di Fossa64
Bisogna dirlo chiaramente, quello di ieri, alle cinque della sera, è stato calcio vero, è stato il primo vero test (brillantemente) superato dalla Reggina. Pensavamo di avere una buona macchina da corsa ma, ieri, forse, abbiamo scoperto di avere un modello da competizione.
Quella del Granillo di ieri è stata una partita dai molteplici significati, dalle molte sorprese e dalla importanti conferme.
Partiamo dalle prime: Mister Pergolizzi. Sul valore del tecnico palermitano credo che sin da subito ci fossero pochi dubbi, ma l’avvio al fulmicotone di ieri ha cancellato quelle ultime perplessità, su squadra e uomini, che “la canea” degli ultimi giorni aveva artificiosamente creato. E qui non si parla solo di calcio giocato o di moduli, ma di gesti.
Emblematico il Tributo alla Curva, desolatamente vuota, da parte della squadra, prima del match.

E se è vero che i gesti contano quello di eri pomeriggio, alle cinque della sera, ha un sapore di una ritrovata fratellanza tra società tifosi e squadra. Qualche giorno fa in un mio precedente contributo (leggi qui) dicevo appunto che i gesti sono tutto in certi ambiti e quel gesto forse ha davvero creato quel legame di sangue e forza di cui talvolta gli solo gli Stadi sanno essere straordinari palcoscenici.
Poi la squadra. Nessuno degli undici in campo si è tirato indietro. Tutti hanno fatto la loro parte, sarebbe in generoso qui ed oggi puntare il dito su qualcuno oppure tesserne le lodi di altri.
Quello che invece ieri al Granillo si è visto e percepito è la voglia di lottare di questa squadra, il rispetto e il ritrovato amore per la maglia amaranto, le stesse maglie intrise di sudore e orgoglio alla fine del match.

Viatico essenziale per chi si pone “grandi sogni”
La tifoseria: in un Granillo cattedrale desolatamente vuota, la tribuna appariva modestamente occupata, Segno che comunque c’è ed è ancora forte la voglia di calcio e di Reggina, in una città dilaniata dalle polemiche (di pochi) che vorrebbero trascinare i molti.

Ma il richiamo delle maglie amaranto è stato comunque più forte e sebbene per una partita di Coppa Italia la voglia di esserci è stata premiata.
E poi il capitolo Ultras. I ragazzi della sud dopo le polemiche, la rabbia, l’asprezza dei toni, evidentemente sorpresi loro stessi dal tributo iniziale della squadra davanti al loro tempio, non hanno fatto mancare il loro incitamento dall’esterno dello stadio.

Segnali di ritrovata unità e compattezza. Indissolubile deve essere questo legame. Sono loro l’anima del Granillo.
Ed infine la società a cui bisogna dare il grande merito di aver saputo capire e seguire, a questo punto è evidente, le indicazioni del tecnico sul Mercato, magari anche con le seconde scelte.

Quella vista ieri è stata una squadra che per essere ad inizio stagione ha già i motori ben caldi e solo da tarare in alcuni sincronismi. Inequivocabile l’ottimo lavoro fatto dal Direttore Bonanno In sinergia con Mister Pergolizzi e tutto lo staff dell’area tecnica. Mentre nuovi colpi ancora si delineano all’orizzonte oltre all’arrivo di Urso e Dall’Oglio. Altra qualità al servizio del tecnico.
Alea Iacta est è stato il segnale che forte ha risuonato ieri sul Granillo. Indietro non si torna.
Buona fortuna e buon lavoro Reggina
A che terribili quattro
Minuti ieri alle cinque della sera!
Eran le cinque a tutti gli orologi!
Eran le cinque e sorgeva la nuova Reggina.
(Liberamente tratto dalla poesia di Federico Garcia Lorca A las cinco de la tarda)






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