di Giuseppe Criaco
La Reggina per bissare la convincente qualificazione in Coppa Italia con la Vibonese, l’Igea Virtus senza paura al cospetto di quella che è considerata una delle tre corazzate del Girone I, ma al tempo stesso con il proposito di riscattare davanti al proprio pubblico la scialba prova di Paternò costata la qualificazione al turno successivo della Coppa Italia di Serie D.
Nei novantacinque minuti al D’Alcontres Barone succede poco, ma quel poco è quasi tutto di marca giallorossa mentre di amaranto, alla fine, ci sono stati solo i tre punti. Che in un campionato come quello di serie D sono la sola cosa che conta. Il bel gioco arriverà.

La Reggina quindi, oggi, è stata riportata alla realtà della Serie D dalla Igea Virtus che di fatto ha sovrastato l’undici amaranto in ogni parte del campo. E lo ha fatto anche nell’idea di gioco, nella voglia di vincere e nella “giusta cattiveria agonistica”. Insomma oggi abbiamo visto una Reggina evanescente, rinunciataria, fisicamente sulle gambe. In pratica la prosecuzione di quella intravista negli ultimi trenta minuti al Granillo domenica scorsa contro la Vibonese.
E non può essere elevata a parziale discolpa l’assenza di uomini di primaria importanza come Barranco, Barillà, e Porcino. Quando in panca hai nomi come Laaribi, Mariano, Provazza, e Renelus, che per la quarta serie sono un lusso per pochi e di fronte hai una Igea Virtus completamente rinnovata e senza l’uomo d’oro dello scorso anno (16 gol al suo attivo): quel Longo passato proprio quest’anno al Siracusa.
In un D’Alcontres semi vuoto i due tecnici decidono di affrontarsi con un 3-5-2 puro quello amaranto, e con un 4-4-3- apparante quello igeano che spesso e volentieri diventa un 3-5-2- in fase di costruzione e 5-3-2 in fase di contenimento. Cospicua e rumorosa la presenza dei tifosi amaranto nella Curva Ospiti.
Pergolizzi si affida a LUMIA GIRASOLE ADEJO BONACCHI in mediana FORCINITI DALL’OGLIO SALANDRIA RACINE BA e GIULIODORI con RAGUSA E PERRI in attacco
Di Gaetano schiera un 4-4-3 con BELMONTE tra i pali MALTESE FERRANTE PANEBIANCO APERI BIONDO CALAFIORE MAGGIO TROMBINO e DI PIEDI.
Dirige Alessandro Colelli di Ostia Lido
L’Igea Virtus sembra avere una marcia in più degli amaranto, i quali spesso subiscono raddoppi e pressioni sui portatori di palla per vedersi poi sovrastare numericamente nelle ripartenze avverse. Anche se nessuno dei due portieri è stato seriamente chiamato in causa. Imbarazzante però vedere che la partita la fa per gran parte del tempo l’Igea Virtus. Sinceramente ci si aspettava altro dagli uomini di Pergolizzi

Al Cooling Break più Igea Virtus che Reggina e francamente la presenza di Dall’Oglio e Perri ha sorpreso più di qualcuno in sala stampa. Anche alla luce della condizione fisica del nuovo acquisto e la non convincente prova di Perri domenica scorsa. Due sole le conclusioni degne di nota fino alle relative marcature:
AL 12′ il primo spunto per la Reggina con una grande gioca di Dall’Oglio che innesca Perri sulla destra il cui traversone giunge sui piedi di un accorrente Ragusa. Da dimenticare la conclusione dell’attaccante amaranto
Al 13 un grossolano errore di Forciniti apre un’autostrada per l’incursione giallorossa che viene provvidenzialmente chiusa in angolo proprio in ultimo da GIRASOLE. Grave e sanguinante poteva essere quella palla persa dal giovane 2006 amaranto.
Poi le due marcature al 28, la sblocca Ragusa. Uno splendido recupero di Forciniti in mezzo al campo che trova subito Ragusa che tenta prima di superare con un sombrero due difensori siciliani e poi sfrutta un intervento poco preciso di Calafiore che lo mette solo davanti a Belmonte. Da due passi Ragusa, non sbaglia, con tiro forte e angolato. E’ il vantaggio amaranto!

