Impacciata, lenta e senza temperamento la squadra di Trocini si deve accontentare di un inutile pari
Contributo video e fotografico di Domenico Romeo
La Reggina si sta lentamente ma inesorabilmente “sciogliendo”. Quella vista al Tomaselli di Caltanissetta è stata una squadra incapace di apporre rimedi e soluzioni alla mancanza di gioco, di idee brillanti, di geometrie vincenti, di consistenza e di forza. A tratti l’abbiamo vista amorfa, abulica, svogliata e ferma sulle gambe. Ma soprattutto senza personalità e temperamento. E, in tutto questo, incapace di portare “veri” pericoli all’avversario. La cronaca della gara, infatti, “parla” di un sol tiro scoccato verso la porta della Nissa ovvero il rigore trasformato da Curiale bravo a rimettere sui binari dell’equilibrio una partita noiosa e che sarà ricordata solo per gli strafalcioni arbitrali. Bottino veramente misero e inconsistente se messo al cospetto di un Siracusa che invece vince, convince ed asfalta qualsivoglia avversario con una facilità disarmante. Oppure di una Scafatese a cui bastano dieci minuti per avere la meglio su un Favara messo bene in classifica e che gioca un buon calcio. E con i canarini che, per giunta, si permettono il lusso di licenziare Mister Fabiano – uno dei tecnici più preparati ed esperti dell’intero pianeta dilettantistico – per reclutare Gianluca Atzori). La Reggina adesso lamenta un ritardo di ben sei punti dagli aretusei (a quota 32) e di tre dalla Scafatese (29 punti) con il Sambiase che aggancia a 26 la coppia composta da amaranto e Vibonese. È una situazione scabrosa, imbarazzante e incomprensibile dove né Pergolizzi (prima) né tanto meno Trocini (successivamente) sono riusciti a “levigare”. A questa squadra sta mancando innegabilmente l’esperienza dei Barillà, l’arguzia dei Laaribi, le giocate dei Salandria, le invenzioni degli Urso, le rasoiate dei Ragusa, le scorribande dei Renelus e Provazza ma soprattutto i gol dei Barranco mai servito a dovere e costretto a giocare da solo (spalle alla porta) contro tutti nel cuore dell’area. E, per finire, è mancata la baldanza dei Forciniti il quale, nonostante la giovanissima età, risulta sempre il migliore a centrocampo, settore nevralgico per antonomasia. E in difesa? Tralasciando il nulla cosmico di ieri dove il Nissa ha impensierito poco e male (non fosse stato per il rigore concesso da un arbitro che meriterebbe la radiazione con ignominia non avrebbe mai e poi mai impensierito il portiere amaranto), la costante – purtroppo – è il solito errore con Girasole e Adejo che ne stanno combinando di ogni. E allora? E allora la speranza è riposta nel calciomercato e specificamente nell’ingaggio di elementi che conoscano la categoria facendo la differenza “vera” in un campionato che altrimenti sarebbe seriamente compromesso. E – nel contempo – auspicare che Siracusa e Scafatese (così come il Sambiase) comincino a segnare il passo rallentando un percorso a dir poco eccezionale.







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