Cesare Polifroni, patron del Locri, si è lamentato (e pure parecchio!) dopo la sconfitta maturata al Granillo contro la Reggina che ha creduto creduto fortissimamente alla rimonta. La vittoria è opera assoluta di Bruno Trocini che ha operato i cambi giusti e predisposto un accorgimento tattico di prim’ordine. È bastato infatti far entrare Renelus sul lato sinistro dell’attacco (al posto di Urso che resta pur sempre una mezzala), Poi Giuliodori sul binario di destra (al posto di Vesprini che attaccante non è) coadiuvato da un ottimo Ndoje (passato dalla sinistra del fronte d’attacco). Ed infine spostando Capitan Barillà a ridosso di Curiale (al posto uno spento Barranco al quale, comunque, non è mai arrivato un pallone giocabile per tutti i primi 45 minuti di gioco) con Ragusa trasformatosi in sottopunta. Da quel momento il Locri è letteralmente sparito dal campo sotto i colpi ben assestati della Reggina per cui il 3 a 2 finale altro non è che una logica conseguenza di una coraggiosa strategia messa a punto da un allenatore che sa il fatto suo.

È bene sottolineare – inoltre – che Trocini in queste ultime “battaglie” ha dovuto fare a meno dei palleggiatori, Porcino in primis, di un “vero” metronomo come Laaribi e di un faticatore come Forciniti che corre per due. L’esternazione di Polifroni (“Per quello che è successo oggi c’è poco da commentare. Io ho visto un grande Locri nel primo tempo che vinceva due a zero al Granillo contro la Reggina. Poi un tecnico che ha continuato a giocare con il 4-2-1-3: le basi del calcio dicono che se soffri ti devi difendere, ha fatto il kamikaze“) ci è parsa un “attimino eccessiva” sia nei modi che nei termini. Ciccio Cozza, in realtà, sarebbe invece da incensare perché ha avuto un “coraggio leonino” nel proseguire a giocare con il 4-2-1-3 giacché convinto di poter colpire in contropiede contro una squadra protesa all’attacco per salvare il salvabile e (perché no?) per vincere la gara. D’altronde il “cavallo alato” non aveva di fronte il Garbagnate (con tutto il rispetto per i lombardi) ma quella Reggina che ha gli uomini capaci di colpire in qualsiasi momento così com’è avvenuto. Ma non è finita. Infatti: “Il Locri è una grande squadra, ma alla fine ci vuole il manico, non mi nascondo dietro un dito e non le mando a dire. La squadra c’è – ha sostenuto il numero uno del team jonico – ma abbiamo peccato in altro. Chi ha sbagliato se ne renda conto. Io sono sereno per come ho operato”. Il “bello” viene dopo: “Esonero? Perché dovrei farlo? L’errore è evidente – sbotta rincarando la dose – uno che vuole salvare la faccia, deve fare quello che deve fare, poi ognuno di noi ha il suo carattere e la sua faccia“. Amen.

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