di Rocco Genovese

Rocco, sabato eri a La Spezia per la sfida tra i padroni di casa ed il Pisa, la sconfitta dei nerazzurri ha completamente riaperto la lotta per il secondo posto. La squadra di Inzaghi deve iniziare a preoccuparsi? “La gara di sabato ha confermato che la lotta al secondo posto non è assolutamente chiusa, sicuramente a livello mentale adesso si trova meglio lo Spezia, ma l’assenza di Salvatore Esposito per infortunio potrebbe condizionare gli aquilotti. Quanto al Pisa, bisogna capire che risposta avrà la squadra di Inzaghi già a partire dalla sfida col Mantova. I nerazzurri hanno perso lo scontro diretto subendo una rimonta in pochi minuti e stanno sicuramente vivendo un momento di appannamento, ma lo stesso dg Corrado ha evidenziato come la squadra abbia speso molte energie anche perché nel giro di 2 settimane ha affrontato prima e terza in classifica”.

La lotta promozione si intreccia a quella per non retrocedere, e sabato è in programma un delicato derby di Calabria fra Catanzaro e Cosenza, due squadre che, per motivi opposti, sono chiamate a fare risultato pieno. In che stato arrivano le due squadre a questa sfida?Partiamo da un paradosso: lo scorso anno fu proprio la sconfitta nel derby a determinare l’esonero di Fabio Caserta al Cosenza mentre quest’anno ha ritrovato il ds Polito, con il quale aveva lavorato bene già alla Juve Stabia, ed è ripartito alla grande, al netto di una prima parte di stagione con risultati altalenanti, alla guida di un Catanzaro che si sta confermando in zona playoff nonostante la scorsa stata la rosa sia stata profondamente rinnovata; chiaramente, i giallorossi sono obbligati al pronto riscatto dopo la brutta sconfitta di Cremona, che non mi aspettavo con quelle proporzioni, anche alla luce del blitz di La Spezia di poche settimane fa”.

In casa Cosenza, la telenovela sull’esonero di Alvini si è conclusa da poche settimane con l’arrivo del duo Belmonte-Tortelli, i primi risultati stanno dando loro ragione. Credi che i rossoblù possano salvarsi o stavolta in riva al Crati non riuscirà il miracolo?È molto difficile, più degli altri anni, e non solo per via della situazione di classifica, che è brutta ed è stata complicata ulteriormente dalla penalizzazione, ma anche dal mai così forte clima di contestazione verso Guarascio. Tuttavia, il Cosenza già nell’ultima gara con la Reggiana ha dato prova di tutto il proprio orgoglio e non va mai dato per morto. Peraltro, la lotta per non retrocedere coinvolge dieci squadre, la classifica è ancora molto corta e ci sono margini per recuperare, bisogna vedere se nel Cosenza scatta quella “scintilla” che ancora non si è vista in questo campionato. Belmonte e Tortelli sono stati chiamati a traghettare la squadra e non hanno niente da perdere, per certi versi potrebbe essere un vantaggio, ed anche la presenza in campo e nello spogliatoio di un elemento come il cosentino Garritano può fare la differenza.”

Indipendentemente da come finirà, Guarascio è ormai inviso alla piazza e la sua era pare al “Canto del Ci(tri)gno”. Qualora si concretizzasse il suo disimpegno, è destituita di fondamento l’ipotesi di un suo interesse per la Reggina o ci sono elementi in tal senso?Mai come quest’anno la contestazione verso Guarascio è stata così forte, ma è ancora tutto da dimostrare che passi la mano, la stessa trattativa con il Gruppo Citrigno ora pare arenatasi. Allo stesso tempo, non ho elementi che mi facciano pensare ad un avvicinamento di Guarascio alla Reggina: il suo nome in passato è stato più volte accostato agli amaranto ma non c’è mai stato un reale interesse da parte sua”.

