Classe 1968, un passato da ex calciatore e da diversi anni nello staff della società ACR Messina come Dirigente accompagnatore. Una vita al servizio dei veri valori del calcio, una gran persona per bene di cui il calcio e la società civile hanno davvero bisogno, una passione smisurata al servizio dei più giovani. Un padre di famiglia impeccabile ed un educatore di giovani promesse del calcio messinese e non, voluto bene da tutti. È il profilo di Nino Pollara, Dirigente accompagnatore dell’ACR Messina che si presenta così: ”Ho iniziato tutta la trafila con le giovanili del Messina, nel 1980 avevo dodici anni, ero con i giovanissimi, ho finito nel 1987, ma già nel 1986 ero approdato con la prima squadra che poi andò in Serie B, con i “bastardi” di Franco Scoglio, esordendo al Celeste contro Campania e Barletta (due vittorie) ed una gara in coppa Italia contro il Siracusa. Poi, purtroppo, ho avuto un brutto infortunio e ho dovuto lasciare il calcio giocato a malincuore. Sono, comunque, rimasto all’interno del mondo del calcio essendo Dirigente accompagnatore del settore giovanile praticamente da sempre, da oltre quindici anni. Dopo avere operato in realtà di provincia, dal 2019 al 2023 sono stato Dirigente accompagnatore del settore giovanile dell’ACR Messina, per passare in prima squadra nel 2024”.

Lo incontriamo perché è proprio lui che ha visto crescere e maturare il talentino amaranto Christian Sturniolo, ragazzo che ha sorpreso tutti con un’eccellente prestazione in coppa Italia mercoledì scorso coronata, oltretutto, con un gol, consigliandolo, al tempo, con dovizie di accorgimenti sia tattici, tecnici, ma soprattutto improntati sotto il profilo umano. Un incontro, una convivenza all’interno del mondo giovanile biancoscudato, fra Christian e il Dirigente Pollara, che si è protratto fino alla partenza del giovane verso la parte opposta dello Stretto.

Ecco cosa ci racconta, in un batti e ribatti molto interessante fra domande e risposte:

Ha destato molto entusiasmo l’esordio di Christian Sturniolo con la maglia della Reggina, ragazzo che lei conosce molto bene essendo cresciuto nel suo ambiente. Si aspettava un debutto così? Pensa possa essere pronto per un inserimento in pianta stabile in prima squadra? “Non nascondo che anch’io sono davvero entusiasta per l’esordio di Christian. Entusiasta, ma non sorpreso! Non dico che è un predestinato ma che ha delle qualità tecniche davvero importanti. Qualità messe in mostra sin da bambino, prima alla Fair Play Messina degli amici Pecora e Consiglio e del grande Direttore Chiofalo e, successivamente, al Messina disputando due stagioni (U15 ed U17 nazionali n.d.r.) di alto livello meritandosi anche diverse convocazioni in Primavera 4 da sotto età. Ovviamente speravo in un debutto così clamoroso per Christian, ma tutto dipende da lui. Io gliel’ho sempre suggerito, a volte sotto voce ed a volte urlandoglielo…: <<Devi avere pazienza e non scalpitare come un cavallo imbizzarrito>>. Ma lui è fatto così. Ha fretta di arrivare! Dal mio punto di vista oggi il ragazzo può tranquillamente essere inserito nel gruppo prima squadra, forse è proprio quello che serve per la sua completa maturazione tecnico/tattica e soprattutto fisica/mentale.”

Quali sarebbero i ruoli in campo in cui il ragazzo sarebbe votato naturalmente ad essere impiegato, secondo lei?  “Christian lì davanti è devastante. Lo si può impiegare in più ruoli perché vede la porta come pochi, ma avendo anche un ottimo passo ed una buona gamba io lo vedo esterno alto destro o sinistro. Si diverte a puntare ed a saltare l’uomo e partendo dieci/venti metri dietro la linea d’attacco è quasi impossibile fermarlo”.  

Ci può fare il nome di qualche ragazzo delle giovanili biancoscudate sul quale punterebbe a lanciarlo nel calcio professionistico, sia a Messina che in altre piazze? “Seguo moltissimi ragazzi. Tutti animati da forte volontà di emergere. Ma spesso non basta. Sonotanti i fattori che incidono ed oggi, in questo periodo storico particolare, i valori a volte non bastano. A Messina abbiamo tre giovanissimi in pianta stabile in prima squadra, il portiere 2006 Di Bella, il centrale di difesa 2007 Mameli e l’attaccante 2006 Adragna, ma molti altri giovani calciatori meriterebbero questa gioia. Da noi sono passati tanti ragazzi promettenti, ma sono passati appunto… il fortissimo fantasista 2007 Machì oggi a Cosenza, Daniele Cucinotta portiere di 1,90, classe 2007, oggi a Crotone, il 2005 Ciccio Sacco oggi a Taranto. L’elenco sarebbe lunghissimo, credetemi”. 

