Passata subito in vantaggio, la squadra amaranto è stata raggiunta da un Sambiase solido e ben organizzato

Nella Reggina c’è Martinez al posto dell’infortunato Lazar. Linea difensiva composta da Bonacchi, Girasole, Adejo e Cham mentre a centrocampo agiscono Forciniti e Capitan Barillà esterni con Salandria che funge da metronomo. Novità in attacco dove Pergolizzi lancia Perri dal primo minuto a sostegno di Ragusa e Barranco. Solo Tribuna, invece, per Laaribi, Rosseti e Giuliodori. Anche Claudio Morelli opta per il 4-3-3 composto da Giuliani tra i pali; Perri, Colombatti, Strumbo e Frasson Santiago in difesa; Carella, Piriz, Caporello sulla mediana; Zerbo e Umbaca esterni d’attacco e Ferraro quale terminale offensivo.

Reggina subito avanti nel punteggio con Barranco che sfrutta nel migliore dei modi un perfetto cross di Cham dalla sinistra. Dopo la rete dell’uno a zero la squadra di Pergolizzi continua a pressare grazie ad un gioco arioso e con una determinazione mai vista finora. È una Reggina bella, elegante, pratica e dal tocco di prima che comunque produce poco dalle parti di Giuliani. Il Sambiase cresce col passare dei minuti ed al 40’ perviene al pareggio con Umbaca che sfrutta un’ingenuità di Bonacchi su passaggio di Carella.

Qualche minuto dopo il direttore di gara non concede un evidentissimo calcio di rigore a favore della squadra amaranto che continua a pressare l’avversario tenendolo costantemente nella propria metà campo a protezione del pareggio. Nella ripresa dentro Mariano e Renelus, fuori Bonacchi e Perri per provare a dare più profondità all’azione amaranto. Nonostante ciò è Zerbo ad impegnare Martinez costretto a volare per impedire l’1 a 2 per gli ospiti. All’ora di gioco fuori Barillà per Urso. Il nuovo entrato al 70’ traversa per Barranco il cui colpo di testa è preda di Giuliani mentre due minuti più tardi Urso costringe il portiere alla difficile parata su calcio da fermo. Ad un quarto d’ora dal termine fuori Salandria e dentro Curiale mentre all’80’ Porcino prende il posto di Ragusa. A livello tattico non cambia nulla così come non cambia l’andamento della gara. Successivamente (85’) Renelus salta un avversario e porge a Barranco che non riesce ad impattare la sfera con il portiere fuori causa.
Reggina dai due volti. Nei minuti iniziali abbiamo potuto ammirare una squadra che ha messo sovente in difficoltà la retroguardia del Sambiase con buone trame di gioco. Poi la compagine ospite ha trovato il gol e con esso il coraggio di poter giocare con maggiore autorevolezza e molta più determinazione. Nella ripresa pochissimi spunti e pochissime idee sia da una parte che dall’altra e gioco quasi sempre stagnante a centrocampo. Ennesimo “buco nell’acqua” per la compagine di Pergolizzi che non riesce più a vincere ed a giocare con quella costanza di qualche giornata addietro. La Reggina risulta a tutti gli effetti squadra confusionaria, balbettante, slegata tra i reparti e quasi sempre in apnea quando viene pressata. Quando invece deve imbastire gioco – a parte lo scorcio iniziale dove si è vista una Reggina pimpante anche perché il Sambiase è stata colpita a freddo – ha avuto più di qualche difficoltà. I risultati che giungono dagli altri campi determinano un terzetto a 23 punti (Vibonese, Scafatese e Siracusa) seguito dalla Reggina a 21. È ovvio che domenica prossima la squadra amaranto ha l’obbligo di vincere in casa della Vibonese ferma per le avverse condizioni meteo in quel di Acireale (gara che si giocherà il 20 novembre). C’è infatti da salvaguardare un’annata che potrebbe davvero finire alla dodicesima giornata. <<Questa squadra quando deve vincere non lo fa>> è il caso di dire e a Vibo Valentia, per giunta, contro una squadra forte e che ha mantenuto la testa della classifica senza neppure giocare, anche il “punticino” servirà a ben poco. Quello che preoccupa maggiormente è il nervosismo che serpeggia sinistro in seno alla squadra soprattutto quando è chiamata a fare la partita, quando deve costruire, quando deve mettere in pratica gioco di qualità unita a intenzionalità, concentrazione, decisione, determinazione, consapevolezza nei propri mezzi, e “cazzimma“. E più che di nervosismo bisogna parlare di vera e propria “ansia da prestazione” allorquando la squadra (nella sua interezza) deve arginare le folate avversarie. Il gol della compagine giallorossa ne è l’emblema: Zerbo salta come un birillo Cham e poi traversa per Umbaca contrastato all’acqua di rose di Bonacchi quando sarebbe stato utile che Forciniti scalasse in difesa per dare una mano alla difesa. Per non parlare dell’espulsione dello stesso Forciniti da considerare quale gesto sconsiderato, frutto di logorio psicologico se non addirittura di fortissima frustrazione. Una domanda finale è d’uopo: perché giocatori di spessore come Laaribi e Provazza sono stati relegati in tribuna? Ovviamente la domanda non avrà mai una risposta valida, vera e genuina. Come sempre
Contributo video-fotografico di Rocco Genovese





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