Segui il calcio italiano a tutti i livelli, ma la C è la tua “casa”. Sono stati i giorni delle esclusioni di Taranto e Turris ma le altre due società a rischio hanno dato segni di vita: il Messina ha preso un punto importante a Cava de’ Tirreni, mentre la Lucchese ha rischiato il colpaccio con la capolista Virtus Entella. Tu segui molto da vicino proprio la situazione dei toscani, secondo te quali saranno i prossimi sviluppi?La situazione della Lucchese è molto complessa, la mole debitoria è importante e servirebbe subito un corposo intervento economico per consentire di concludere la stagione. Ci sono due passaggi societari in gennaio, il primo dal vecchio proprietario Bulgarella ad una società guidata dal presidente Longo e poi, dopo solo 21 giorni, da Longo ad un’altra società guidata dal commercialista Sampietro, ma fino a pochi giorni fa in Camera di Commercio risultava in carica ancora Bulgarella ed ora, stando a quando comunicato dal dg Velli (che a Reggio conosciamo bene) sembra venuta meno l’interesse del Racing Group, una grande società australiana che avrebbe potuto garantire maggior solidità finanziaria. Allo stato, l’unica opzione sarebbe portare i libri in tribunale, uno scenario che i tifosi vogliono scongiurare. Questi sono giorni decisivi, era stata anche convocata un’assemblea per rinnovare le cariche societarie e nominare un nuovo amministratore. Sarebbe un passaggio non da poco: bisogna capire chi sia titolato a presentare ricorso per la penalizzazione, un’azione che sia lo stesso Velli che mister Gorgone hanno paventato nella conferenza post-partita. Il -6 è stato una mazzata, tutti si aspettavano una sanzione più lieve, e la squadra ha risentito di questo prolungato clima di incertezza, visto che ha fatto solo 3 punti nelle ultime 4 partite, anche se contro la Virtus Entella la Lucchese ha giocato molto bene e rischiato di vincere. Sfortuna vuole che adesso mister Gorgone deve fare a meno, causa infortuni, di capitan Tumbarello a centrocampo e Saporiti, il fiore all’occhiello della rosa, che potrebbe tornare disponibile solo per le ultime partite”.

Quale futuro vedi per la terza serie? Un campionato può essere sostenibile solo riducendo le partecipanti e lasciando spazi a “seconde squadre” e grandi piazze?Si parla tanto di ridurre le squadre ma penso che questo sia un problema ben più complesso. E mi piace sottolineare come ha detto il Presidente Marani e tanti Presidenti della Serie C che il problema non è tanto il ridurre il numero delle squadre quanto stabilire un controllo rigido e preventivo. Quest’anno c’era già il sentore ad inizio stagione che Taranto e Turris potessero avere più di qualche problema durante il campionato come poi si è verificato. Diciamo quindi che si è voluto scongiurare di commettere gli errori dell’estate di due anni fa con i casi di Reggina e Lecco con lo scopo di perder troppo tempo. E non ci si aspettava i problemi di Messina e Lucchese poi subentrate in corso d’opera nonostante le esperienze di Matera e Pro Piacenza degli anni scorsi. Per evitare questi casi, ripeto, bisognerebbe fare controlli preventivi e, come succede ad esempio in Inghilterra, soprattutto quando ci sono passaggi di proprietà, un’apposita commissione ha il potere di verificare le possibilità economiche degli acquirenti. Passaggi che possono essere applicati anche in Italia. In Italia, poi, c’è questo rifiuto verso le seconde squadre di A che funzionano ottimamente ad esempio, in Inghilterra o in Spagna dove allorquando non c’è seconda squadra c’è un accordo con le società cosiddette satelliti. È chiaro che ci troviamo di fronte ad un progetto che va sviluppato in un determinato modo. Atalanta e Juventus hanno da tempo sposato fedelmente questo programma mentre il Milan ha avuto delle difficoltà in special modo nella gestione di Camarda che ha costretto il club meneghino ad acquistare calciatori di categoria superiore per conquistare la salvezza (Magrassi n.d.r.). Va da sé che il Milan è in fase di rodaggio e credo per altro che nel prossimo futuro saranno tante le società di Serie A partecipare a questa iniziativa. Basti dire che la prossima sarà l’Inter. Ma è certo impensabile che in futuro la Serie C possa essere formata da venti seconde squadre di massima serie anche se una cosa non esclude l’altra nel senso che avere una squadra Under 23 non esclude la presenza di una grande piazza. La grande piazza però deve avere un progetto sostenibile sebbene in campo non vadano i progetti: il Taranto è sempre stata una grande piazza ma non aveva una proprietà che potesse sostenere la Serie C. Possiamo parlare di piazze clamorose come Reggio Calabria, Catania, Palermo, Messina. Piazze importanti e con un blasone di prim’ordine e con bacini d’utenza gigantesche anche se in campo ci va andare la sostenibilità e la lungimiranza soprattutto nel Girone meridionale dove si deve fare i conti con soggetti incresciosi e con sacrsa solidità economica. Ritornando all’ Atalanta bisogna darle merito che da molti anni manda moltissimi giovani in prima squadra o in prestito come Bonfanti protagonista assoluto in B nel Pisa di Inzaghi ed ora al Bari”.

