Sarà numerosa la presenza di tifosi amaranto a Siracusa. Bisogna crederci fortemente
di Redazione
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Siracusa–Reggina si avvicina a passi svelti. Ed il numero degli aficionados amaranto che percorreranno quei 190 chilometri che dividono la città della Fata Morgana da quella di Dionisio aumenta sempre più nonostante il mezzo passo falso con l’Acireale che si recupererà mercoledì prossimo. I tifosi ci credono. E con essi devono fortemente crederci soprattutto i veri protagonisti della partita “verità” a partire da Capitan Nino Barillà che ha il dovere di infondere forza e coraggio al resto della compagine. E deve crederci Rosario Pergolizzi chiamato all’arduo compito di scegliere la migliore formazione possibile a prescindere da temi tattici, moduli e diavolerie simili. Bisogna conquistare l’intera posta in palio per gli impagabili tifosi che la seguiranno oltre lo Stretto e per tutti coloro che assisteranno alla gara da tutto il mondo. Una possibile ma – ancorché – eventuale affermazione a Siracusa sarebbe un toccasana per tutto l’ambiente, una grandissima ed inestimabile iniezione di fiducia che avvicinerebbe maggiormente questa Reggina a tutto il popolo amaranto che soffre la situazione di ambascia che s’è venuta a creare: anche il più dubbioso, il più indifferente oppure quello più sfiduciato sarebbe – infatti – pronto a sventolare bandiera bianca (o amaranto fate voi) e passare dall’altra parte della barricata. Per questo e per tantissimi altri motivi tutto l’ambiente deve crederci. Crederci realmente, fortemente, tassativamente. Fino allo sfinimento, s’è del caso.

Non diciamo eresie allorquando sottolineiamo che si è ancora alla sesta di andata e che nulla è perduto nonostante i sei punti di vantaggio della Scafatese e i tre del Siracusa. I campani veleggiano a punteggio pieno grazie ad episodi favorevoli e ad una rosa di grande caratura tecnica che ha permesso ai propri sostenitori di sognare almeno fino al momento. Gli aretusei, invece, hanno perso la gara d’esordio salvo poi ingranare la “quarta” vincendo quattro su quattro. Sia l’una che l’altra, seppur forti, ben assemblate e rodate, hanno, rispetto alla Reggina, un “gap” difficilmente colmabile. E ci riferiamo al “parco” under che, alla lunga, potrebbe avere una propria incidenza sul prosieguo del campionato in special modo se in presenza di infortuni, squalifiche e incidenti di percorso che sono sempre in agguato. In Serie D – e nel calcio in generale – non conta spendere e spandere ma spendere con cognizione di causa. Romano e Ricci – rispettivamente numeri uno di Scafatese e Siracusa – hanno investito moltissimo e probabilmente continueranno a farlo: solo grazie agli ingaggi faraonici hanno accolto calciatori del calibro di Alma, Aliperta, Vacca, Esposito, Candiano, Neglia, Palermo, Palmieri, Foggia, Acquadro, Convitto, Albadoro, Sowe eccetera eccetera. La lista è effettivamente lunga e ricca, molto ricca. Ma non comprende under di un certo “peso”, non annovera ragazzi “futuribili“, non presenta giovani che possono fare la differenza e (alla lunga) essere determinanti. Nel Siracusa troviamo – per fare un esempio – Barnaba arrivato alla corte di Turati dall’Udinese con la sola esperienza nella selezione Primavera. Oltre a Pistolesi e Parisi di una certa qualità, troviamo solo tre giovanissimi in porta tra cui Lumia amaranto per pochi giorni. Nient’altro. Nella Scafatese oltre a Becchi (portiere di grande reattività), segnaliamo due ragazzi 17enni (Nigra e Santarpia) e tre 18enni (Cham, Potenza e Ndow). E la Reggina? Basti dire Lazar, Katsaros, Giuliodori, Vesprini, Cham, Forciniti, Malara, Mariano e Perri ossia il meglio del meglio in circolazione: non c’è paragone. Chi vivrà vedrà…







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