Con questi numeri, il margine di errore degli amaranto si avvicina allo 0, e per coltivare sogni di gloria sarà obbligatorio fare bottino pieno nelle residue gare del girone
L’emblema di un pomeriggio iniziato con i migliori auspici e conclusosi con una beffa colossale è la “scalata” che il mitico Tommaso Buffon, con sciarpa stretta intorno alla testa e bandierone a scacchi d’ordinanza, ha fatto dalla postazione che occupa stabilmente durante le partite casalinghe fino all’ultima fila del terzo settore della Curva Sud.
Il nostro eroe, una volta raggiunta la vetta e lanciato un paio delle sue (e solo sue) strillate, ha iniziato a sventolare il proprio vessillo e chiesto a chiunque avesse intorno “allora, saliamo?”, attirando su di sé l’attenzione dei tifosi presenti e forse anche quella di Adejo e Girasole i quali, poche centinaia di metri più giù e pochi secondi dopo quella domanda non chiudevano su El Hilal e consentivano ad una squadra che aveva segnato solo 2 reti nelle ultime 6 partite di eguagliare tale bottino in una quarantina scarsa di minuti, completando una meritata rimonta e punendo la rilassatezza e la mancanza di concentrazione dei padroni di casa, magari anch’essi convinti che i 3 punti sarebbero comunque finiti in tasca.
Calo di ritmo, progressivo arretramento del baricentro ed assenza di azioni pericolose dopo il (doppio) vantaggio raggiunto, manovra priva di fluidità, sbavature difensive, sostituzioni tardive… se non ci fosse stato l’impiego congiunto dal primo minuto di Perri e Laaribi e non avessi visto (almeno nelle intenzioni) il 4-1-4-1 ammirato per larghi tratti della partita di Vibo, avrei pensato che sulla panchina amaranto sedeva ancora Pergolizzi, e a poco serve aggrapparsi alle numerose assenze o al fatto che “ci hanno fatto goal nei loro unici tiri in porta” (questa, semmai, è un’aggravante, perché tutte le reti subite in questo campionato sono arrivate al primo o al secondo tentativo degli avversari).
Il terzo pareggio nelle ultime 4 partite è di sicuro il più difficile da mandare giù, perché una squadra che punta al salto di categoria non può non fare risultato pieno in incontro casalingo contro un avversario che ha raccolto la metà dei suoi punti, peraltro dopo essere passata in vantaggio.
Purtroppo, nelle 13 partite di campionato fino ad ora disputate solo ad Enna la Reggina solo ha dimostrato di saper contenere il ritorno degli avversari, controllare il risultato ed arrotondare il punteggio (persino in casa con il Paternò il parziale raddoppio è arrivato dopo vari tentativi andati a vuoto ed un paio di situazioni pericolose avversarie): è solo colpa di rivedibili scelte tecniche passate e dell’assenza di un bomber oppure, malgrado la presenza di molti elementi navigati, questa squadra ha dei limiti anche caratteriali?
<<Oggi vinciamo, Scafatese e Siracusa pareggiano e noi ce ne andiamo in testa alla classifica>>… l’intima convinzione del pre-gara, ribadita da più di qualcuno all’intervallo alla luce dei risultati parziali, non aveva fatto i conti con i soliti difetti di questa squadra, che un inopinato avvicendamento tecnico non poteva certo risolvere in pochi giorni, ed essere passati nel giro di una decina di minuti dal primo posto in compagnia al quarto con un distacco di 4 punti dalla capolista ha il sapore dello smacco. Eppure i numeri non mentono mai…
Il Siracusa (a proposito, ma che goal ha fatto Acquadro?) ha piegato a domicilio una Scafatese che nelle ultime uscite ha maramaldeggiato contro Sancataldese, Locri ed Ischia, ma è a tra le mura amiche che gli aretusei stanno costruendo le basi del proprio successo: nell’anno solare 2024 al “De Simone” si sono disputate fino ad ora 17 partite (tra campionato scorso ed attuale, playoff promozione e Coppa Italia di categoria), con 16 vittorie dei padroni di casa ed 1 solo pareggio (0-0 lo scorso 28 marzo contro il Ragusa, peraltro l’unica volta che il Siracusa non è andato a segno a casa propria negli ultimi 12 mesi, dopo la partita con il Trapani del 26 novembre 2023), con un totale di 39 reti segnate e solo 4 subite (l’ultima resta sempre quella siglata da Mungo nella finale playoff della scorsa stagione…).
Con questi numeri, il margine di errore degli amaranto si avvicina allo 0, e per coltivare sogni di gloria sarà obbligatorio fare bottino pieno nelle residue gare del girone: il campionato non era finito il 13 ottobre, così come non lo è adesso, ma “steccare” anche la partita di domenica con la Nissa, capace di vincere in casa propria solo in un’occasione (e che occasione: 4-2 alla Scafatese…) ma che pare aver tratto beneficio dal recente cambio di allenatore visto il blitz di Acireale di ieri, sarebbe un errore non facilmente rimediabile.
P.s. Occhio al Sambiase, questi fanno sul serio!







Rispondi