Ed ancora Reggina al minuto 35 ,ancora su un recupero di Forciniti ormai assoluto padrone del centrocampo Ma Dall’Oglio spreca la ripartenza. Il gol sembra aver finalmente destato dal torpore la squadra amaranto che adesso ritrova spazi e geometrie e tolto sicurezza ai padroni di casa. In questa fase centrale è la Reggina a salire in cattedra.
Ma improvvisamente tutto cambia. Al 38′ PAREGGIO IGEA VIRTUS. Nel miglior momento della Reggina arriva il pari dei padroni di casa. Su una punizione Lumia sbaglia l’uscita e Di Piedi ne approfitta per metterla dentro a porta ormai sguarnita. Colossale imprecisione del portiere amaranto che sbaglia il tempo sulla punizione battuta dalla sinistra e per l’attaccante “igeano” è un gioco da ragazzi deviarla in rete con la difesa amaranto immobile.

Gravissimo l’errore tecnico del n. 1 reggino che sicuramente però non è stato adeguatamente coperto e supportato da quattro o cinque compagni in maglia bianca (gli amaranto) che aveva attorno e che hanno permesso a Di Piedi di ribadire in rete una palla che casualmente si è ritrovata tra i piedi.
Da quel momento l’inerzia della partita ha ripreso a pendere nuovamente per l’Igea Virtus con la Reggina nuovamente in affanno a concretizzare una trama di gioco, oppure un’azione da mettere a referto. E senza che dalla panchina giungano correttivi tattici oppure cambi in corsa.
Il secondo tempo non offre spunti di rilievo perchè i padroni di casa pur evidenziando un predominio oramai assodato invece di cingere d’assedio la retroguardia amaranto preferiscono accontentarsi del prezioso pareggio. E cercano una imbarazzante melina. Clamoroso errore di gioventù che pagheranno.
I cambi di Renelus per Salandria, Vesprini per Forciniti e Curiale per Giuliodori per la Reggina non sortiscono l’effetto da tutti sperato a parte una conclusione troppo debole da ottima posizione di Dall’Oglio a pochi passi da Belmonte. Segno di una carenza di preparazione del nuovo centrocampista amaranto.
Viceversa l’ingresso di Sino per i giallorossi accentua e consolida la supremazia dei ragazzi di Di Gaetano nella parte nevralgica del campo. Tanto che Mister Pergolizzi si gioca la carta Cham e Urso al posto di due stremati Perri e Dall’Oglio
E proprio al minuto 90’+5 gli dei del pallone per motivi imperscrutabili a noi mortali, confezionano una situazione al limite del regolamento inducendo il direttore di gara a fischiare un penalty, forse troppo generosamente concesso, compensando la strenna del primo tempo da parte di Lumia a Di Piedi. Ragusa dagli 11 metri non sbaglia con un tiro proprio sotto la traversa. Poi il triplice fischio


I tre punti sono arrivati. Ma solo quelli. Nessuna conferma a parte qualche timida evidenza di Giuliodori il migliore dei suoi, e Forciniti ma solo quello visto nel primo tempo. Poi solo macchine indietro.
Infine una cosa il campo l’ha detta con chiarezza. Guai a lasciar partire Miguel Angel Martinez. Lo scorso anno l’estremo difensore madrileno ha messo la firma su molte delle vittorie amaranto. Lasciare a casa il portiere spagnolo solo per la sua carta d’indentità non sembra, a parere di chi scrive, una scelta saggia e oculata e/o di prospettiva. La squadra (ed anche lo stesso Lumia) ha bisogno di qualche certezza in più là dietro, proprio oggi che le ambizioni non sono più celate da nessuno.

Talvolta dei bruschi risvegli sono salutari per l’ambiente, per la squadra e per la stessa società. Oggi a Barcellona Pozzo di Gotto la Reggina ha preso atto di cosa sia la Serie D. Questa Serie D. E i ragazzi terribili (almeno oggi) di Mister Di Gaetano ne sono stati una rappresentazione plastica. Altre ne seguiranno. Squadra e società sono avvertiti. Il tempo per i correttivi ci sono, l’organico al completo lo ritroveremo sin da domenica prossima, la convinzione e la fame agonistica quella la possiamo e la dobbiamo trovare.
Per ora è bene aver chiaro in mente che ci troviamo in serie D. Ne dobbiamo uscire ed anche al più presto. Ricordiamocelo. Tutti quanti.






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