Conosce qualche under della Reggina che ritiene possa essere un valido investimento? “Seguo con interesse il vostro settore giovanile, guidato in maniera eccellente da Fortugno e Martino. Dalla 13 élite alla juniores vedo e mi riferiscono di un’organizzazione impeccabile e di un lavoro unitario e metodologico. Ma a Reggio è quasi sempre stato così a differenza di Messina dove purtroppo si fa fatica ad organizzare e gestire un settore giovanile degno di questo nome”. 

Parliamo adesso di calciatori navigati. In riva allo Stretto sponda amaranto stanno perorando una causa gente come Ragusa e Curiale, calciatori che fino a qualche tempo fa calcavano il terreno del S. Filippo.  Ritiene possano essere figure cruciali dal punto di vista tecnico al fine di incidere fortemente sul campo o li inquadrerebbe più come <<uomini spogliatoio>>? “Ragusa e Curiale non devono essere inquadrati come <<uomini spogliatoio>> lo sono già per natura e carisma. Entrambi a Messina hanno dimostrato il loro spessore tecnico, ma soprattutto umano. E di questi uomini ogni squadra, in ogni categoria, ha bisogno per forgiare e plasmare un gruppo vincente. Nino sarà sempre ricordato a Messina per la sua smisurata educazione ed umiltà, nonostante suoi trascorsi importanti, ma soprattutto per il suo ultimo storico gol a dieci minuti dall’inferno della serie D, nello spareggio playout contro la Gelbison”.  

Parliamo di calcio giovanile, stavolta. Il panorama in generale della gestione dei settori giovanili in Italia, a suo avviso, necessita di innovazioni? Se si, in cosa? “In linea di massima, da diversi anni a questa parte, c’è un decadimento nella gestione dei settori giovanili dovuto a molteplici fattori. Specchio fedele di un movimento calcistico nazionale che non sforna più talenti e non riesce più a primeggiare oltre confine. Scarsi investimenti, regole sempre più penalizzanti per le società dilettantistiche, fanno dei settori giovanili, spesso, solo un business per pochi e ad emergere non sempre sono i più bravi ma, scusatemi la franchezza, i più ricchi! Le società, di sovente in difficoltà economica, trascurano quello che per natura dovrebbe essere il settore più curato di una squadra. È ovvio che tutto il movimento ha bisogno di innovazione ma dire qual è la ricetta giusta è davvero presuntuoso. Di sicuro ci vogliono uomini innamorati del calcio e votati al sacrificio. Credetemi, ci sono, ma sono pochi. Il resto? Tutti faccendieri che cercano profitto”.

Da figura navigata nel calcio, in relazione alla sua esperienza e ai suoi valori, secondo lei in cosa è cambiato il mondo del calcio? “Il cambiamento ovviamente non sempre è peggiorativo delle cose. Anche il calcio ed il suo mondo cambiano e si proiettano al futuro. Se parliamo di valori allora mi intristisco perché davvero vedo poco spirito di abnegazione, di sacrificio, di passione, anche nelle tifoserie. Le curve di una volta erano sanguigne e passionali. Oggi le curve vengono trascinate dagli <<anziani> ed i giovani controllano le bollette al cellulare. Le società sono guidate da multinazionali che spremuto il limone lasciano le bucce. I presidenti di una volta non potrebbero più fare calcio oggi. I vari Anconetani, Rozzi, Massimino, Lillo Foti non esistono più, tranne che in sparute realtà periferiche. Ma il calcio esiste ed esisterà ancora per la gioia di tutti e soprattutto per la gioia dei bambini. Mi permetto di chiudere con un auspicio per le nostre città, Messina e Reggio Calabria. Troppo tempo è passato da quando battaglie epiche si consumavano al Celeste/Sanfilippo ed al Granillo. È ora di tornare dove ci compete!” 

Ringraziamo il Dirigente accompagnatore dell’ACR Messina Nino Pollara della sua disponibilità umana e professionale, nei confronti dello stesso auguriamo non solo di rivederci in più derby dello Stretto consoni al blasone delle due società dirimpettaie, ma un futuro sempre proficuo e denso di soddisfazioni personali e professionali.

Si ringrazia, altresì, la società ACR Messina per la disponibilità resa al fine della realizzazione della presente intervista.

Domenico Romeo

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