Reggina, c’è il fattivo bisogno di cambiare registro, di cominciare a giocare al pallone e, soprattutto, di non sbagliare più
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di Redazione
Che non sarebbe stato facile battere l’Acireale lo si sapeva. E non soltanto perché Rosario Pergolizzi ha infoltito il centrocampo lasciando quindi in balia della difesa granata la coppia d’attacco formata da Ragusa e Rajkovic ai quali, peraltro, non è mai arrivato un pallone giocabile (che fosse uno) da Dall’Oglio e Urso visibilmente lenti, prevedibili e soverchiati dalla superiorità numerica creata da Andreassi e compagni nella zona nevralgica del campo. Ossia quel settore in cui gli amaranto non sono riusciti a conquistare una palla sporca (che fosse una). Poi il lampo di genio: fuori Vesprini per Forciniti. E da quel momento la Reggina, sebbene abbia continuato a proporre gioco raffazzonato (sarebbe meglio specificarlo col termine proprio, ossia farraginoso), si è vista più grinta e determinazione culminata con il gol di Girasole bravo (e fortunato) nell’inventarsi il tiro della “domenica”. Quando successivamente è subentrato Curiale in luogo di Rajkovic, si è intravista la voglia e la determinazione di portare a casa l’intera posta in palio. E l’Acireale deve, a ragion veduta, ringraziare il proprio portiere che ha cacciato dal sette la palla calciata magistralmente dall’attaccante ex Terracina il quale avrebbe sicuramente meritato la segnatura. A questo punto la domanda è d’obbligo: perché non sconvolgere a tutto tondo la formazione immettendo forze fresche che finora hanno visto poco il campo? Il subentro di Provazza e Renelus nei minuti finali ha dato quella facilità di corsa (anche se non supportata dalla tecnica sopraffina) che non si era intravista nei minuti iniziali. Non abbiamo certamente il contraddittorio ma con loro in campo e con un Laaribi in più (che di tecnica ne ha da vendere) la Reggina avrebbe schiacciato tutto l’Acireale dietro la linea della palla senza perdere tempo prezioso nel cercare ipotetici fraseggi oppure inutili lanci sempre preda dell’avversario. Il calcio non è una scienza esatta, per carità. Il calcio si fonda sulla “praticità” di mandare il compagno in rete e di scagliare quanti più palloni possibili verso la porta avversaria. Questa “semplicità” purtroppo non si è scorta né ieri nel corso del recupero del secondo tempo né tanto meno a Siracusa né a Sant’Agata di Militello e neppure in casa col Ragusa per non parlare con la Scafatese che non ha chissà che se non un Signor allenatore – Franco Fabiano – che conosce benissimo sia la categoria che il girone meridionale. Insomma, c’è il fattivo bisogno di cambiare registro, di cominciare a giocare al pallone e, soprattutto, di sbagliare il meno possibile. Sì, perché Pergolizzi, che reputavamo un “valore aggiunto”, sta dimostrando di avere miriadi di difficoltà nel trovare la quadra nonostante i quattro mesi di duro lavoro da luglio ad oggi. La panacea di tutti i mali è il modulo tattico che crea difficoltà a più di qualche elemento? O (andando nello specifico) sono per caso Dall’Oglio e Urso a non aver ancora trovato la condizione e quindi a non avere la lucidità e la forza per imbastire una manovra valida e vincente? E ancora: sia Cham che Adejo in qualità di terzi di difesa sembrano l’anello debole dello scacchiere arretrato di Pergolizzi. E, per giunta, soffrono entrambi di “pericolose amnesie” che non gli consentono di avere la meglio sull’avversario diretto. Non sarebbe allora il caso di mettere nel dimenticatoio il 3-5-2 per abbracciare un più solido 4-4-2? Pure Barillà fino al momento non ha fatto vedere le stesse “chicche” dello scorso torneo così come Momo Laaribi, dalle grandi e irrefutabili doti tecniche, non viene assolutamente preso in considerazione dal tecnico. Perché mai? C’è, innegabilmente, qualcosa che non va. Ma cosa di preciso? Domande tante, risposte nessuna, per il momento. Fatto sta che alla sesta di andata la Reggina si ritrova a sette punti dalla Scafatese, a cinque dal Siracusa e a tre dalla Vibonese. Certo, ancora ci sono ben ventotto gare da disputare da qui alla fine del campionato e nulla è stato ovviamente sancito. Però, mentre le tre agguerrite “antagoniste” continuano a raggranellare punti, la Reggina “arranca” pericolosamente. E poi: sono ben tre le concorrenti (e non soltanto una) per cui i tifosi amaranto per poterle riagguantare dovrebbero sperare in un miracolo se non (addirittura) in un’ecatombe generale. In questo momento c’è piuttosto il fattivo bisogno di guardare in faccia la realtà e augurarsi che avvenga la giusta inversione di tendenza. Con o senza Pergolizzi in panchina.

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