La compagine etnea la getta in rissa. La Reggina, invece, la mette dentro. E sono nove fuori dal Granillo
Gaetano Catalano, trainer “patornese”, deve fare a meno dello squalificato Samuele Puglisi, centrocampista di grande affidabilità, mentre nella Reggina mancano gli infortunati Salandria, Giuliodori ed (ovviamente) il lungodegente Rosseti oltre a Urso e Provazza. Per i padroni di casa modulo a tre in difesa (Marino, Porcaro e Pappalardo) che in fase di non possesso viene irrobustito da Sinatra e Carmelo Greco mentre il trequartista Asero risulta sempre pronto a sfruttare la mobilità della coppia d’attacco formata da Retucci e Guida. Consueto 4-3-3 per Bruno Trocini che recupera Adejo sulla linea difensiva. Porcino, Laaribi, Barillà a centrocampo e, in avanti, il “trio delle meraviglie” composto da Ragusa, Renelus e Barranco. Grillo e Forciniti, al rientro, siedono in panchina.

LA CRONACA – Pubblico delle “grandi” occasioni con circa 400 tifosi amaranto disseminati tra curva loro destinata e nella tribuna del piccolo stadio di Paternò. Intanto Scafatese e Siracusa (ora d’inizio alle 14.30) sono avanti nel punteggio rispettivamente con Pompei e Sancataldese. Amaranto subito pericolosi con Renelus dopo un fraseggio con Barranco ma il pallone è preda dei guantoni di Tosoni. Al 18’ sono i padroni di casa ad andare vicini al gol con la traversa colta da Viglianisi sugli sviluppi di una mischia nell’area amaranto. Aveva dunque ragione Mister Trocini nel non volersi fidare del Paternò in quanto squadra capace di non fare giocare l’avversario e di metterlo in difficoltà con un pressing alto, duro ed asfissiante per cui, ogni portatore di palla amaranto (oggi in maglia bianca) veniva sistematicamente affrontato da due uomini in maglia rossazzurra. In questa situazione e con un terreno di gioco disastroso e disastrato (un vero campo di patate) risultava davvero difficile costruire azioni di un certo rilievo. Ci sarebbe poi da disquisire sulla scorrettezza dei calciatori del Paternò che ricorrono “regolarmente” al fallo tattico con l’arbitro che non ha mai estratto un solo cartellino. La prima parte della gara termina quindi col risultato iniziale e la convinzione (e la speranza) è quella secondo cui soltanto un episodio potrebbe modificare le sorti di un incontro tutto sommato noioso e stucchevole. La ripresa inizia sulla falsariga del primo tempo con la Reggina che sbatte sul muro rossazzurro che chiude ogni spazio per cui il taccuino rimane (nostro malgrado) vergine. La svolta al minuto 57: sugli sviluppi dell’ennesimo calcio d’angolo Daniel Adejo salta più in alto di tutti e deposita la palla alle spalle di Tosoni per l’uno a zero amaranto. Tra l’altro strameritato.

Al 65’ Grillo – entrato al posto di Renelus, oggi in evidente difficoltà – effettua un cross in area per Barillà che di testa coglie una clamorosa traversa. E, dopo la girandola di sostituzioni e ben 7 minuti di recupero, la Reggina porta via da Paternò tre punti d’oro su un campo ostico, su un terreno di gioco da terza categoria e contro una squadra che fa della scorrettezza la sua arma migliore.

IL COMMENTO FINALE – Con questa importantissima vittoria voluta ed ottenuta con ampissimo merito, la compagine di Trocini rimane sulla scia del Siracusa e tiene a debita distanza la Scafatese che – ricordiamo – a Paternò hanno raccolto solo il pareggio. “Vittoria doveva essere e vittoria è stata” come suol dirsi. Che significa terza vittoria consecutiva e nona affermazione lontano dal Granillo. E tra l’altro pone la squadra amaranto in testa alla speciale classifica “delle gare giocate fuori casa”. Nessuna tra Siracusa, Sambiase e Scafatese ha infatti fatto meglio della Reggina: non a caso, questa sera gli amaranto raggiungono quota 30 punti frutto di 9 vittorie, 3 pareggi ed una sola sconfitta. Concludendo, la compagine capitanata da Nino Barillà ha compreso totalmente come si gioca in una categoria “tosta” come la Serie D e contro una squadra che ha preferito gettarla in rissa invece di giocare al calcio. Se infatti il Paternò avesse giocato a “football” non sarebbe finita con un solo gol di scarto







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