Torniamo al calcio giocato. Nei 3 gironi ci sono altrettante coppie a giocarsi la promozione in serie B: secondo te chi la spunta, e chi potrebbe fare molto bene ai playoff?In questo momento c’è molto equilibrio perché dopo il turno infrasettimanale troviamo due squadre per girone distaccate di pochi punti. Nel Girone A è lotta tra Vicenza e Padova distaccate di pochi punti dopo la sconfitta degli euganei sul campo del Renate e la vittoria dei vicentini in casa contro il Novara. Stessa situazione nel Girone B dove la distanza è minima perché l’Entella, che perdeva a Lucca fino al 96mo, ha trovato il pareggio con Marconi mentre la Ternana ha vinto in casa col Sestri. Medesima situazione nel Girone C dove il cammino di Audax Cerignola ed Avellino è stato condizionato dalla sparizione di Turris e Taranto: la distanza ad oggi è di un sol punto. In questo momento è difficile stabilire chi potrà andare in Serie B. Tra l’altro nell’ultima giornata del Girone B ci sarà lo scontro tra Entella e Ternana quindi è difficile dire chi possa, in questo momento, arrivare in B. È chiaro che trattasi di squadre che hanno fatto grandi investimenti e tantissima progettualità come nel caso della Virtus Entella e di Audace Cerignola. Per il discorso playoff ci sono tante squadre tra cui la Feralpi Salò di Aimo Diana, il quale, dopo aver fatto bene a Reggio Calabria come calciatore, ha fatto benissimo alla Sicula Leonzio, Reggiana e Renate come allenatore. È un tecnico che fa giocare bene le sue squadre puntando tanto sui giovani. Quest’anno è esploso Petrelli poi andato alla Juventus Under 23. È sicuramente una squadra che mi incuriosisce insieme al Monopoli, vera mina vagante dei playoff che ha un allenatore bravo come Colombo. A proposito di blasone, bisogna stare attenti al Pescara, piazza importante che ha un allenatore, Baldini, che ha già vinto i playoff col Palermo”.

Anche la serie D è entrata nel vivo, negli ultimi giorni non sono mancati risultati pesanti ed anche la Coppa Italia ha preso la scena. Quali sono le squadre che ti hanno impressionato?Quest’anno ho seguito varie volte il Tau Altopascio, società piccola ma con progetti ambiziosi che puntualmente lancia giovani interessanti come ad esempio Antoni. Il Tau mi ha impressionato particolarmente per il gioco espresso. Poi c’è questa lotta tra il Ravenna e il Forlì entrambe costruite per vincere. Nel Girone I mi ha impressionato moltissimo il Sambiase dove c’è un allenatore come Morelli che ha fatto bene in tante piazze. A Sambiase ha saputo valorizzare un calciatore importante come Ferraro. Vorrei anche sottolineare il successo ottenuto in casa del Siracusa accarezzando il sogno di lottare per il primo posto. Complimenti alla società. Attenzione alla Pistoiese che ha una proprietà importantissima e a lungo termini può fare qualcosa di importante”.

