Un applauso à doveroso a tutti. Meno a quelli che credono alle favole

C’è rammarico. Molto rammarico. Per come è andata la gara, per alcune sviste arbitrali (il Signor Caruso non ci è sembrato molto “afferrato” nei due gol annullati agli amaranto) e per qualche errore di troppo davanti al portiere avversario.
L’applauso verso questi ragazzi è comunque doveroso. È doveroso perché hanno sudato la maglia impegnandosi fino allo svilimento contro una squadra sicuramente più attrezzata. È giusto perché questi ragazzi guidati da Bruno Trocini hanno dato tutto fin dal primo giorno in cui hanno accettato il progetto legato alla Fenice Reggio Calabria (che per noi è e rimane Reggina). È dovuto perché ci hanno creduto fino in fondo, perché hanno fatto ciò che potevano, perché hanno sudato la maglia ed hanno più volte rischiato l’infortunio per via della mancanza di preparazione precampionato. Un applauso è opportuno anche nei confronti di Bruno Trocini che con pochi giocatori è arrivato a sfiorare l’impresa. Grazie ragazzi. Grazie lo stesso.
Ed oggi più che mai, in questo momento di riflessione (e probabilmente di sconforto) ho compreso di quanta gente stupida è piena la città di Reggio Calabria. Ma come si fa a gioire della sconfitta della squadra che rappresenta Reggio Calabria? Ma come si fa a riempire i social di brutte parole contro chi ha momentaneamente salvato il calcio in una città dove Gallo e Saladini l’avevano lasciata con le braghe in mano? E come si fa a non avere un briciolo di amor proprio? Aldilà delle promesse fatte da questo e da quello per accaparrarsi visibilità e fama, aldilà delle appartenenze politiche che spaccano continuamente la cittadinanza (come se la politica dia in cambio qualcosa di “fattibile” a Reggio Calabria), aldilà delle stupidate dette e fatte da gente che capisce la metà di chi non capisce un “piffero” (scusate il francesismo) e aldilà delle spaparanzate dette e fatte per mettere il focus sul proprio intento politico da personaggi che evidentemente non sanno cosa significhi fare sacrifici, lavorare, buttare sangue e sudore. Ebbe: aldilà di tutto, spero che questi strani figuri che si celano dietro falsi profili social oppure quelli che sempre sui social ci mettono la faccia per sparare a zero così tanto per “arravuogglià”, come si dice a Napoli, non vengano più allo stadio. E spero che non parlino più di Reggina perché non gli appartiene. Insomma: che facciano il tifo per le strisciate o che vadano a Vibo, Catanzaro e Cosenza a magnificare quei personaggi che considerano potenti e potentati. Ah, un consiglio: non credete alle favole. Le favole esistono solo nel paese dei balocchi che non è nei pressi di Reggio Calabria.
Un applauso ed una pacca sulla spalla vada ad ogni ragazzo che ha incessantemente sostenuto questa maglia e questa squadra a prescindere. Fanno bene ad esporre la pezza con scritto “vogliamo l’identità e la storia, noi siamo la Reggina”. Solidarietà massima loro che fanno sacrifici per tutto l’anno, che spende tempo, impegno e soldi nel seguire la squadra del cuore.







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