La Reggina contro l’Acireale non ha del tutto demeritato. Pergolizzi, basta con gli esperimenti!
di Redazione
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È vero che la squadra amaranto è ancora al 70% e per lo più imballata. Così come è altrettanto sacrosanto che più di qualcuno abbia ancora le gambe legnose, in special modo quelli attempati che hanno bisogno di più tempo per carburare. Si badi bene, non sono alibi: rappresentano né più né meno la realtà dei fatti. D’altronde si vede in campo chi corre in modo lineare e chi, invece, sbuffa e fa più fatica. C’è anche chi è costretto a segnare il passo. Urso, per fare un esempio, corre ma ad un certo punto è costretto a segnare il passo. Per non parlare di Barillà che fa fatica a dare il massimo – almeno per il momento – e sopperisce al gap con l’immenso bagaglio d’esperienza. Ma il Capitano è il Capitano e non si può e non si deve mettere in discussione. Chi, invece, anche oggi risulta sotto processo è l’allenatore Rosario Pergolizzi. Il suo team riesce infatti ad essere brillante solo a sprazzi. Per il resto attua un gioco lento, prevedibile, macchinoso e senza idee. Un gioco che non produce alcunché se non palle quasi mai giocabili per gli avanti. A proposito del reparto avanzato: anche oggi è cambiata la coppia d’attacco con Barranco che ha avuto come “spalla” il buon Provazza il quale ha toccato tre palloni (tre!) ma mettendo in difficoltà l’intero pacchetto difensivo ospite. Nonostante ciò, non basta. Anche perché il ragazzo giocava da esterno d’attacco e non certamente da attaccante vero perché non lo è. Punto. Questo atteggiamento ha costretto all’argentino a sobbarcarsi tutto il peso dell’attacco ed il puntero, comunque, si è destreggiato da par suo contro Cassese (fino a quando è stato in campo), Elia e Kremenovic, sfiorando oltretutto anche il gol. Ad ogni modo, Pergolizzi continua a spostare i pezzi di questo puzzle che fino al momento non è riuscito a comporre ordinatamente. Nella fattispecie odierna, è stato (comunque) Epifani a far cadere in errore il trainer amaranto contrapponendo la propria squadra a fisarmonica nel senso che, come un blocco unico si difendeva grazie al 5-3-2 che più ermetico non si può e con un armonicissimo 3-4-1-2 attaccava. Con l’aggiunta che Sueva e Loukaris avevano sia (regolari) mansioni offensivi che compiti difensivi per tallonare e fronteggiare i portatori di palla amaranto. In pratica il solo Mal (ex Vibonese) risultava libero da impegni di marcatura se non quelli di dare ordine alla manovra acese. Non è tutta colpa di Pergolizzi, insomma. Ciò che maggiormente fa rabbia è la mancata assegnazione di ben due rigori (uno su Provazza ed uno su Cham) nonché l’espulsione del tutto gratuita di Racine Ba e quel “gollonzolo” degli ospiti trovato chissà in quale cilindro magico che ha avuto il potere di scombussolare i piani del coach amaranto. Non tutto è perduto, ovviamente. Ed i valori nella “mezza partita” che si dovrà recuperare – speriamo in tempi brevi – usciranno fuori prepotentemente. Basta osare e crederci. Un’ultima battuta: Pergolizzi basta con gli esperimenti!







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