. Il martedì successivo un dirigente si è presentato a fine allenamento e ci ha detto che eravamo liberi di trovarci un’altra squadra perché ci saremmo fermati. Siamo rimasti increduli, ti assicuro che non è stata una bella sensazione”.
Intuisco che non avete ricevuto neppure gli stipendi in tempo. “Intuisci bene, nessuno di noi è stato regolarmente pagato. Ho trovato subito un’altra squadra ed ho lasciato stare, ma ognuno di noi ci ha rimesso”.
Hai conosciuto Felice Saladini? “No, mai visto”.

Sei ripartito da Barletta, ma anche lì le cose non sono andate bene. Come è stato possibile che una squadra partita con propositi di promozione ed in rosa elementi come Schelotto e Marilungo sia retrocessa? “Quando si parte con un obiettivo e bisogna rivedere i propri programmi non è facile, la squadra non era preparata a lottare per salvarsi ed ha fallito. Quando sono arrivato le cose stavano già andando male e molti giocatori erano andati via, mister Ginestra mi ha voluto a Barletta ma poco dopo il mio arrivo è stato esonerato. Mi sono trovato bene in quella città, per me è stata una grande amarezza mancare l’obiettivo anche perché è stata la prima volta che sono retrocesso. Ora sono contento che siano ripartiti con una nuova proprietà ed abbiamo stravinto il campionato di Eccellenza”.
Non eri mai retrocesso, non hai mai lottato fino ad oggi per il titolo di capocannoniere. Questa è la tua migliore stagione a livello realizzativo, credo tu sia anche l’unico giocatore della serie D ad aver realizzato due triplette. “Davvero? Non lo sapevo! (ride, ndr). Ad ogni modo, proprio dopo quello che è successo a Barletta ho sentito il bisogno di mettermi in discussione, i miei compagni mi hanno dato una mano ma forse non avrei fatto tutti questi goal senza questo desiderio di riscatto. È chiaro che voglio vincere la classifica marcatori, spero di arrivare a 20 goal”.
Qual è stata la rete più bella che hai segnato quest’anno? Ce n’è una che ricordi particolarmente? “Sì, non proprio la più bella, ma è stata decisiva: in casa contro il Locri, eravamo in svantaggio ma abbiamo rimontato e vinto con un mio calcio di rigore allo scadere. Il boato del nostro pubblico è stato forte!”

In tutti questi anni in Italia sei passato anche da queste parti, alla U.S. Palmese… prima che diventasse un fenomeno cinematografico e poi alla ReggioMediterranea. La Reggina non ti ha mai cercato? “Qualcosa c’era stato ai tempi della ReggioMed, avevamo fatto un’amichevole contro la Reggina ed io avevo pure segnato. A fine partita un dirigente mi ha riferito che un dirigente della Reggina aveva chiesto informazioni su di me, ma non avevano intenzione di lasciarmi andare. È stata solo una chiacchierata fra loro e nulla di più”.
Ti piacerebbe tornare in Argentina per chiudere la carriera? “Sarebbe bello ma è molto difficile, penso che tornerò lì definitivamente quando avrò smesso. Ho lasciato l’Argentina da ragazzo, prima sono stato in Francia e qui in Italia da quasi 10 anni; ormai mi sento anche un po’ italiano, vivo qui con mia moglie Aldana e mio figlio Octavio. Certo, l’Argentina mi manca sempre, lì c’è la mia famiglia e non ci torno dallo scorso anno”.
Sei soddisfatto della carriera che hai avuto? “Sì, perché al di là dei risultati sportivi ho avuto l’opportunità di conoscere tanti posti e imparare una lingua straniera; vengo da una famiglia molto umile, senza il calcio non avrei modo di viaggiare e studiare. Ti dirò di più: vedo che i ragazzi qui in Italia non hanno voglia di andare lontano da casa, in parecchi così perdono grandi opportunità. È una cosa sulla quale punto molto anche con i giovani che abbiamo in squadra: essere pronti al sacrificio, parlare poco e far parlare il campo”.

Si ringraziano “bomber” Augusto Diaz ed Antonio Marrone Responsabile dell’Area Amministrativa della società Nissa per la disponibilità e la gentilezza.






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