Ragusa straripante, Barillà incisivo, Porcino determinante, Ndoye convincente, Grillo vigoroso, Renelus strepitoso e Barranco decisivo: questa è una Reggina stellare

Uno degli artefici nella vittoria contro l’Igea Virtus è stato sicuramente Nino Ragusa. D’altronde l’ex Sassuolo sulla fascia mancina riesce (quasi) sempre a dare il meglio di sé seminando il panico in quella zona “particolare” del campo e divenendo, quindi, un vero e proprio “valore aggiunto” della compagine allenata da Mister Trocini. Ma non è il solo. Un applauso particolare è da tributare a Nino Barillà: avanzando il proprio raggio d’azione di almeno venti metri e portandosi così a ridosso degli attaccanti, riesce – finalmente – a smistare decine di palloni giocabili per gli attaccanti. Buonissima la prestazione di Toti Porcino bravo sia nella fase di possesso che nell’annullare sistematicamente ora Calafiore ora Pipitone, ossia i “ragionatori” della squadra avversaria. E di un “mastino” del calibro di Mamadou Ndoye possiamo non tesserne le lodi? Presente in ogni zona del campo, è risultato il migliore sia nel fermare il portatore di palla sia nelle ripartenze senza mai manifestare disagi, sbavature oppure errori di sorta. Un altro giocatore da elogiare è, per forza di cose, Bruno Barranco il quale, grazie alla doppietta, è salito a quota sette reti. Il suo è un messaggio ben preciso rivolto a società e tifosi: “io ci sono e posso raggiungere facilmente l’agognata doppia cifra”. E scusate s’è poco visto che i “custodi della verità assoluta” che esultano per il vantaggio del Siracusa (con Ba) e tifano in modo sfegatato per il Sambiase e la Scafatese, pretendono l’attaccante da cinquanta gol stagionali. Ma questa è un’ulteriore storiaccia… C’è un altro calciatore capace di spostare gli equilibri ed a rendersi pericoloso e, in alcuni casi, straripante. Ci riferiamo a Paolo Grillo, esterno basso di grande gamba e dai piedi buoni che si è reso autore di una gara da incorniciare contro un Igea Virtus che sulla destra ha dannatamente patito le sue scorribande. E, inoltre, ci fa enormemente piacere la prestazione di Bertony Renelus autore di un gol spettacolare (il quarto, e scusate s’è poco anche in questo caso): roba da spellarsi le mani sia per le serpentine con le quali ha seminato ben sette avversari che per il sangue freddo nel realizzare un gol da cineteca.

Con elementi capaci di “fare” ciò che in Serie D è difficile da vedere, c’è bisogno di “prendere” Convitto? C’è la necessità di “assoldare” Diop? C’è l’esigenza di “pigliare” elementi oramai spremuti come limoni come Costantino e Montalto? Crediamo, tutt’al più che la Reggina (questa Reggina) abbia bisogno di elementi che conoscano a fondo la categoria, gente “sgamata” che sappia cosa significhi lottare e fare a sportellate in Serie D. È innegabile che la qualità delle giocate possa stabilire la differenza ma, tutto sommato, a farla da padrona sui campi di periferia è la cattiveria agonistica, la baldanza, la “cazzimma”, l’esperienza specifica e, soprattutto, la “giovinezza” e la conseguente voglia di mettersi in mostra.

Adesso la formazione di Bruno Trocini che – ricordiamo – non perde dal 14 ottobre allorquando il Siracusa ebbe la meglio grazie ad un rigore abbastanza dubbio concesso magnanimamente dal Signor Ranieri della sezione di Como, deve “necessariamente” vincere in casa della Scafatese (a cui manca l’esperto centrocampista Alessio Esposito per squalifica) e successivamente nel recupero di Favara per avvicinarsi quanto più possibile gli aretusei – che dovranno vedersela nel sentitissimo derby di Ragusa – e i lametini del Sambiase che ospiteranno la rediviva Vibonese (altro derby). Poi si vedrà. A proposito della prossima trasferta di Scafati, abbiamo avuto modo di sentire alcuni tifosi che da Roma (ma anche dal Nord Italia) stanno organizzando una vera e propria invasione in terra campana. E tantissimi saranno i sostenitori che giungeranno da Reggio Calabria per fornire l’usuale (e considerevole) apporto in una gara che vale un campionato. I “veri” tifosi faranno la “vera” differenza.


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