Prima abbiamo parlato di duelli, ma ce n’è uno che ci interessa particolarmente… La Reggina delle ultime settimane sta facendo il massimo, ma il Siracusa non molla. Non lo chiedo al giornalista, ma ad un ragazzo reggino: gli amaranto possono fare l’impresa?Da tifoso me lo auguro. I tre punti di distanza tra le due squadre sono pochi ma possono rappresentare un problema in più a livello mentale perché chi insegue sa di non poter più sbagliare. Poi c’è la consapevolezza e la speranza, perché no, che chi li precede possa compiere un passo falso. Questo, secondo me, è un fattore psicologico che può pesare. Dall’altro lato c’è un Siracusa ha la forza di aver vinto uno scontro diretto sia in casa che fuori contro la Reggina. Forse la sosta arriva nel momento giusto perché serve per ricaricare le energie mentali: questa continua corsa, infatti, ti porta a spendere molte energie. Io credo molto nel lavoro di Trocini e so che a livello mentale la Reggina è forte. Poi c’è da dire che gli scontri diretti sono fatti di episodi: a Reggio la Reggina ha giocato un ottimo primo tempo mentre nella ripresa c’è stato un blackout ma la squadra non ha nulla da rimproverarsi. In D nulla è scontato ma la differenza la potrà fare il pubblico amaranto. Basti dire che a Sambiase ci sarà un vero e proprio esodo il che significa che i tifosi ci credono in questa promozione. Questo è un aspetto che potrebbe fare la differenza”.

Dopo l’Albenga, anche l’Akragas si appresta a finire in anticipo la stagione, così come accaduto a Lamezia e Pistoiese lo scorso anno. Fare calcio anche nel dilettantismo sta diventando un gioco a perdere?Ritengo che fare calcio richiede fare tanti investimenti. Purtroppo il calcio è cambiato: se prima si faceva calcio investendo sui giovani, oggi, ci sono maggiori difficoltà. Pistoiese, Ravenna, il Trapani dello scorso anno, lo fanno e lo hanno sempre fatto ma resta il fatto che in Serie D le spese superano di gran lunga gli introiti e quando non ci sono sponsor all’altezza bisogna evitare passi più lunghi della gamba. Il fattore principale è la passione che muove il mondo del calcio dilettantistico ma non tutti gli imprenditori sono disposti a fare beneficenza. Altro fattore importante sono le strutture sportive e gli stadi di proprietà che possono avvicinare possibili acquirenti”.

In chiusura, parliamo di te. Come sei entrato nel mondo del giornalismo?Diciamo che allorquando ho capito di non essere bravo con i piedi ho valutato la possibilità di raccontare il calcio e di viverlo in un altro modo. Io sono sempre stato affascinato dal mondo della scrittura conscio che la scoperta di storie del calcio ti regala dei passaggi belli, interessanti che vanno aldilà della semplice passione. A me di una partita piace analizzare quello che avviene prima e quello che avviene dopo benché la partita in sé stessa e quindi il gioco, le tattiche e il risultato siano fondamentali. A me interessa il prima e il dopo e tutte le storie che vengono fuori. Nel mondo del giornalismo sportivo sono entrato in modo casuale perché avendo questa passione non ho mai avuto il coraggio di lanciarmi se non qualche anno fa allorquando feci parte di una redazione che si sta sempre più espandendosi. All’inizio mi son interessato principalmente di serie D e da lì ho capito che è quello che più mi piace fare, che mi appassiona e che mi permette di vivere raccontando il calcio in modo diverso”.

Chiedo all’oste se il vino è buono: com’è lavorare con Gianluca Di Marzio?  Cosa hai imparato da lui?Dal mondo Di Marzio si impara tutto. È un network composto da tantissimi talenti che poi, negli anni, hanno spiccato il volo anche verso redazioni importanti, testate nazionali e internazionali. Con lui impari tutto: dal saper scindere una notizia, a saperla analizzare, a saperla lanciare, a fare un’indagine. Ripeto: impari tutto, anche i segreti del mestiere. Questo è un mondo che richiede tanta completezza che arriva con l’esperienza dopo anni di studio. E poi impari tutto a livello giornalistico e umano da uno dei giornalisti più importanti. È un mondo, quello di Gianluca Di Marzio, che ti spinge a fare di più e ad avere rispetto verso tutti, trattando le “cose” allo stesso modo dando a queste la stessa importanza. È un mondo dove il rispetto verso la notizia e verso chi la fruisce”.

Ringraziamo l’amico Rocco Cristarella – che scrive per importanti testate come Pianeta Serie B e LaCasadiC – per la sua gentile disponibilità

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