Riflessioni semiserie sulla controversa iniziativa prevista per la gara contro la Vibonese

di Rocco Genovese
Beh, se l’obiettivo era quello di compattare l’ambiente mi sembra pienamente centrato!
“Autogol“, “boomerang“, “ca..volata“… stando a quanto letto su social network e siti Internet di vari organi di stampa, per definire l’ultima iniziativa della dirigenza della Reggina si potrebbe stilare un elenco di termini poco lusinghieri prendendo come iniziale ogni singola lettera dell’alfabeto.

La stragrande maggioranza dei tifosi non ha per nulla apprezzato l’intenzione della società, già comunicata (minacciata) durante la campagna abbonamenti della scorsa estate, di indire la famigerata “Giornata Amaranto“, e di farlo proprio adesso, sull’onda emotiva del blitz di Sambiase, e sempre con la Vibonese a far da contraltare, visto che già in occasione della partita di Coppa Italia di inizio stagione contro gli ipponici divamparono le polemiche per i prezzi dei biglietti ed i gruppi organizzati della tifoseria misero in atto una clamorosa protesta fuori dallo stadio.

In quarta serie le “giornate colorate” sono attuate un po’ dappertutto (persino a Forlì domenica ce n’è stata una) ed in questa stagione la stessa Reggina è stata “ospite d’onore” di simili eventi in casa del Siracusa, della Nissa (il presidente Giovannone ne aveva addirittura annunciate 3 per quest’anno (leggi qui), e fino ad ora i tifosi biancoscudati hanno dovuto fare il biglietto anche per assistere alla gara con il CastrumFavara dello scorso febbraio) e proprio domenica al “D’Ippolito“. Eppure, cosa è che ha indispettito (eufemismo) gran parte dei sostenitori amaranto?
Come dovrebbe sentirsi chi ha fatto l’abbonamento lo scorso luglio, dando fiducia cieca ed incondizionata ad una società che gli ha proposto dei prezzi rincarati del 25-30% rispetto ai titoli della stagione precedente, ed in corso d’opera ha, nell’ordine: riaperto la campagna abbonamenti a prezzi più contenuti rispetto a quelli applicati in estate (in proporzione al numero di partite), messo in vendita biglietti a metà prezzo per lo scontro diretto con il Siracusa ed ora ripristinato la “Giornata Amaranto“, non prevedendo un prezzo simbolico per i tagliandi, soprattutto per gli stessi abbonati?
Davvero uno sconto maggiorato per l’acquisto di oggettistica e divise presso il negozio ufficiale (ma solo per acquisti effettuati entro il 30 aprile: è un altro stratagemma per racimolare qualche spicciolo prima della fine del campionato?) è un degno riconoscimento per chi ha sostenuto la squadra e la società, e non solo a parole, fin dal primo giorno o quasi?
Ad esempio, si poteva fare come a Ravenna (una piazza che nell’ultimo periodo turba non poco i nostri pensieri…) dove anche nelle stagioni precedenti, e con gestioni precedenti a quella attuale, nel turno casalingo ricadente nel periodo dell’anniversario della nascita della società giallorossa (21 aprile 1912) è stato previsto l’accesso allo stadio per i soli acquirenti di un biglietto (a prezzo simbolico, ça va sans dire), ma anche una serie di iniziative collaterali, come la sfilata delle varie giovanili, l’intitolazione della tribuna al presidente che aveva portato la squadra in serie B o la vendita di una maglia celebrativa per i 110 anni di storia della squadra.
La cornice di pubblico in occasione della sfida al Siracusa è stata sicuramente importante (anche grazie alla nutrita presenza dei tifosi ospiti), ma è stata la classica “rondine che non fa primavera“, se è vero (dati Transfermarkt) che nel corso dell’anno le presenze medie al “Granillo” sono state di poco superiori alle 3000 unità (tenendo conto dei 2300 abbonamenti rilasciati durante la campagna estiva) come al “De Simone” di Siracusa o al “San Francesco” di Nocera Inferiore, mentre al “Picchi” di Livorno 5-6000 spettatori non mancano mai e giusto domenica scorsa al “Riviera delle Palme” per Sambenedettese-Chieti c’erano oltre 10000 spettatori… probabilmente, con una squadra che domina il proprio raggruppamento ed una nutrita presenza di pubblico garantita per ogni gara casalinga un’operazione del genere potrebbe avere successo e portare un bel gruzzolo ai promotori, ma domenica è forte il rischio che gli spalti del “Granillo” rimarranno ancora più spogli del solito, ed in parecchi preferiranno buttare un occhio su VivoAzzurroTV e l’altro su TRIS TV piuttosto che andare allo stadio e prendere parte ad una iniziativa estemporanea e controproducente, con buona pace di una squadra e di un tecnico che meriterebbero tutto l’affetto possibile per provare a compiere una vera e propria impresa sportiva.

Massimo rispetto per chi ama la maglia ma la partita di domenica vuole “giocarsela“… come fanno i ragazzi che non vogliono entrare a scuola.
Professor Ballarino, prenda nota sul suo registro!
P.S. Chi davvero intende farsi “trovare pronto qualora ci fosse l’opportunità di un ripescaggio” (cit.), tra le altre cose, deve presentare alla FIGC ed alla Lega Italiana Calcio Professionistico entro il 18 luglio 2025 domanda di ammissione al campionato di Serie C 2025/26, corredata da un “assegno circolare intestato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio di euro 300.000,00, a titolo di contributo straordinario” (leggi qui)… non è che anche questa estate la campagna abbonamenti parte in anticipo?








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