La riforma “epocale” che fa male sia alle società che ai sogni di tantissimi ragazzi

A partire dal prossimo 1° luglio sarà attuata una riforma che farà sicuramente tremare le società di calcio italiane le quali non potranno più “gestire” a lungo termine i propri talenti: sparisce infatti il “vincolo dei calciatori” ossia quell’istituto in virtù del quale un calciatore, tramite tesseramento, si lega ad una società per un periodo di tempo più o meno lungo (tanti anni fa il vincolo significava addirittura tesseramento a “vita”, una vera porcata). Dallo scoccare della mezzanotte tra il 30 giugno ed il 1° luglio, invece, i ragazzi di 14 o 15 anni, cosiddetti “giovani di Serie” (cioè i calciatori tesserati per una società associata in una delle Leghe professionistiche o partecipante al Campionato di Serie A femminile professionistico) diventano vincolabili per una sola stagione, al massimo due in taluni specifici casi. La riorganizzazione in tal senso ha ovviamente i suoi pro ed i suoi contro: se da un verso i tesserati potranno accasarsi di stagione in stagione dove preferiscono, dall’altro le società avranno grosse difficoltà a fare programmazioni a lungo termine con la conseguenza che nessuna di esse avrà l’interesse ad investire somme ingenti (o meno) sul settore giovanile. Questo significa rivolgersi all’estero allo scopo di prelevare giovani sconosciuti e con qualità tutte da scoprire. E ci sarebbe un ulteriore aspetto negativo: aumenteranno di anno in anno gli svincoli cosicché tanti di questi ragazzi che non riusciranno a “trovare” squadra saranno costretti ad abbandonare il calcio e, quindi, i loro sogni.
fonte articolo: tmw







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